Golden Slumbers, Paul McCartney ispirato da “pisolini dorati”

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Primi mesi del 1969 Un giorno, sbriciando dentro la panchetta del piano, Paul trova lo spartito di un brano il cui testo era tratto da un poemetto di Thomas Dekker…

Primi mesi del 1969
Paul McCartney è giù di morale. I problemi con i Beatles gli fanno venire voglia di tornare alle origini, di fare un salto a Liverpool. Dopo tanto tempo, si reca così a casa di suo padre a Heswall, l’abitazione che aveva comprato al genitore appena aveva messo insieme un po’ di soldi. C’era anche un pianoforte che Paul gli aveva regalato perché il papà lo strimpellava. E con lui anche la sua sorellastra Ruth.
Un giorno, sbriciando dentro la panchetta del piano, Paul trova lo spartito di un brano il cui testo era tratto da un poemetto di Thomas Dekker, uno degli autori scrittori elisabettiani più prolifici e versatili.
McCartney rimane attratto da quel testo che parla di “pisolini dorati” e che sembra una specie di ninna nanna per bambini.
Non conoscendo la musica, compone una melodia che inizia proprio con i versi “once there was a way to get back homeward” cui si aggiungono frasi come “sleep pretty darling do not cry, I will sing a lullaby”… al pezzo, si aggiungerà Carry That Weight, il peso che ognuno dei Beatles dovrà portare sulle proprie spalle per le rispettive carriere soliste: l’ingombrante eredità dei Fab Four.