Black Snake Moan (one man psych band di Tarquinia) torna con “Revelation & Vision”

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Abbiamo intervistato il bluesman e cantautore Marco Contestabile aka Black Snake Moan, one man psych band che a giugno ha pubblicato il doppio singolo “Revelation & Vision” (Dead Music Records / Tufo Rock Record) che presenterà in concerto sabato 30 luglio a L’Amo di Marina Velca (Tarquinia) in duo con Gabriele Ripa.

A giugno è uscito il doppio singolo “Revelation & Vision” in formato 45 giri, anticipa il tuo terzo disco di inediti? BSM: “Sì ho fatto il 45 giri di questo doppio singolo, per ora non anticipa nulla perché devo ancora andare a registrare il terzo album, poi ci saranno altre uscite prima della fine dell’anno, questo è solo un omaggio a un determinato momento che ho voluto realizzare, perché il secondo disco “Phantasmagoria” (del 2019, ndr) ha visto solo un tour in Europa e in America, ho suonato poco e mi sembrava inutile fare uscire subito un terzo disco, dato che adesso esco in duo o in trio e mi accompagno a Bonny Jack (il bluesman one man band Matteo Senese) e Gabriele Ripa alle tastiere.”

-Come mai hai optato per il vinile? BSM: “Oltre a tutte le piattaforme digitali dove comunque si può ascoltare la mia musica alla fine è analogica, non dico da collezione ma suonando parecchio live il cd può essere utile per l’aspetto promozionale (etichette, ecc.) ma per la vendita non penso che opterò più per questo formato, preferisco il vinile, 45 o 33 giri…”

-La copertina è molto bella, dove si può trovare? BSM: “Sul sito della Tufo Rock Records o tramite i miei canali social, la foto di copertina è di Ilaria Ceniti, il layout di Daria Art (Supa Studio)”.

-Parliamo di questi due brani “Revelation” e “Vision” che sono un po’ due facce della stessa medaglia, hai fatto anche due video ambientati nel deserto, non so se era un deserto vero o realizzato in post produzione… BSM: “Entrambe le cose, perché le zone aride tarquiniesi ricordano i deserti americani, poi c’è stato anche un lavoro di post produzione, però l’evocazione sonora e dei luoghi della mia terra è proprio quello che cerco di “descrivere” nei testi delle mie canzoni, ambientazioni evocative, in questo caso sono due singoli complementari che rappresentano la fotografia di un momento, sono stati realizzati lo stesso giorno durante una session in studio, io durante il lockdown mi sono impegnato nello studio dell’home recording e dell’autoproduzione, quindi in un giorno sono venuti fuori questi 2 singoli, avevo la volontà di lavorare principalmente sulla forma canzone e valorizzare determinati aspetti rispetto ai miei concept album che rappresentavano un flusso creativo, grafico, ecc. invece con questi 2 singoli ho voluto omaggiare la possibilità di sperimentare nuove forme, il mio aspetto creativo e la mia musica messi in evidenza in un determinato momento, cosa che in precedenza non avevo mai fatto, e sono molto soddisfatto del risultato anche perché è stato un lavoro diverso, di sperimentazione di più strumenti e sovraincisioni, ho voluto creare questi due brani anche per condividerli con altri polistrumentisti e avere la possibilità di allargare il progetto in occasione di situazioni più grandi e contesti diversi, e anche per presentarli in versione acustica o elettrica, volevo allegarli alla scaletta dei primi due dischi senza far uscire un terzo disco intero, ho voluto realizzare questo doppio singolo anche perché in questo periodo estivo è più facile concentrarsi su due singoli che su un album intero, preferisco farlo uscire in inverno…”

-Ti ho sempre visto come “one man band” nei tuoi concerti dove amplificavi la chitarra con effetti, pedali, reverberi, ecc. hai deciso di allargare la formazione per i prossimi live? BSM: “Non ho mai usato loop station, ho sempre fatto tutto in maniera analogica, siccome ho registrato con più strumenti in home recording ho pensato di coinvolgere persone che rappresentassero l’idea timbrica dei brani, come Gabriele Ripa che oltre ad essere un caro amico di infanzia è anche un ottimo tastierista, diplomato al Conservatorio, suona in tantissime situazioni quindi l’ho voluto coinvolgere come session man, c’è solo lui nel disco che suona oltre a me, poi nei live quando avrò la possibilità coinvolgerò anche Bonny Jack (Matteo Senese) con cui sto scrivendo un disco sotto il nome di Desert Vision ma non abbiamo ancora idea di quando uscirà, siamo molto occupati con i nostri rispettivi progetti…”

-Il deserto ricorre spesso nei tuoi testi, c’era anche il brano “Desert” nel tuo primo disco… BSM: “Sì l’ho sempre rappresentato come una forma di protezione e di riflessione, un luogo mistico nel quale perdersi e lasciare tutti i sentimenti e renderli in un aspetto anche visionario e creativo del termine, per me è questo il deserto, evoca delle sensazioni molto profonde…”

-Ci sei anche stato di persona nel deserto americano quando sei stato nella Louisiana, a New Orleans, sul Mississippi…BSM: “Sì diciamo che quello è un deserto molto più vicino al nostro dell’Etruria, ci sono più campi di cotone, la zona del deserto più rocciosa sta più verso la West Coast, però è molto bella, interessante e stimolante…”

-Parafrasando il titolo di un disco live di Guccini potremmo definire il tuo mondo “tra l’Etruria e il Mississippi”, so che sei stato scelto da Mojo Station come unico rappresentante italiano all’International Blues Challenge di Memphis…BSM: “Sì come artista solista sì, era una sorta di mondiale del blues, me la sono cavata, sono arrivato in semifinale…”

