Don Backy, più attivo culturalmente che mai

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Protagonista del libro Sanremo, che passione! I cantanti toscani al festival della musica leggera italiana (dove ho avuto l’occasione di intervistarlo) a giorni torna con un suo libro giallo, ma continua ad esibirsi live .. così da soddisfare l’amore che i fans hanno per lui!

Una tipica espressione toscana definisce senza capo ne coda un progetto strampalato, basato sul caos: questo è il titolo che ha voluto dare ad una serie di racconti da sceneggiare per ottenerne telefilm, o un reality game da elaborare. Don Backy li definisce .. gialli improbabili, strampalati e molto divertenti.. I racconti sono cinque. Essendo storie con un inizio e una fine precisa – pur facendo parte della stessa storia in un unico volume dal titolo Senza Capo né Coda. Il periodo in cui si svolge la storia – per alcune situazioni e luoghi descritti – sono i mesi tra Giugno e Novembre del 1966, con relativa e sempre gradita colonna sonora. Quello è anche un suo periodo musicalmente creativo e quindi non è azzardato usare il termine autobiografico per inquadrare l’humus in cui si svolgono.

I protagonisti sono due cugini toscani, squattrinati e senza mestiere, tipi estremamente diversi tra loro; l’uno, il più giovane tra i due, intorno ai venticinque anni, hippy nel modo di vivere, con velleità di scrittore, strimpellatore di chitarra, perditempo, sognatore e poeta della rivoluzione giovanile hippy, all’apparenza poco interessato al denaro, pur senza disconoscerne l’utilità. L’altro, tipo tendente al raffinato, con velleità nobiliari. Lo chiamano ‘conte’ e lui accetta di buon grado il titolo (sostenendo di esserlo da parte di madre) nel giro della Firenze bene, che – in qualche modo – riesce a frequentare più per il suo, comunque distinto aplomb, che per un reale interesse da parte di chi – sistematicamente – gli offre pranzi e inviti a party eleganti, ai quali peraltro, si presenta – a dire il vero – sempre in maniera impeccabile, bardato nel suo smoking, baluardo strenuamente difeso dal monte dei pegni. Musicista più raffinato dell’altro, cultore del pianoforte, corteggiatore con modi fin de siecle di tutte le signore – che non sempre solo divertite – ne accettano le attenzioni. Sui quarantacinque anni. Un loro zio – fratello dei loro padri – arcimiliardario, scapolo impenitentee senza altri parenti prossimi, è costretto – per raggiunti limiti di età – a dare forfait alla sua vita terrena. I due cugini, sono avvertiti dal notaio di fiducia – dottor Burlando Gabbatoni – della lettura del testamento.

Si recano presso quello studio e apprendono dalla voce e dalle immagini – preventivamente girate dallo zio – le condizioni alle quali devono sottoporsi, per entrare in possesso dell’eredità. Scopriranno così che per riuscire ad ottenerla, lo zio ha fatto in modo che se la dovranno sudare. Dovranno infatti risolvere alcuni indovinelli, che nascondono la loro soluzione, in altrettante città d’arte italiane, europee o mondiali. L’assolvimento dei medesimi, di volta in volta, farà giungere i due alla scoperta di una nota musicale. Trovatala, essi torneranno a Firenze, la riveleranno al notaio, che – appuratane l’esattezza – consentirà loro di accedere a un secondo filmato, mediante il quale, lo zio defunto rivelerà un nuovo indovinello da risolvere con relativa altra nota da scoprire, in una nuova città. Tutte le note musicali scoperte – se esatte – forniranno un motivo che, suonato in corrispondenza della cellula foto-musical-elettrica, situata alla base della cassaforte, nella quale si trova l’agognata eredità, ne permetterà (unico modo) l’apertura come fosse un grande Sesamo. I due cugini – che pensavano di dover solo e subito entrare in possesso dei miliardi – maledicendo il marchingegno e chi lo ha inventato – sono costretti a partire per la prima tappa di questo itinerario alla scoperta della nota. Naturalmente il loro soggiorno in queste città, sarà costellato di fatti e di avventure, a volte create a bella posta dalla sadicità dei loro defunto zio Barabba (con la collaborazione di suoi amici, sparsi in ogni dove, grazie alla sua professione di orafo tra i più rinomati al mondo), altre volte queste difficoltà, saranno di natura del tutto casuale, tanto che i due eroi, non riusciranno mai a essere certi – considerata la stranezza di ciò che accade loro – se quel che gli capita sia opera dello zio, oppure no. Le traversie in ogni città, saranno di tipo giallastro‑scombiccherato. Comunque, alla fine – sempre per caso – i due riusciranno a trovare ciò che cercano. Davanti alla cassaforte che si aprirà, ci saranno però… inattesi colpi di scena.
Il libro Senza capo né coda esce per CNI Compagnia Nuove Indye, storica etichetta discografica.