Paolo Recchia racconta Imaginary place. “Il mio sogno nel cassetto si è già avverato: quello di fare musica, un mestiere che amo, con musicisti che stimo, cosa che non è mai così scontata”

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Paolo Recchia è un sassofonista jazz (alto e soprano) di grande sensibilità, dal timbro caldo e in grado di emozionare già al primo ascolto. La continua ricerca del suono, di una propria voce timbrica quale segno distintivo, ha raggiunto in questo nuovo prodotto discografico ancora più spessore e maturità artistica. Lo abbiamo incontrato durante una tappa del tour che lo sta portando in giro per i jazz club di tutta Italia per la presentazione del suo nuovo cd intitolato “Imaginary place”.

Imaginary place: qual è la genesi del tuo nuovo CD?
Imaginary place nasce dopo l’estate 2020, a seguito di un tour in Italia e all’estero che mi ha dato la possibilità di ripensare ed organizzare un nuovo repertorio con una formazione standard, il quartetto (piano, basso, batteria e sax) che, negli ultimi tempi, avevo accantonato temporaneamente. Abbiamo suonato tanto, la musica era matura e avevo voglia di metterla in un nuovo disco. Venivo da un periodo abbastanza lungo nel quale avevo suonato tantissimo con un’altra mia formazione, il trio (contrabbasso, chitarra e sax) dei due precedenti miei dischi: Peace Hotel e Three for Getz. Con questi album in trio ho avuto la possibilità di approcciarmi alla musica come non avevo mai fatto prima, partendo dal ritmo fino allo studio sul mio suono. Dopo questa esperienza entusiasmante, mi sono voluto rimettere in gioco con il quartetto classico per eccellenza, formato da pianoforte, batteria e contrabbasso ed è per questo che oggi siamo qui.

Ci parli dei musicisti che ti accompagnano?
Iniziamo dal batterista. Con Nicola Angelucci, ci conosciamo da quasi da quasi 20 anni ed è un batterista che eccelle nella sua specialità: la musicalità. Ho scoperto il jazz anche grazie a lui; è un profondo conoscitore della tradizione. Mi piace il suo approccio alla musica, rispettoso del ruolo degli altri. Luca Mannutza, il pianista, è un musicista a 360°, sempre in continua evoluzione, sia dal punto di vista dell’improvvisazione sia dal punto di vista della scrittura. Lavorare con Luca è un’opportunità di arricchimento e fonte di nuovi stimoli. Con Giuseppe Romagnoli, lavoriamo insieme da meno anni, semplicemente perché le nostre strade si sono incrociate più tardi. Mette nella musica tutto sé stesso; per me è davvero un professionista completo, contrabbassista solido e curioso verso nuovi territori musicali. Ricordo alcuni viaggi fatti insieme di notte in cui mi aveva fatto ascoltare musica RAP a non finire. Mi piacciono i musicisti così!

Quali sono gli elementi musicali che vi accomunano?
Vorrei innanzitutto dire una cosa: ognuna delle quattro personalità musicali va ad influenzare e a determinare il sound della band portando la musica in una direzione musicale specifica. Gli elementi musicali che ci accomunano sono diversi: tutti e quattro abbiamo un nostro bagaglio e amore per la tradizione jazzistica; di conseguenza, moltissimi ascolti e riferimenti musicali sono in comune. Altra cosa importante per avere stimoli è avere quell’attitudine, quella curiosità verso gli ascolti attuali, fonte importantissima per continuare a ricercare la propria strada, il proprio suono. Siamo sicuramente 4 musicisti ognuno con le proprie caratteristiche ma allo stesso tempo con delle affinità. Sono tutti ingredienti fondamentali che aiutano a crescere e a rinnovarsi. Concerto dopo concerto ognuno di noi ha imparato a reagire musicalmente agli input degli altri partner ed è proprio così che nel tempo si è venuto a creare e maturare quello che si chiama affiatamento, suono di gruppo. Quest’insieme di elementi danno vita ad una serie di connessioni musicali ed umane che sono a favore della musica che andiamo a suonare e ci permettono di stare bene sia dentro e sia fuori dal palco.

Come è iniziata la collaborazione con Birdbox Records?
Ho conosciuto Lorenzo Vella fondatore e patron della Birdbox Records grazie a Luca Mannutza e alla seduta di registrazione del suo album Uneven Shorter. Sin da subito mi era piaciuto l’approccio professionale e musicale di Lorenzo tanto da proporgli la realizzazione di Imaginary place, senza se e senza ma. Mi ero reso conto che c’era stima e rispetto verso il musicista. Abbiamo sempre conversato sul da farsi senza nessun intoppo; è una di quelle figure professionali sempre propositive, attenta alla cura del minimo dettaglio tecnico e non solo. E se posso dirlo, è anche un sognatore, cosa che non guasta mai. Questo atteggiamento è sana benzina che spinge a mettersi sempre in gioco, proporre idee e progetti.

