White Skull – L’anima del teschio di Marco Donè (Arcana, 2022 – 440 pagine, 22 €)

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Da Vicenza al mondo – La storia dei pirati del metal

Prima o poi qualcuno doveva farlo. E per fortuna è successo prima che poi. I vicentini White Skull, una delle più grandi metal band italiane, ha visto la propria storia narrata, quasi giorno dopo giorno, in un corposo libro di 440 pagine.

Si parte dalla fine degli anni Ottanta, fino ai giorni nostri, disco dopo disco, tour dopo tour, concerto dopo concerto. Sempre con la guida del chitarrista Tony “Mad” Fontò, del batterista Alex Mantiero e, salvo alcuni anni, della cantante Federica “sister” De Boni (ma i protagonisti sono tanti e meriterebbero di essere citati tutti), il vascello dei White Skull, ha navigato in acque agitate, ma sicure. In un misto di power metal, con spunti epici e thrash, ma le influenze sono molteplici, per uno stile che, pescando a Blind Guardian, Mercyful Fate, Rage, Halloween, Judas Priest, Iron Maiden, Manowar è diventato di fatto personale.

Una decina di album, alcuni per grandi etichette straniere, centinaia di concerti, decine di cambi di formazione, problemi, difficoltà, una pandemia, non hanno mai fermato la determinazione, spinta da una passione gigantesca per la musica metal, di questi ragazzi che avevano iniziato con l’idea di imitare i propri idoli, per poi scoprire che la faccenda si era fatta molto seria. Perché la loro musica – giustamente – piaceva a tanti.

L’autore del libro Marco Donè, strenue sostenitore della scena metal, si addentra in ogni dettaglio, è acuto osservatore dall’esterno, ma sa essere dentro la storia e ce la fa vivere, non lesinando frustate, risate, litigate, bevute e storie boccaccesche. Perché in tour può succedere di tutto, anche di trovarsi in una città senza conoscerne il nome.

“L’anima del teschio” ha due grandi meriti: offrire la giusta vetrina ad una band che ha tenuto e continua a tenere alto l’onore del metal tricolore nel mondo, e dimostrare che in Italia le grandi band non mancano, e spesso i primi nemici della nostra musica siamo noi stessi, gli italiani.

Più che un libro, “L’anima del teschio” è un romanzo di formazione e crescita dei protagonisti, intorno e dentro il mondo dell’heavy metal, con il quale da ragazzi appassionati di questa musica si ritrovano oggi adulti innamorati.

E attenzione a fine ottobre i White Skull tornano con il nuovo album “Metal Never Rusts”, che sin dal titolo è tutto un programma: il metallo non arrugginisce mai!!

Up the horns!!