Gemini: dopo The Band una cover di Lucio Battisti

Tempo di Lettura: 3 minuti

È uscito qualche giorno fa il videoclip di “Ancora tu”, la cover del brano anni ’70 con cui i Gemini, gruppo pop rock di Anagni, ripropongono le atmosfere musicali avanguardiste e sensazionali di Lucio Battisti. I cinque ragazzi hanno partecipato con questa canzone anche a “The Band,” la nuova trasmissione condotta su Rai 1 da Carlo Conti, in onda ogni venerdì sera su Raiuno. Abbiamo intervistato Antonio Sambalotti, leader e frontman del gruppo, di cui fanno parte anche il fratello Andrea, il cugino Marco e gli amici Lorenzo Stirpe (il bassista) e Andrea Miazzetto (il batterista).

Foto di Marian Moscaliuc

Com’è nata l’idea di fare la cover di questo brano?
Io e mio fratello eravamo in macchina e ascoltavamo Ancora tu. Ho buttato lì la proposta: “Perché non proviamo a farla noi?”. Del resto, da quando abbiamo formato i Gemini, cantiamo spesso i brani di Battisti, oltre ai nostri inediti, arrangiati in versione più affine al nostro stile. Sentivo che si poteva fare qualcosa di diverso dal solito, usando suoni elettronici e sintetizzatori.
Vi siete trovati subito in sintonia quindi sul progetto?
Non proprio. Andrea non era molto d’accordo, perché sottolineava che mancasse un inciso. In effetti non c’è il classico ritornello in questo pezzo. A me però incuriosiva da tempo Ancora tu per la sezione ritmica che lo contraddistingue. Battisti aveva usato uno stile americano per quel disco: un pop dance molto innovativo per l’epoca.
E alla fine hai convinto tuo fratello…
Abbiamo iniziato a provare ad attuare il progetto che diventava come una sfida da fare insieme. Volevamo trovare la chiave giusta e scoprire che effetto potessimo ottenere. Abbiamo quindi provato a ristrutturarla con la chitarra, la batteria e le tastiere cambiandone solo parzialmente la linea melodica. Solamente la linea di basso è rimasta la stessa. Il nostro intento era di preparare il pezzo come cover per le nostre serate.
Gli arrangiamenti come sono nati?
Hermes Conte ci ha aiutati, come fa spesso in alcuni nostri lavori. È stato lui ad ascoltare il pezzo chitarra e voce e a darci l’idea di come ristrutturarlo secondo il nostro stile. Così, ripetendola più volte, abbiamo fatto diventare la frase “Lasciarti non è possibile” una sorta di inciso, per renderlo più commerciale. Se così si può dire, visto che Ancora tu già all’epoca ebbe successo nelle discoteche.

Foto di Marian Moscaliuc

Ora è uscito anche il video. Sui social si leggono feedback molto positivi…
Sì, ne siamo molto contenti. La soddisfazione più grande è stata ricevere gli apprezzamenti di Ruggero Miti, regista del videoclip originale di Ancora tu, che nel 1975 fu il primo realizzato in Italia. Ci ha fatto un complimento molto bello, paragonando l’arrangiamento allo stile dei Depeche Mode e riconoscendoci la capacità di aver trovato spunti nuovi. E poi ci ha lodati per lo stesso video. Detto da lui, cosa potevamo sperare di più?
Ci saranno altre cover battistiane nel vostro repertorio?
Tra le nostre contaminazioni nei nostri spettacoli dal vivo ci sono sempre anche Battisti e Vasco Rossi. Ci piacerebbe creare una cover di Immagini, da riproporre in una versione tutta nostra.
Perché Battisti è sempre arrivato prima ai giovani?
Perché si percepisce il suo coraggio. Artisti come Battisti, già all’epoca, erano avanti di anni luce rispetto agli altri. Lui andava in America, scopriva uno stile e poi cercava di riproporlo da noi: aveva voglia di ricercare, creare innovazioni che non a caso lo rendono ancora oggi attuale. Forse solo oggi ci rendiamo conto di quanto fosse rivoluzionario.
Rimpianti dopo l’eliminazione da The Band?
Il pezzo piace, abbiamo ricevuto complimenti anche da docenti e direttori di Conservatorio. Spesso i musicisti sono restii ad apprezzare i lavori altrui, pertanto è una soddisfazione doppia. Il rimpianto è quello di non essere andati avanti, quindi rimasti giudicati solo da un coach. Ma fa tutto parte del gioco che conoscevamo sin dall’inizio.
Rancori nei confronti di Dolcenera che non vi ha selezionati?
No, assolutamente! Dolcenera è una grande professionista che stimiamo da sempre, ricca di personalità. Chissà, magari in futuro avremo modo di riconfrontarci; in ogni caso quello che ci dà carica è proprio il fatto che lei stessa abbia capito la f