Il Viaggio di Marco Mecò in compagnia del Clan dei belli dentro

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Marco Mecò


Ciao Marco, partiamo dalla notizia fresca, avete pubblicato, con il tuo Clan dei belli dentro, da poco un singolo dal titolo Viaggio, apripista per un nuovo album, vuoi parlarcene? Questo è il nostro secondo album, segue quello del 2015, ed è il primo interamente composto da inediti. Sono presenti 8 brani, più una traccia nascosta. Non abbiamo una regola per la composizione dei brani. Alcune volte partiamo dai testi, scritti da Simone Pedicino, un caro amico del Clan, sui quali componiamo e strutturiamo la musica. Altre volte partiamo da una base di chitarra e di melodia vocale composte da me e Michele, e chiediamo a Simone di ispirarsi a queste. Poi in sala prove arrangiamo i brani insieme agli altri e cerchiamo di seguire un filo logico tra testo e musiche, metrica e melodie. Doveva uscire l’anno scorso, ma per imprevisti, esce quest’anno e diciamo che si è fortificato. I brani nascono da esperienze nostre, mie personali, ed è ricco di significati: alcuni brani sono nati da una esperienza di tumore, chemioterapie, per questo è molto importante per noi ed anche per situazioni di altri componenti. È l’espressione di 10 anni di vita del gruppo, del nostro modo di vedere il rock’n’roll il blues, la musica italiana, e gli stili che normalmente proponiamo live.
Vuoi parlarci di te artista e quindi del Clan? Come si è avvicinato alla musica Marco Mecò? Nasco autodidatta, fin da giovanotto ero molto appassionato di r’n’r che scoprii da piccolissimo, ed ho ricevuto la spinta definitiva ad esibirmi da Celentano. Emozionandomi con la sua voce, ho scoperto un mondo, e tramite lui ho conosciuto il Re, Elvis, ed è stato amore a prima vista. Ho iniziato così a cantare le prime volte e poi sui banchi di scuola è partito il primo percorso musicale insieme al chitarrista Michele Bellini, tramite lui poi ho conosciuto Daniele e Marco Casadidio (bassista e batterista) ed abbiamo fatto il primo live in occasione del decennale di un ristorante. Era l’8 dicembre 2009. Da lì sono seguiti centinaia di concerti anche fuori regione, poi Tour Music fest del 2016 dove abbiamo vinto nella categoria cover band nazionale, infine il piazzamento nelle fasi finali al Sanremo rock nel 2019. Abbiamo girato e fatto live conoscendo tanti musicisti, tanta gavetta come band fino ad arrivare a questo album.
Ho visto alcuni video in cui vi cimentate in cover di brani famosi, ma vi ritenete più una cover band o siete più propensi a suonare brani di vostra composizione? Siamo nati come cover band di brani tradizionali e rock and roll italiani e stranieri di artisti celebri come Adriano Celentano, Elvis Presley e tanti altri. Col tempo, abbiamo capito che poteva essere interessante iniziare a scrivere qualcosa di nostro, seguendo sempre l’impronta che avevamo fin dall’inizio. Abbiamo iniziato per gioco, con La Pontecana, il nostro primo brano, e da lì ci abbiamo preso gusto, e ad oggi abbiamo circa 15 canzoni originali che nei live vengono alternate alle cover più amate dal pubblico.
Quanto è importante una certa preparazione tecnica di base per avvicinarsi allo spettacolo da protagonisti e non da spettatori? La preparazione tecnica è importante, ma non è l’unico ingrediente necessario. La cosa principale deve essere l’attitudine. Da lì si parte, e, unitamente alla passione, si approfondisce lo studio. Ci sono molti esempi di grandi artisti che sono autodidatta e che si sono applicati allo studio durante la loro carriera.

Ha influito sul tuo essere artista, e prima ancora come uomo, questa privazione della libertà di movimento causata del Covid-19? Sicuramente ha influito. Non sono abituato a restare in casa così tanto tempo. Ma ho approfittato per dedicarmi a quelle cose che tralascio sempre per via dei tanti impegni. Non è stato poi così negativo. Per quanto riguarda la musica, è stata una bella botta, considerando che abbiamo dovuto annullare tanti concerti e soprattutto la data del lancio dell’album, che ormai è posticipata a data da destinarsi.
Secondo te quali saranno le conseguenze per lo spettacolo di questa pandemia, ti sei fatto un’idea in proposito? Si ritornerà ai concerti, ma con molte limitazioni, perlomeno inizialmente. E purtroppo, a queste condizioni, molti locali o festival faranno fatica a ripartire. Credo che il ritorno sui palchi avverrà all’inizio del nuovo anno. Non vediamo l’ora. L’importante, in questa fase, è che chi prende decisioni a livello governativo possa dare la giusta considerazione a tutto il mondo dello spettacolo, che è fatto di tantissimi lavoratori che al momento non hanno garanzie per il futuro.
Cosa ci dobbiamo aspettare da Marco Mecò e dal Clan dei belli dentro nell’immediato futuro? Siamo appena usciti con un singolo che anticipa l’album, come dicevamo all’inizio. Molto probabilmente durante il periodo estivo ne uscirà un altro, sempre accompagnato da un video animato, dato che la cosa ci piace e funziona. E poi si vedrà. Dipende molto dalla situazione post Covid-19. Noi continueremo a comporre, e a prepararci per ritornare a suonare dal vivo, che è la cosa che amiamo di più.
Il viaggio parte dalle Marche e continua …

Mecò ed il Clan dei belli dentro