Nomadi: a Riccione si torna al 1963

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“Se potessi tornare indietro nel tempo, tornerei solo per quell’estate lì”. Parole uniche e inequivocabili quelle di Beppe Carletti che, a Riccione, ha confermato tutto il suo amore per la città romagnola dove nel 1963 è iniziata la storia dei Nomadi. Sabato 10 giugno, nell’area concerti di Piazzale Roma, si è tenuto il secondo concerto celebrativo per i 60 anni di carriera dei Nomadi.

I Nomadi con la speciale torta per i 60 anni (al centro la sindaca di Riccione)

Dopo il bagno di folla della città natale Novellara, questa volta Beppe Carletti ha voluto celebrare questo importante compleanno in quel di Riccione. Perché nel giugno del 1963 i Nomadi debuttarono proprio in questa città, al Frankfurt Bar, dove per 77 giorni suonarono per tante persone. Erano giovanissimi Augusto Daolio e Beppe Carletti e non sapevano ancora che presto avrebbero suonato ogni sera per migliaia di persone. A ricordare questo evento è anche una targa posta in Piazzale Azzarita, dove si trovava appunto il Frankfurt Bar. Targa che era stata posta nel 2003, in occasione dei 40 anni di carriera del gruppo ma che, qualche tempo fa, per motivi sconosciuti, è stata rimossa. A ripristinarla ci ha pensato la sindaca di Riccione, Daniela Angelini che, sul palco, ha ricordato l’importante legame tra la band emiliana e la città romagnola. Che poi ha voluto ricordare Beppe Carletti Emilia e Romagna “sono una cosa sola”.

La targa commemorativa a Piazzale Azzarita, dove si trovava il Frankfurt Bar

La “Festa” per i 60 anni si è aperta venerdì 9 giugno con l’inaugurazione a Villa Mussolini della mostra “Augusto Daolio. Uno sguardo libero”, che restituisce non solo l’immagine di Daolio come grande musicista, ma anche come pittore, scrittore, artista, uomo della sua terra, amante dei viaggi e della natura, e con la presentazione del libro “Una voglia di ballare che faceva luce. Il romanzo di noi Nomadi” di Beppe Carletti e Gianluca Morozzi. Poi spazio alla musica. Anche il concerto di Riccione ha riservato qualche gradita sorpresa ai tanti fans arrivati da tutta Europa. Se Novellara è stata una festa con la partecipazione di diversi ex componenti del gruppo, a Riccione la band attuale si è presa l’attenzione che merita, sfoderando una delle migliori performance di questi ultimi anni. A presentare la serata è stato il giornalista Marco Barbieri, una figura importante e costante nella storia dei Nomadi. Ad aprire la serata il rapper Djomi (all’anagrafe Domenico Giovanni Pini) di Cervia, a conferma del pluralismo musicale che da sempre ha animato gli appuntamenti della band che, in apertura dei loro concerti, hanno ospitato artisti emergenti di ogni estrazione.  Poi Marco Barbieri ha chiamato Beppe Carletti per un saluto insieme alle autorità di Riccione e a tutti i componenti del gruppo. A sottolineare il mondo una torta gigante per spegnere idealmente con tutto il pubblico presente le 60 candeline.

Il pubblico dei Nomadi a Riccione

Poi spazio alla musica. La voce di Neri Marcoré in “Noi Nomadi”, ha introdotto “Cartoline da qui”, il brano scritto da Ligabue e che dà il titolo dall’ultimo album. La voce di Yuri Cilloni dà la carica. Dall’alto della sua postazione, Beppe Carletti (che si è alternato tra tastiere e fisarmonica), si è gustato felice questo importante traguardo, che rappresenta un altro tassello importante per quella che è la band più longeva d’Italia (seconda al mondo solo ai Rolling Stones). La scaletta è poi proseguita con un doveroso omaggio ad Augusto Daolio, con l’esecuzione di alcuni dei capolavori del suo ultimo periodo, ovvero “Ma che film la vita”, “Contro” e “Gli Aironi Neri”. Poi è stata la volta de “I ragazzi del ponte”, “Dove si va” e “Tutto a posto”. In ogni momento la band è impeccabile: dalla chitarra di Cico Falzone alla sezione ritmica composta dal batterista Daniele Campani e dal bassista e cantante Massimo Vecchi, con i preziosi contributi del violinista e chitarrista Sergio Reggioli.