-Per la musica che fai che è molto poco italiana pensi che sia meglio andare all’estero? BSM: “L’idea è quella di suonare tantissimo all’estero, l’esperienza in America è stata molto significativa perché ho capito che la musica che faccio è internazionale e di matrice americana, mi sono reso conto che c’è una forte attenzione e curiosità nei miei confronti, ho riscontrato un discreto successo tra il pubblico estero, dall’Europa all’America, in Italia c’è una parte del pubblico che è appassionata alla scena psichedelica e blues, il resto passa più inosservato ma è normale, rimane una musica di nicchia anche se c’è poco di “underground” in quello che faccio, blues e psichedelia insieme, il mio prodotto alla fine è abbastanza originale, è giusto suonare all’estero e poi tornare in Italia dove ci sono pochi artisti che fanno queste cose…”

-Per quanto riguarda la tua evoluzione musicale dal primo al secondo disco a oggi cosa è cambiato?BSM: “Ho sperimentato molto di più con i suoni, le strumentazioni, ho allargato il set-up, ho voluto omaggiare di più alcune passioni che avevo come la chitarra 12 corde che è stata una fonte di ispirazione per il mio secondo disco e anche per le prossime produzioni, sarà sempre parte integrante del mio progetto alternata con altre cose, con “Revelation & Vision” ho sperimentato di più con il basso e le tastiere che poi sono state sistemate da Gabriele Ripa…”    

Black Snake Moan (foto Ilaria Ceniti)

-Hai uno studio di registrazione dove fare le tue produzioni? BSM: “Di solito suono al centro aggregazione giovanile di Tarquinia o in un’altra sala prove, registro nello studio del mio produttore a Viterbo, sto realizzando l’idea di fare un mio studio di registrazione anche a Tarquinia…”

So che in concerto hai suonato spesso “All Tomorrow’s Parties” dei Velvet Underground, quali sono i tuoi riferimenti musicali? BSM: “Tutta la musica anni ’60, dai Cream ai Doors ai Jefferson Airplane, i Love, la British Invasion, gli Stones, sono abbastanza classic rock, poi il blues, tutta la neopsichedelia dai Black Angels ai Brian Jonestown Massacre, i Wooden Shjips, ecc.”

-Questa passione per la musica internazionale ti è stata trasmessa in famiglia o è nata da sola? BSM: “I miei genitori non suonavano niente, quando avevo 15-16 anni mio zio mi fece sentire Joe Cocker che a Woodstock cantava “With a little help from my friends” dei Beatles e da lì ho iniziato a conoscere la musica degli anni ’60…”

-“Black Snake Moan” era il titolo di un film di Craig Brewer con Samuel L. Jackson e anche un brano di Blind Lemon Jefferson, da dove deriva il tuo nome d’arte? BSM: “Dal brano di Blind Lemon Jefferson, che è stato uno dei primi ad attuare determinate tecniche stilistiche e chitarristiche, era texano e cieco come molti bluesman dell’epoca, il film non lo conoscevo ancora, l’ho scoperto dopo…”

-In Italia c’è qualche artista o bluesman che stimi? BSM: “Sì ma non solo, ascolto di tutto, anzi non ho più sentito blues da tanto tempo, mi sono orientato più sulla psichedelia e il folk, mi piacciono tanti artisti italiani come Niccolò Fabi, Zucchero, Motta, Zen Circus, Bianconi, Rachele Bastreghi, Lucio Corsi, Manuel Agnelli, gli ultimi suoi singoli solisti mi piacciono molto, belli dirtorti…”

-So che sei nato come batterista prima di esordire col tuo primo disco, sei sempre stato un polistrumentista? BSM: “Sì nasco come cantante e poi successivamente ho iniziato a suonare degli strumenti, ho sempre suonato la batteria con le mie band, cose inedite inerenti al blues più tradizionale, ho cominciato a 17 anni…”

-La tua musica ha anche un lato spirituale, non so se questo aspetto fa parte anche della tua vita di tutti i giorni e del tuo modo di pensare, cosa vuoi ottenere con la tua musica? BSM: “No è proprio un’attitudine, non solo un fatto di look che è una conseguenza della parte artistica, la mia musica vuole evocare dei mondi ultraterreni anche se non in senso religioso, sarebbe alquanto noioso cantare solo il quotidiano, cerco di evadere, bisogna lasciarsi un po’ andare, non trovare per forza una risposta a tutte le cose, si cerca sempre di aggrapparsi a qualcosa, mi piace sottolineare il fatto di essere liberi e di riflettere per se stessi senza grandi giri…”

-Credi che la musica possa in qualche modo cambiare il mondo come si pensava negli anni ’60? BSM: “La musica secondo me è più aggregazione in questo momento, è la fonte primaria del coinvolgimento, può cambiare le singole persone e le singole vite, non il mondo…”

Come la vedi questa ripartenza dopo due anni di stop? Vedi più attenzione per la musica o la gente si è abituata a stare a casa e a vedere i concerti in streaming? BSM: “L’estate è la stagione dei concerti, tante persone hanno voglia di vedere concerti e di godersi una serata, lo streaming è stata una forma di pigrizia, non so che succederà ma spero che non chiuderanno più nulla…”

-Quali sono le tue prossime date estive? BSM: “Sabato 30 luglio sono a L’Amo di Marina Velca (Tarquinia), il 5 agosto al Mag Store di Tuscania e il 12 agosto all’Aniene Festival (Parco Nomentano di Roma), poi usciranno altre date…”

-La scorsa estate hai organizzato una rassegna musicale a L’Amo di Marina Velca, è in programma anche quest’anno? BSM: “Sì quest’anno farò solo cantautorato italiano, tutti artisti solisti, da fine luglio ad agosto, vi aspetto lì!”

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