One Piece: serie di successo con una grande colonna sonora

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La serie Netflix “One Piece”, è stata una piacevole sorpresa. Tratta dall’omonimo manga di Eichiro Oda, ha goduto della supervisione del Maestro, e si vede! Si è riuscito a trasporre il pathos degli episodi cartacei di Oda, continuando ad emozionare una vastissima platea.

Le musiche sono di Sonya Belousova e Giona Ostinelli. Interessante il tema Hip Hop all’arrivo del terribile uomo-pesce Arlong (con vaghi echi a Killmonger nemico del 1° Black Panther). Mentre nel duello con Dracul Mihawk, dato il look gotico spagnoleggiante abbiamo degli echi “flamenco” che ritmano il combattimento furioso con il nobile spadaccino Roronoa Zoro. Mentre al completamento della nutrita ciurma, abbiamo il tema epico “Wealth Fame Power”, che incorona il sogno del Re dei Pirati Monkey D. Rufy, senza dimenticare i pericoli e sacrifici che dovrà affrontare, con il sinuoso e subdolo tema di Bagy il Clown ( parodia del Joker milleriano). Gli influssi, palesi sull’opera di Oda, derivano principalmente da Akira Toriyama (la follia di Arale combinati con gli epici combattimenti di Goku), ma come sempre ha tenuto a rimarcare anche “Vicky il vichingo” ha avuto un peso notevole, come vedremo nella saga di Elbaf dei vichinghi giganti. Le musiche di Vicky il vichingo sono un lisergico Rock Progressive, specialmente nella scatenata sigla tedesca (essendo di produzione nippo-europea come L’Ape Maya). Nello splendido pezzo “I Owe you my life” come Ennio Morricone ci insegna, l’autrice Belousova attraverso una nostagica carrellata musicale ci illustra i vari personaggi: si parte con il Funky di Sanji, per passare alla Melanconica Nami e il suo Windmill Village, con un tocco orientale nel presentare Zoro, fino all’epico e coinvolgente tema di Rufy.  Insomma l’opera di Netflix, con l’avallo di Eichiro Oda, ci ha donato un’opera piratesca, con molta leggerezza e fantasia, ma con un cuore grande e indomito. (a cura di Jean-Pierre Colella)