Giulio Wilson con i Musici di Guccini racconta un Romanzo Epistolare

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È disponibile su Youtube il videoclip del brano “Romanzo Epistolare. Storia d’altri tempi” del cantautore Giulio Wilson con i Musici di Guccini, singolo estratto dall’ultimo disco “Storie vere tra alberi e gatti” (etichetta discografica Maninalto!/distribuzione Believe).

Accompagnato da I Musici di Francesco Guccini, Wilson scrive e canta questo brano emozionante dopo aver preso ispirazione da una storia di famiglia, realmente accaduta, quella dei suoi nonni. Dopo aver ritrovato delle lettere “ormai ingiallite” appartenenti ad una storia d’amore d’altri tempi, nata per corrispondenza e scritte durante gli anni la seconda guerra mondiale da Dante Rosetti, soldato romagnolo trasferito in Sicilia al fronte, e Armida Casadio, “madrina di guerra”, che ha dato supporto morale al soldato in guerra tramite un rapporto di intima corrispondenza epistolare. Un brano che diventa percorso cronologico e storico circa gli avvenimenti dal dopoguerra, con al centro il tema del cambiamento attraverso “l’Italia”. Ma analizzando il testo in profondità si può interpretare e capire che l’Italia era proprio sua nonna. “L’Italia era una donna che ballava la quadriglia…”. Il video, per la regia di Paul Harden, è in animazione 3D e prodotto da Ackagi. Giulio Wilson si è lasciato ispirare da tante lettere, alcune custodite e che rimarranno sempre segrete; altre, tre in particolar modo, così rappresentative di un amore forte, vivo, nato nei giorni segnati dal dolore della guerra. La prima lettera, datata 18 novembre 1942, risale al periodo in cui Dante era soldato in Sicilia. Racconta, scusandosi, di non aver abbastanza carta per scrivere e ricorda: “Non abbiamo noi tutte le comodità dovute, ma a volte dobbiamo arrangiarsi come meglio possiamo. Di novità Mentina non ne avrei, solo spero che stiate bene come pure ve ne assicuro di me per il presente. Quanto al vostro lavoro, immagino che tenderà a crescere e così non avrete neanche tanto tempo per rispondere alle miei”. La seconda lettera è di vero amore, scritta due giorni dopo l’8 settembre 1943: data importante nella storia del nostro Paese, giorno dell’armistizio, del “voltafaccia” improvviso dell’Italia che da alleata di Hitler, diventa alleata degli americani. Decisione presa senza mettere in sicurezza i soldati italiani che combattevano ancora al fronte e che si sono ritrovati, improvvisamente, a nascondersi, in altri casi a combattere con i tedeschi oppure a essere uccisi in massa, come accade in Cefalonia. Fortunatamente Dante, in quel periodo, non era più soldato, ma ferroviere a Ravenna. Erano giorni in cui lui non era sicuro di riuscire ad andare a trovare la sua Mentina a Fossolo: “Ci sono chiacchiere, sembra che i tedeschi stiano per arrivare a Ravenna e dopo quello che è successo a Bologna e non c’è da stare per niente sicuri”. La terza lettera è commovente. La guerra è finita, ma ora il problema è la mancanza di lavoro e, di conseguenza, il fare i conti con la povertà. Dante si scusa, non può andare a Fossolo dalla sua Mentina perché è stato richiamato in servizio alla stazione di San Lazzaro di Bologna. “Mi dovrò privare di un tuo saluto, di una tua carezza, privarmi di un dolce bacio sulle tue labbra, così non potrò nemmeno stringerti forte contro il mio petto, dirti ancora una volta quanto sia grande il bene che ti porto e quanta tenerezza ti meriti. Ti amo Mentina, di un amore semplice e generoso, ti amo tanto che a volte mi domando se potrà durare tanto in uno spasmo così seducente e se dovrò quasi sempre continuare a illudermi e placare la mia frenesia in una semplice fotografia. Vorrei averti vicina, molto vicina per poter guardarti sempre,, per poter leggere quegli occhi che anelo, chiudere per sempre tutta la vita accanto alla tua, a volte Mentina ho un dubbio che mi assale e mi sento molto infelice, quello che da un momento all’altro tu possa stancarti di me. Dimmi che non sarà mai così”