Cheek to cheek tra musica e storia

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Domenica 4 Ottobre eravamo alla Casa dell’Abate Naldi a S.Quirico d’Orcia (Siena).
Nella giornata dedicata alle dimore storiche, abbiamo avuto l’opportunità di visitare questo suggestivo palazzo, girando tra stand di artigiani locali (quanto mai bisognosi di promozione, data la pandemia che ha danneggiato anche la loro attività) e deliziandoci del sottofondo musicale offerto dal chitarrista Paolo Sereno. Solo verso le 12, ha dovuto spostarsi per la leggera pioggia che scendeva, trovando accoglienza in giardino sotto un arco del giardino: intervistato pubblicamente da Giancarlo Passarella, ha proposto molti brani riconoscibili al primo arpeggio, ma ha anche presentato evergreen (di Lucio Dalla, Beatles, Pino Daniele e financo dei Bee Gees) rielaborati con il suo gusto, filtrati dalla passione per Al Di Meola e/o John McLaughlin. Tutte informazioni conquistate dal garbato (ma deciso) scambio di domande/risposte con Giancarlo Passarella.

Cullati dalla sua musica, ci siamo inoltrati nelle stanze della Casa dell’Abate Naldi: abilmente guidati dai proprietari (che si attenevano alle prenotazioni e quindi portavano gli ospiti in piccoli gruppi), ci siamo immersi in un pathos emozionante. Alle pareti anche le informazioni sull’altra proprietà di famiglia ossia l’agriturismo Il Rigo: da cinque secoli, il casale in pietra e mattoni del Rigo vede sorgere il sole su uno dei panorami più dolci della Toscana ed è la casa di famiglia da nove generazioni.
Lorenza Santo è stata una stanca (ma felice) guida, così come sua figlia Luisa Cipolla: le sue composizioni floreali, sono emozionanti nella loro semplicità! Così come gli acquerelli di Roberta Vegni e le lavorazioni di Vea Carpi, ma nel cuore abbiamo la storia da autodidatta di Federica Burroni, passata dal legno (soprattutto ulivo) alla terracotta, con soddisfazione per gli amanti del primo film della saga di Harry Potter.

Molto interessante è stata poi la chiaccherata che abbiamo fatto con Vittorio Cipolla: non nei panni del freddo padrone di casa (ma in quelli più congeniali del nocchiero di tutte queste esperienze), Vittorio ci ha raccontato quasi ogni angolo della casa, spiegandoci di chi erano i ritratti appesi o a quale ramo dei loro avi era riferito quell’albero genealogico. Le picche e le alabarde all’ingresso, la teca con le pistole antiche o quella con le medaglie (dal 1848 alla Prima Guerra Mondiale), sono stati elementi di un deciso viaggio nella storia italiana: hanno fatto da giusta cornice ad una giornata in cui ognuno ha capito che dalla natura, dalla cultura e dalla solidarietà umana può nascere un futuro comune, superando virus di ogni tipo.
Scoprire poi che la Casa dell’Abate Naldi una volta al mese si apre a concerti e convegni, ci ha portato sul volto un sorriso difficile da cancellare.