Ci parli della registrazione?
Una delle sessioni di registrazione più belle di sempre; durata due giorni con un team di circa 20 persone tra tecnici, operatori macchine video da ripresa, ingegnere del suono e regista. In un luogo entusiasmante, ricco di storia e di fascino, propostami da Lorenzo Vella: il Teatro degli Avvaloranti a Città della Pieve. La cosa che più desideravo era registrare in presa diretta, come se fosse un live. Eravamo a porte chiuse. Il suono in teatro ha sempre il suo fascino; l’acustica ti restituisce il suono senza la minima “sporcizia” e con quel giusto reverbero naturale. Non abbiamo usato cuffie, monitor e pannelli. La chicca è stata quella di filmare tutta la sessione di registrazione, realizzare interviste, backstage che raccontassero momenti più spensierati e divertenti e questo grazie all’utilizzo di sette macchine da ripresa video più il drone. Ne abbiamo ricavato un video concerto in FULL HD. Approfitto per dire che il prodotto video è in vendita separatamente oppure insieme al CD fisico. Registrare in quella modalità è stata un’esperienza incredibile, ti mette nella situazione di dover essere impeccabile, ben connessi l’uno con l’altro e curare con attenzione le dinamiche del tuo strumento durante l’esecuzione del brano. Diciamo anche che uno sbaglio, un’incertezza non può essere corretta se non con l’andare a rifare l’intero take.  Abbiamo per la maggior parte tutte prime take. Ci vuole anche un bravo regista e ingegnere del suono che sappia coordinare e gestire tutta l’organizzazione sia audio che video.

Quali pensi possano essere i punti di forza del tuo nuovo album?
Diversi! Innanzitutto, vorrei dire che è un disco tanto desiderato. C’è intensità, tanto affiatamento, c’è quell’atmosfera tipica del live, il suono reale degli strumenti che risuonano nel teatro. C’è freschezza, quell’ingrediente che appartiene ad un’esecuzione autentica, tipica delle prime take. E ultimo ma non ultimo c’è tanta melodia. Chi viene a salutarci a fine concerto ce lo racconta sempre, soddisfatto di aver ascoltato un gruppo coeso, elegante e delicato. Non lo dico io eh!

Ci parli delle tue prossime esperienze live legate alla presentazione del CD?
Il calendario dei concerti di Imaginary place è sempre in continuo aggiornamento. Il tour, partito alla fine del 2022, ha toccato già diverse città italiane come Roma, Latina, Fondi (LT) che tra l’altro è la mia città d’origine. Saremo in Campania, nel nord Italia tra Liguria e Toscana per arrivare fino a Catania con un doppio concerto 28 e 29 aprile. tutti gli aggiornamenti delle date dei concerti li trovate sui miei canali Social Instagram e Facebook.

Siamo nella settimana del Festival di Sanremo. Ricordo che hai avuto anche collaborazioni trasversali in ambito pop. Ce le racconti? Il festival è un palco su cui ti piacerebbe salire?
Ho collaborato con Samuele Bersani come solista nel brano Lo scrutatore non votante, nel suo album L’Aldiqua (2004, SONY BMG). Suonavo il sax soprano in quell’occasione. Abbiamo fatto Festivalbar nel 2004 in piazza del plebiscito a Napoli. Penso ci siano davvero pochi artisti come lui: a parte la bellezza delle sue canzoni, mi riferisco a quanto sia un artista vero, sincero, profondo oltre ad essere (per quel poco che siamo stati insieme) secondo me un ragazzo davvero umile. Poi, intorno al 2010, ho preso parte ad un programma che andava in onda su RTL e in contemporanea dal vivo dal Teatro della Garbatella di Roma, si chiamava OGNI MALEDETTA DOMENICA condotto da Giorgio Panariello. Lì ho suonato con Mario Biondi, Renato Zero, Claudio Baglioni, Pino Daniele. Posso davvero dire che sono state esperienze che mi hanno lasciato qualcosa d’importante sia a livello musicale che professionale. Mi spiego: nel jazz hai tempi più lunghi per costruire un tuo assolo, un’interazione con la band del tutto diversa invece nel pop hai un minuto di tempo, anche meno, per lasciare a quel brano e a quell’artista un tuo assolo che sia d’impatto, che arrivi subito; non hai tempo per costruire da zero ma devi ottimizzare tutto. E trovo che sia un altro aspetto del lavoro molto interessante perché mette alla prova la tua maturità ed esperienza da musicista e da solista. Mi piace mettermi in gioco sempre e migliorare, anche in diversi contesti musicali.
Il palco di Sanremo? Se dovesse capitare un giorno, certo che si! Perché no? Sarei disonesto a dire di no. Naturalmente sempre a servizio della bella musica, portando il mio piccolo contributo musicale.

Quali sono i tuoi prossimi progetti o sogni nel cassetto?
Per ora continuo a promuovere e a portare in giro Imaginary place. Anche le collaborazioni come sideman vanno avanti. Faccio parte del quartetto di Luca Mannutza “Uneven Shorter”, progetto nel quale ho la possibilità di esprimermi al massimo. In questo 2023 sono, inoltre, in programma 2 dischi come sideman, con musicisti che stimo tantissimo e non vedo l’ora di cominciare le registrazioni.  
Sogni nel cassetto? penso che si sia già avverato: quello di fare musica, di aver scelto di fare una cosa che amo e con musicisti che stimo, cosa che non è mai così scontata. Ma non voglio limitarmi solo a me! Mi piacerebbe vedere sempre più persone che non perdano mai passione e curiosità, e che non si fermino a “ciò che appare”. È il motore che permette alla cultura di continuare ad evolversi e a vivere di ottima salute.

Dove si può trovare il CD? Sarà distribuito sulle piattaforme online?
Il CD è disponibile su tutte le piattaforme digitali, nei negozi, sul sito dell’etichetta discografica BIRDBOXRECORDS. Inoltre, se venite ai concerti potete acquistarlo direttamente da me con dedica personalizzata. (ndr. sorride). “Imaginary place” è in distribuzione in tutto il mondo: Russia, Giappone, Stati Uniti, Canada, ecc. motivo in più di grande orgoglio e soddisfazione.