Mahmood e Blanco in testa dopo la prima serata del Festival di Sanremo 2022

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Si è alzato il sipario della prima serata del Festival di Sanremo. Ipnotica la scenografia curata da Gaetano Castelli (affiancato dalla figlia Maria Chiara), dalle forme tondeggianti e i balconi laterali usati come ledwall, per rendere il palco del teatro Ariston ancora più grande e accogliente. Amadeus si dimostra ancora una volta un ottimo padrone di casa: mai invadente, simpatico e capace di mettere a proprio agio gli artisti. Seguo Sanremo da sempre. E quando dico da sempre è perché da piccina aspettavo con la mia famiglia questa settimana come l’evento mondano per eccellenza, al quale non si poteva mancare. Si partiva di buon ora da Genova per andare a Sanremo per passeggiare, incontrare qualche artista, magari strappare un autografo, scattare qualche fotografia e comprare gli album di questo o quel cantante e, naturalmente, la compilation ufficiale. Negli anni successivi, la curiosità ci ha portato ad accedere alla platea dell’Ariston, per una serata all’anno, sempre di mercoledì (non chiedetemi il perché, questa è tutta un’altra storia…). Rituale perdurato per circa 30 anni fino a quando la biglietteria ha deciso di non vendere più i biglietti per le singole serate, ma solo in abbonamento settimanale. Nel 2006 mi ritrovai a lavorare nell’ufficio stampa del Festival. Quest’anno per la prima volta sono riuscita a coinvolgere nella visione e nei commenti mio figlio. Nicolò, 6 anni; chissà che magari la tradizione possa continuare… Avendolo vissuto dall’interno, so cosa si nasconde dietro a quella che ai più, può apparire come una lunga trasmissione televisiva. Persone, tantissime, con le proprie specificità che curano ogni singolo dettaglio: le maestranze; che vivono i due mesi (circa) precedenti alla messa in onda in una sorta di “bolla” dove il tempo si dilata e altre volte sembra scorrere al doppio della velocità. Se le cose sono filate nel verso giusto in questa prima serata è grazie a loro, a quelle persone che il più delle volte hanno i nomi scritti in piccolo nei titoli di coda. Le stesse persone che in questi ultimi due anni, come e più di altre hanno sofferto gli effetti negativi della pandemia sul mondo dello spettacolo. Vedere il teatro vivo, con il pubblico presente in sala ha sicuramente riportato quell’aurea di festa e spensieratezza.

Ma parliamo di musica. La prima serata del Festival si è aperta con l’esibizione di Achille Lauro che ha presentato un look da “ribelle” come nel suo stile, a petto nudo, con pantalone di pelle nero e scalzo. Si è esibito con Harlem Gospel Choir che ha dato armonia al suo brano intitolato “Domenica”. Come ulteriore provocazione ha simulato un auto-battesimo versandosi dell’acqua sul viso. Servono ancora questo genere di provocazioni? Voto: 6 / Il secondo artista in gara è stato Yuman con il brano “Ora e Qui”. Non mi ha convinto, ho trovato un artista totalmente snaturato da quelle che sono le sue inclinazioni artistiche. Cercate il suo canale su Youtube e ascoltate “I am”. Ormai sei in ballo, Yuman tira fuori il meglio di te! Voto: 6 / Ecco la prima donna in gara, Noemi con “Ti amo non lo so dire”. Look elegante, sobrio firmato Alberta Ferretti. La canzone sarà una hit sicura nelle radio; non è un brano facile da cantare live anche per un’artista del suo calibro. Penalizzata anche dall’audio non proprio impeccabile. Voto: 7 / A seguire un paladino della musica italiana che non finirà mai di sorprendermi. Gianni Morandi con “Apri tutte le porte”. Ho nella testa la voce di Anna che dice: “Ho organizzato tutto io, non potevo più vederti fare selfie su Facebook”. Tanto di cappello per un artista che si mette continuamente in gioco e che si diverte da 4 generazioni. Quando è salito sul palco mio figlio ha esclamato: “C’è Gianni”! Voto: 9 / Ecco La rappresentante di Lista con “Ciao Ciao”, canzone che vorrebbe essere impegnata, ma che risulta semplicemente ballabile. Non basta un verso sulla fine del mondo per parlare di ecologia. Voto: 6 /

Di Michele Bravi mi è piaciuta la sensibilità che traspare dalla sua “Inverno dei Fiori”. Il look non è paragonabile alla sua canzone. Avrei scelto qualcosa di diverso. La frase che mi è rimasta in testa? “Insegnami come si fa ad imparare la felicità” Voto: 8 / Purtroppo, Massimo Ranieri con “Lettera di là dal mare” non mi ha convinto nella sua esibizione ma la canzone è un meraviglioso viaggio onirico infinito. Ranieri rimane quel cantante dotato dalla voce straordinaria a cui non si può, ahimé, perdonare imprecisioni. Avrei scelto un brano più adatto alla sua voce attuale. / Mahmood e Blanco con “Brividi” hanno colpito nel segno. Canzone da brividi sull’amore universale. Voto 10 / Ana Mena con “Duecentomila ore” ci ha già indicato cosa balleremo la prossima estate. Ricorda nel ritornello, neanche troppo vagamente, “Amandoti” di Gianni Nannini. Non credo non fosse stato proposto niente di meglio e più attuale. Voto: 5/6 / Il rapper milanese Rkomi con “Insuperabile” ben rappresenta il mondo musicale milanese. Look in pelle. Voto: 7 / Dargen D’amico con “Dove si balla” forse sono necessari più ascolti. Condivido l’invito a reagire ballando, ma arrangiamento e musica non all’altezza del palco del Festival. Voto: 5 / Giusy Ferreri con “Miele” ci regala una nuova radio hit. Giusy è vestita da Philipp Plein. Voto: 8

Due gli ospiti musicali internazionali e nazionalissimi: Meduza che hanno fatto ballare l’Ariston; e i Måneskin che entrati come vere star accolti da un Amadeus in golfcar hanno emozionato il pubblico con il nuovo brano “Coraline”.