L’astrolabio mistico di Michel Godard e Roberto Ottaviano

Tempo di Lettura: 8 minuti

In un disco, il racconto della storia d’amore tra Federico II e Bianca Lancia

Il serpentone e il basso elettrico di Michel Godard, il sax soprano di Roberto Ottaviano, il canto di Ninfa Giannuzzi, la tiorba di Luca Tarantino, i testi e la voce recitante di Anita Piscazzi si sono incontrati nel Castello Normanno-Svevo di Gioia del Colle (Ba) per raccontare, proprio nel luogo del suo misterioso epilogo, la vita di Bianca Lancia, «l’unica donna che l’imperatore Federico II di Svevia abbia mai amato». Prodotto da Maurizio Bizzochetti per l’etichetta Dodicilune nella programmazione Puglia Sounds Record 2023 (Operazione finanziata a valere su Fondo Speciale cultura – Calendario unico regionale 2023), distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei principali store online da Believe, martedì 31 ottobre esce Astrolabio Mistico. Il CD, frutto di due giorni di registrazioni nell’antica fortezza pugliese con il sound engineer Angelo Pantaleo, propone quattordici composizioni scritte e arrangiate dai quattro musicisti che, grazie alle liriche originali di Anita Piscazzi, ripercorrono questa storia d’amore tra stupor mundi e la giovane nobildonna.

Puglia Sounds Records

«La tradizione racconta che Federico abbia incontrato Bianca (tra il 1225 e il 1230) nel corso di un giro di controllo delle città imperiali nel nord della penisola italiana. L’imperatore, invaghitosi della ragazza, volle portarla con sé al seguito di Manfredi, zio di lei e marchese di Monferrato», racconta Anita Piscazzi. «La famiglia Lancia di origini piemontesi, si sarebbe trasferita al sud dopo l’incontro tra i due. Non potendo convolare a giuste nozze, perché l’imperatore era già sposato con Isabella d’Inghilterra, terza moglie imposta dal papa Gregorio IX per ragioni di stato, i due mantennero una relazione clandestina ma tutt’altro che segreta, tanto che da essa nacquero tre figli: Costanza (1230 -1307), Manfredi (1232 – 1266), ultimo sovrano della dinastia sveva del Regno di Sicilia, e Violante (1233-1264). Secondo una leggenda che ci è stata tramandata dal cronista Bonaventura da Lama, durante la gravidanza del secondo genito Manfredi, Federico per gelosia e per sospetto di tradimento di lei con un paggio, tenne rinchiusa Bianca in una delle torri del Castello di Gioia del Colle», prosegue. «La sensibile principessa non poté resistere all’umiliazione, tant’è che vinta dal dolore, si tagliò i seni, come prova d’amore e di fedeltà, li inviò all’imperatore su di un vassoio assieme al neonato. La donna supplicò poi il sovrano di sposarla in articulo mortis per la salvezza della sua anima. Ogni notte, dal giorno della sua morte, nella “Torre dell’imperatrice” del Castello, si avverte un flebile e straziante pianto. È il lamento di Bianca offesa che protesta in eterno la sua innocenza, proprio come è eterna la misura del tempo di un astrolabio, simbolo di morte e di rinascita perenne».

