Bagno di folla per il film di Federico Micali sulla straordinaria rivoluzione della Comunità dell’Isolotto

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Si intitola Le Chiavi di una Storia – La Comunità dell’Isolotto e Lunedì 19 Giugno è stato proiettato nel luogo centrale dove ruota tutta la vicenda narrata ossia la piazza di fronte la Parrocchia della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie: presentati da Raffaele Palumbo, sono intervenuti sia il regista, ma anche Mirko Dormentoni (presidente del Quartiere 4) e Beatrice Barbieri, presidente della Commissione Cultura ma soprattutto insegnante alla scuola elementare della vicina Montagnola, dove la comunità locale si oppose all’apertura di un dancing / balera con un presidio continuato. Prodotto dalla Comunità dell’Isolotto con il supporto di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, sottolineo la calorosa accoglienza tributata dal numeroso pubblico presente Lunedì 19 Giugno: ogni tanto interrompeva la proiezione con sinceri applausi..

Il 51enne Federico Micali è isolottiano da una decina di anni, mentre io lo so da un quarto di secolo: ma nessuno di noi si poteva immaginare di venire ad abitare in un quartiere con una fortissima dignità legata alla storia che ha vissuto sulla sua pelle: il film ritorna ai primi attimi di vita del rione fiorentino, da quando nel ‘54 arrivò don Mazzi (compagno di seminario di don Milani), il prete che passava dalla parrocchia al circolino comunista sconcertando i “benpensanti” e tutta la Curia. Un murales (dipinto realizzato da Arke and Droste) da questo inverno è posto vicino al portone della chiesa e sono dipinti due personaggi importanti di questa Firenze post Seconda Guerra Mondiale: tanti riconoscono Giorgio La Pira e pochi Mario Fabiani … ma sono i sindaci che hanno pensato a questo quartiere giardino, il primo l’ha completato ed il secondo l’ha iniziato.

Nel film realizzato da Federico Micali (oltre al materiale storico recuperato) parla il popolo ed ognuno degli intervistati ha un episodio che completa una passionale analisi (direi quasi un excursus) di una vicenda su cui ne scrivevano il New York Times, The Guardian e financo il francese Le Monde: quella esperienza comunitaria (cominciata in chiesa e proseguita nella piazza per oltre trent’anni) è arrivata fino ad oggi e arricchita da molteplici iniziative sociali (dalla cura alla scuola, per la trasparenza e per il lavoro). Detto che molti degli intervistati (giovani attivisti in quel ‘68 isolottiano) sono miei attuali vicini di casa, mi piace sottolineare che il film punta molto sulla componente musica per enfatizzare alcuni momenti salienti: lo staff coordinato da Micali ha già pronte le versioni in diverse lingue (dal catalano all’inglese) e questo significa sicuramente una prossima stagione a livello internazionale per Le chiavi di una storia – La comunità dell’Isolotto.