Beppe Carletti sorride sul palco: nel 1963 con Augusto Daolio iniziava la storia dei Nomadi

L’ultima produzione del gruppo ha poi tenuto banco con brani come “Frasi nel fuoco” e “Barbanera”, sapientemente alternati a classici come “Il fiore nero” e “Auschwitz”. Poi, sempre a proposito dell’ultimo lavoro, è stata la volta della prima ospite della serata. La cantante Antonella Lo Coco (già vista a Novellara e presente nell’ultimo disco), che cantato in duetto con Yuri Cilloni “Un’altra rosa”, brano balzato già ai vertici delle preferenze del gruppo e destinato a diventare una hit immancabile nei vari concerti. Tra le perle del recente passato è stata ripescata la struggente “Se non ho te”, mentre “Il vecchio e il bambino” ha rimarcato l’alleanza con la produzione di Francesco Guccini. Poi è stata la volta di un gradito fuori programma. Sul palco è salito Mirko Casadei, leader dell’Orchestra Casadei. In omaggio alla Romagna e come segnale di speranza e ripartenza per quanto accaduto con la recente alluvione, tutti i musicisti sul palco e il pubblico si sono lanciati in una commovente versione di “Romagna mia”.

I Nomadi sul palco con Mirko Casadei

Il concerto è poi proseguito con alcuni grandi classici come “Noi non ci saremo”, “Salvador”, “Un pugno di sabbia” e “Mediterraneo”, affidata alla voce di Sergio Reggioli. Siccome le sorprese non finiscono mai, ecco che sul palco è arrivata, con grande sorpresa per i fans, Elisa Minari. Elisa è stata la bassista dei Nomadi in uno dei momenti più delicati nella storia del gruppo: nel 1992 prese il posto di Dante Pergreffi (prematuramente venuto a mancare in seguito a un incidente stradale) e con Augusto Daolio che non sapeva di essere afflitto da un brutto male. E’ stato lo stesso Beppe Carletti a ricordarlo sul palco: “Elisa, la vogliamo raccontare tutta? Sei arrivata in un momento particolare per noi. Augusto era molto affranto per la scomparsa di Dante. Bisogna trovare un sostituito: la mia preoccupazione era che, ogni volta che augusto si girava verso un bassista, si poteva commuovere penando a Dante. Per questo ho pensato a una ragazza. E’ arrivata Elisa, che è stata con noi per diversi anni. Ora una cosa posso dirla. A Elisa non gli ho mai detto tutta la verità. Non sapeva delle condizioni Augusto”. Poi Elisa Minari ha imbracciato il basso elettrico e ha eseguito con il gruppo “La collina” e “La settima onda”, cantata dal bassista attuale Massimo Vecchi, che ha poi bissato con “Marinaio di vent’anni”.

I Nomadi sul palco con Elisa Minari

Tra i presenti sotto il palco anche l’autrice di tante canzoni dei Nomadi, Lorella Cerquetti, che Beppe Carletti ha tenuto a ringraziare pubblicamente per il contributo che ha dato alla storia dei Nomadi. E infatti subito è partita una travolgente versione di “Io voglio vivere” (uno dei brani firmati dalla Cerquetti), seguita da “Ho difeso il mio amore”, “Un giorno insieme”, “Canzone per un’amica” e “Dio è morto”. E’ stata la volata finale di una serata lunga e indimenticabile. Cico Falzone, aiutato da tutti i componenti del gruppo, ha letto i numerosi messaggi e striscioni fatti pervenire dai fans sul palco. Poi con tutti gli ospiti sul palco è stata eseguita la classica “Io vagabondo”, con cui il gruppo chiude abitualmente i concerti. Per i Nomadi giugno è iniziato sotto i migliori auspici. Ma i festeggiamenti per i 60 anni non si fermano qui. Per tutta l’estate il gruppo girerà in tutta Italia per portare la propria musica e la propria filosofia di vita anche a chi non è potuto arrivare a Novellara e Riccione. E sono attese alle sorprese fino alla fine dell’anno.