Augusto Daolio, uno sguardo libero: mostra a Reggio Emilia

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Il 7 ottobre 2022, esattamente a trent’anni dalla sua prematura scomparsa, presso lo Spazio Gerra di Reggio Emilia, si apriranno le porte di un’esposizione che racconterà la poliedricità di Augusto Daolio, fondatore e voce indimenticata de I Nomadi.

L’attività di cantante, di pittore, di poeta e di divulgatore sarà testimoniata grazie una serie di materiali (molti dei quali assolutamente inediti) tra cui disegni, dipinti, schizzi, taccuini di viaggio, fotografie, manoscritti e video, la maggior parte dei quali messi a disposizione dagli archivi personali di Rosanna Fantuzzi, compagna di Augusto Daolio. Sarà un allestimento creato intorno a temi e parole chiave, fortemente caratterizzanti sia la produzione artistica che la vita di Daolio. “Approfondire la sua figura di artista a 360 gradi”, ha affermato il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, “connettendo tutte le sue forme espressive è una importante opportunità che ci arricchisce ulteriormente, come cittadini del mondo ed anche in fondo – permettetemi – con un certo orgoglio emiliano”.

Augusto Daolio nel suo studio di artista

L’inaugurazione si terrà venerdì 7 ottobre, alle ore 17, e l’esposizione sarà aperta al pubblico fino all’8 gennaio 2023 (ingresso gratuito con offerta libera). I proventi saranno devoluti all’Associazione Augusto Per La Vita e al CORE (Centro Oncologico ed Ematologico di Reggio Emilia).

Augusto Daolio e Rosanna Fantuzzi

Come ha spiegato Rosanna Fantuzzi, che presiede anche l’associazione Augusto per la vita “ho sentito la necessità di aprire alcuni spazi chiusi da sempre, contenevano quel privato solo “nostro” che però ora era doveroso condividere con le persone, le stesse alle quali Augusto aveva offerto una grande parte di sé, con passione e affetto”. Per il fondatore e tastierista dei Nomadi, Beppe Carletti “tutte le arti erano dentro di lui: pittura, poesia, musica. La sua voce grande e inimitabile veniva dal cuore, con il cuore Augusto parlava alla gente e scriveva testi, con la mano dipingeva”. Secondo il giornalista Vincenzo Mollica “quando finiva di cantare i colori che aveva nella voce, Augusto li trasferiva su una tavolozza e con i suoi pennelli dipingeva con grande sincerità le sue verità. In lui canzone e pittura vivevano come vasi comunicanti… In tutto quello che ha combinato Augusto c’era poesia”. Per il giornalista Marino Bartoletti “c’è una cosa che non dobbiamo dimenticare mai: Augusto era un uomo buono. Buono come pochi al mondo! Grazie se continuerà a mandarci il sole del suo eterno mattino”.