Il disco di Justin Adams (chitarrista di Robert Plant) e Mauro Durante

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Dal Salento a Londra, lungo i confini della musica e del tempo sospeso. Still Moving può essere definito l’incontro intimo e ipnotico tra il chitarrista di Robert Plant e l’autorevole ambasciatore della taranta nel mondo. Sostiene il nostro diretur Giancarlo Passarella .. E’ indubbio che le mille culture che fanno l’Italia un crogiolo di creatività (da oltre 2 millenni), abbia attratto l’attenzione dei musicisti internazionali più talentuosi! Visto che è ancora una volta la taranta l’elemento catalizzante, come non citare Stewart Copeland dei Police?
Siamo curiosi di ascoltare Still Moving, in uscita Venerdì 29 Ottobre 2021 su etichetta Ponderosa Music Records. Nel disco, registrato e mixato a Bath, in Inghilterra, da Tim Oliver, ingegnere del suono responsabile ai Real World Studios, s’intrecciano blues e taranta, sonorità arabe e africane, estasi mediterranea e canzone d’autore, punk e ritmi della tradizione salentina, minimalismo e musiche devozionali: materie tenute insieme dal suono della chitarra elettrica, del violino e dei tamburi a cornice. Un ordito di undici tracce tessuto nel telaio del rock seguendo il tempo sospeso dell’ultimo anno e mezzo, governato da restrizioni e distanziamenti che hanno amplificato il desiderio di entrare nuovamente in contatto col mondo.
 

Ed è un mondo di frontiera quello di Still Moving, crocevia di suoni lungo territori comuni alle esperienze artistiche dei due musicisti, da sempre aperti alla contaminazione tra linguaggi, nel rispetto delle differenti identità, ma dentro un unico idioma anche quando si canta in inglese o in dialetto salentino. Da anni braccio destro di Robert Plant (nella sua attività solista, fuori dai Led Zeppelin) con una predilezione per il groove nordafricano e il soffio musicale del deserto, il chitarrista Justin Adams dialoga in perfetta sintonia col violinista e tamburellista Mauro Durante, uno dei grandi interpreti delle musiche popolari del Sud della Puglia e anima del Canzoniere Grecanico Salentino, decretato «miglior gruppo di world music al mondo» ai Songlines Music Awards di Londra nel 2018. E se la world music non è un genere, ma una condizione dello spirito, c’è un senso di rapimento mistico che produce il sincretismo tra le sonorità alcaline di questi due globe-trotter sonori, capaci di intendersi sul terreno della tradizione popolare italiana, del song americano e delle musiche di confine.