Enzo Jannacci. Vengo anch’io, al cinema dall’11 al 13 settembre

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Dall’11 al 13 settembre al cinema Enzo Jannacci – Vengo anch’io, il documentario diretto da Giorgio Verdelli presentato fuori concorso alla mostra del cinema di Venezia a dieci anni dalla scomparsa del grande artista milanese, definito da Paolo Conte “il più grande cantautore italiano” e che Vecchioni considera “l’unico grande genio musicale che abbiamo avuto in Italia“. Tra i numerosi interventi quelli di Diego Abatantuono, Cochi Ponzoni, Massimo Boldi, Nino Frassica, Paolo Conte, Vasco Rossi, Roberto Vecchioni, Paolo Rossi, Paolo Jannacci, Dalia Gaberscik, Claudio Bisio, Elio, Dori Ghezzi, Paolo Tomelleri, Francesco Guccini, Massimo Martelli, Gino & Michele, J-Ax, Valerio Lundini, Francesco Gabbani e Guido Harari, tutti nella parte di se stessi.

Talento immenso e spiazzante, Enzo Jannacci ha navigato tra tanti generi diversi perché lui stesso era un “genere” unico. Nella Milano degli anni Sessanta, Jannacci ha scelto di raccontare gli esclusi e ha saputo recuperare e innovare la canzone popolare milanese anche attraverso collaborazioni con artisti come Dario Fo, Giorgio Strehler, Fiorenzo Carpi. Questa sua spiccata sensibilità, artistica e umana, si è tradotta negli anni in una costante invenzione linguistica e musicale che gli ha permesso di muoversi con maestria tra canzone d’autore e cabaret, rock’n’roll e jazz, teatro e cinema. In questo film, a bordo di un vecchio tram, si è trasportati in una Milano senza tempo che restituisce, attraverso un vastissimo repertorio spesso inedito e a prestigiose testimonianze di amici e colleghi – dal figlio Paolo a Vasco Rossi e poi Paolo Conte, Claudio Bisio, Diego Abatantuono, Roberto Vecchioni e molti altri – il ritratto sorprendente di un artista straordinario.

Enzo Jannacci vengo anch’io non è una biografia di Enzo Jannacci, ma un’esplorazione del suo mondo insieme ai suoi amici e ai suoi “allievi” di più generazioni. L’artista Jannacci era inscindibile dall’uomo, da quel genio la cui capacità di sintesi e di invenzione non ha mai smesso di stupire ed emozionare. Ci manca Jannacci. Ci manca quel suo sorriso stralunato e intelligente capace di catturare un mondo con una parola racchiudendolo in un “Perché no”. Di tutto questo molto sarà nel film e molto no, perché Jannacci ha avuto una produzione artistica immensa, ma sicuramente arriverà a “Quelli che fanno un lavoro d’équipe convinti di essere assunti da un’altra ditta” (Giorgio Verdelli)

Grazie a un sapiente uso del montaggio, è lo stesso Jannacci il narratore del film. I momenti topici, le collaborazioni con l’amico Giorgio Gaber, con Dario Fo, l’incontro con Cochi & Renato, ma anche le avventure sui palchi, teatri, cantine e quella vocazione di medico che forse gli sarebbe piaciuto seguire di più, vengono raccontate in prima persona, recuperando le sue parole da un’intervista finora inedita, rilasciata nel 2005 allo stesso Giorgio Verdelli.

Un film di Giorgio Verdelli, prodotto da Sudovest Produzioni e Indigo Film, in associazione con Gianfranco Romano, con la partecipazione di Ala Bianca Group e Jando Music.