Alessandro Alfieri ci presenta la Rocksofia

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Con un passato da bassista Nu Metal, giornalista, filosofo della popular culture e professore di Teoria e metodo dei mass media in diverse accademie, Alessandro Alfieri sarà l’atteso protagonista al Teatro Manzoni di Roma di un nuovo ciclo di incontri per Manzoni Idee dal titolo ROCKSOFIA – La filosofia alle prese con gli idoli della Storia del Rock.

Da Elvis Presley ai Beatles, dai Nirvana ai Queen, Alessandro Alfieri racconta “filosoficamente” in quattro appuntamenti come alcune delle icone immortali del Rock siano diventate fenomeni di massa, rappresentanti imprescindibili della cultura contemporanea e dell’immaginario collettivo. Si parte mercoledì 23 novembre, alle ore 18, con Elvis Presley, l’origine di tutto, un viaggio alla scoperta di un interprete indimenticabile. È con Elvis che nasce il rock’n’roll, nonché molte delle caratterizzazioni che si svilupperanno nel corso di tutta la seconda metà del Novecento, e sarà lui il primo a mettere al centro l’esuberanza del corpo e la dimensione performativa, attraversando una vicenda esistenziale segnata dalla sofferenza e dalla solitudine. Un’ analisi filosofica non solo musicale ma anche di costume, che evidenzia le dinamiche espressive, i paradossi concettuali, gli stili e le specificità estetiche attraverso curiosi filmati, fotografie e musiche, e con il supporto di nuove tecnologie, come il grande schermo di ultima generazione del Teatro Manzoni.

Sarai al Teatro Manzoni di Roma –teatro storico di Roma – nell’ambito dell’iniziativa Manzoni Idee con un progetto molto interessante dal titolo “Rocksofia, La filosofia alle prese con gli idoli della Storia del Rock”. Di cosa si tratta e come nasce questo progetto?
Con il curatore di Manzoni Idee, Alessandro Vaccari, e con i responsabili dello stesso Teatro abbiamo deciso di organizzare questo ciclo di 4 appuntamenti dedicati al rapporto tra filosofia e musica rock. L’idea ha alla base l’intenzione di proporre un’iniziativa che possa tagliare in maniera trasversale le varie generazioni, ripercorrendo alcune delle tappe più significative della storia del rock, ma da una prospettiva inedita e originale, ovvero quella filosofica.
Parli di Filosofia e musica rock sul palcoscenico di un teatro, tre universi che apparentemente sembrano non avere nulla in comune. Cosa invece li lega?
Se c’è un concetto che mette in comune teatro, rock e filosofia probabilmente è quello di “performatività”: si tratta di tre pratiche che necessitano sempre una dimensione attiva e propositiva, persino la filosofia – che erroneamente si intende come un’attività da svolgere esclusivamente con la schiena piegata sui libri – si esprime al meglio quando diventa performance, ovvero confronto, esibizione pubblica, anche tensione con settori e ambiti apparentemente inconciliabili e lontani.
Come vengono strutturati questi incontri?
Si tratta di conferenze che si avvalgono della visione di materiali multimediali, anche perché sarebbe impossibile approfondire e comprendere i fenomeni che hanno segnato la storia del rock e la storia audiovisiva del Novecento più in generale senza vedere o rivedere esibizioni e videoclip che sono nell’immaginario di chiunque.
Lo scorso anno, sempre sul palco del Teatro Manzoni di Roma, sei stato protagonista di Musik Sofia, in cui parlavi invece del rapporto tra filosofia e alcune icone della musica pop, da Madonna a Michael Jackson, Lady Gaga e Billie Eilish. Qual’ è stata la tipologia di pubblico che ti ha seguito e qual è stata la sua risposta a questo tipo di proposta?
Il percorso dello scorso anno probabilmente era ancora più “eretico” rispetto a quello di quest’anno, perché si è trattato di interpretare filosoficamente alcune grandi icone della musica Pop, considerata da sempre come musica “frivola”, “bassa”, “inconsistente”. Abbiamo avuto un’ottima risposta da parte delle nuove generazioni, ma anche tantissimi adulti con la voglia di scoprire e conoscere nomi e personaggi che magari sono dei riferimenti costanti nella vita dei propri figli se non persino nipoti! Quest’anno, prendendo in considerazione alcuni nomi che hanno fatto la storia degli anni 50, 60 e 70, fino ai 90, mi aspetto una partecipazione analoga ma invertita: sono convinto che molti giovani verranno incuriositi di sapere qualcosa di più delle grandi icone che hanno accompagnato la giovinezza dei propri genitori o nonni.
Il panorama musicale oggi è profondamente cambiato. Il Rock è ancora attuale?
Il rock è sempre attuale, perché è il motore dell’immaginario che esprime al meglio l’indole ribellistica e rivoluzionaria dall’adolescenza all’età adulta. Finché ci saranno ingiustizie nel mondo ci sarà una musica rock, e il paradosso è che questo il mercato lo sa bene da sempre, tanto che paradossalmente il rock è uno degli strumenti più efficaci dell’industria dello spettacolo. Non voglio esprimermi sul rock di oggi, ma mi basterà dire una cosa: per definizione i gusti dei giovani sono in controtendenza e in opposizione rispetto a quelli degli adulti!
Rocksofia nei suoi quattro appuntamenti vede protagonisti quattro vere e proprie icone, artisti del calibro di Elvis Presley, Beatles, Queen e Nirvana. In cosa questi artisti possono essere definiti moderni oggi?
Si tratta di icone immortali, vere e proprie “lenti” attraverso le quali poter interpretare la storia passata ma anche il presente! Negli ultimi anni la capacità di attrazione di questi personaggi si è incrementata, complice la realizzazione di vari film e documentari commemorativi; d’altronde il nostro presente è profondamente segnato da quella che Simon Reynolds definisce Retromania, ovvero la proiezione struggente e malinconica tipica dei nostri tempi nei confronti del passato. Ma al di là di questo, a mio avviso ad accomunare questi quattro fenomeni culturali è stata la capacità di rompere con le convenzioni e di creare il “nuovo”, e questa non può non essere una lezione preziosa anche per la nostra contemporaneità.