Michel Godard, musicista e compositore francese, è uno dei pochissimi solisti di tuba e probabilmente l’unico solista di serpentone, strumento, antenato della tuba, che nasce come il basso della famiglia dei cornetti e che non aveva mai goduto di un repertorio solistico. Godard, sviluppando su questo strumento dimenticato il suo enorme talento tecnico, vi esegue un repertorio che va dalla musica del XVI secolo al jazz ed alla musica improvvisata. Come solista di musica classica, ha suonato e registrato con l’Orchestre Philarmonique de Radio France, con l’Orchestre National de France, con l’ensemble Musique Vivante, con l’Ensemble La Fenice di Parigi, con XVIII-21 Musique des lumières, con l’Ensemble Jacques Moderne. Nell’ambito del jazz, ha suonato, con Rabih Abou-Khalil, Luciano Biondini, Linda Bsiri, Michel Portal, Louis Sclavis, Henry Texier, Enrico Rava, Michael Riessler, Kenny Wheeler, Ray Anderson, Sylvie Courvoisier, Wolfgang Puschnig, Linda Sharrock, Misha Mengelberg, Maria Pia De Vito, Dave Bargeron, Steve Swallow. Inoltre, ha collaborato con la Bagad bro Kemperle, orchestra bretone di bombarde, cornamuse e percussioni; con la star reggae Alpha Blondy, con la compagnia di danza contemporanea “Taffantel”, con i musicisti rock John Greaves e Pip Pyle, tra i protagonisti della Scena di Canterbury, con la scrittrice Nancy Huston. Il primo progetto a suo nome è stato Le Chant du Serpent, del 1989; tra i successivi progetti a suo nome, sono soprattutto da ricordare Archangelica, in cui è accompagnato dall’Atelier des musiciens du Louvre, un gruppo di straordinari musicisti specializzati nella musica barocca e classica su strumenti originali; Castel del Monte, registrato nel 1998 appunto a Castel del Monte, l’imponente monumento costruito da Federico II in Puglia, dove è affiancato tra gli altri dal clarinettista Gianluigi Trovesi, dal percussionista Pierre Favre, dal trombettista Pino Minafra e dalla cantante di musica popolare Lucilla Galeazzi; e ancora Castel del Monte II: Pietre di Luce, nel quale i suoni del quintetto jazz, composto dalla Bsiri, dal clarinetto di Gabriele Mirabassi, dal violoncello di Vincent Courtois e dalla percussionista Marie-Ange Petit, molto nota in ambito classico, si mescolano a quelli delle voci e degli strumenti antichi del gruppo di musica medievale Ensemble Calixtinus. Come compositore, ha scritto brani per Radio France, per la Südwestrundfunk e per il Ministero della Cultura francese. Con l’etichetta Dodicilune ha pubblicato “Doux désirs” con Ihab Radwan (2017), “The Roots of Unity” con il compianto Rino Arbore (2015) e partecipato ad altri progetti discografici.

Attivo sulla scena jazzistica internazionale da oltre quarant’anni, Roberto Ottaviano ha suonato e inciso con alcuni tra i più importanti musicisti americani ed europei a cavallo tra diverse generazioni. A cinque anni prende lezioni di clarinetto al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari poi studia sassofono classico a Perugia con Federico Mondelci, armonia e composizione classica con Walter Boncompagni, Giacomo Manzoni e Luigi Nono. Un fortuito incontro con Steve Lacy lo spinge ad approfondire lo studio del sax soprano. In America studia composizione jazz e arrangiamento con Ran Blake, Bill Russo, George Russell collaborando con Buck Clayton, Ernie Wilkins, Benny Bailey, Sal Nistico; poi è membro dell’orchestra di Andrea Centazzo, collabora con Gianluigi Trovesi, Theo Jörgensmann, Franz Koglmann, Carlo Actis Dato, Radu Malfatti, Carlos Zingaro, Franz Koglmann, Georg Gräwe, Ran Blake, Tiziana Ghiglioni. Nel 1983 pubblica il suo primo album (“Aspects”) con Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu, Carlo Actis Dato. Nel 1986 costituisce un quartetto con Arrigo Cappellatti. Nel 1988 fonda l’ensemble di ottoni “Six Mobilies”, nel 1988 incide un omaggio a Charles Mingus (Mingus – portraits in six colours ), nel 1990 incide “Items from the old earth”. Dal 1979 collabora con numerosi musicisti jazz come Dizzy Gillespie, Art Farmer, Mal Waldron, Albert Mangelsdorff, Chet Baker, Enrico Rava, Barre Phillips, Keith Tippett, Steve Swallow, Irene Schweizer, Kenny Wheeler, Henry Texier, Paul Bley, Aldo Romano, Myra Sant’agnello, Tony Oxley, Misha Mengelberg, Han Bennink, Mario Schiano, Trilok Gurtu, Samulnori, Pierre Favre. Suona in moltissimi jazz festival europei e americani. Si esibisce in Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Francia, Danimarca, Norvegia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Jugoslavia, Albania, Romania, Russia, India, Giappone, Messico, Tailandia, Marocco, Algeria, Costa d’Avorio, Senegal, Cameroun, Stati Uniti, Canada, ed ha inciso per Red, Splasc(h), Soul Note, Dodicilune, Hat Art, Intakt, ECM, DIW ed Ogun. Da didatta ha tenuto corsi a Woodstock N.Y., nei conservatori di Città del Messico, Vienna, Groningen, presso le istituzioni culturali di Urbino, Cagliari, Firenze, Roma, Siracusa. Ha fondato il corso Musica Jazz nel Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari e di cui è coordinatore da quasi 30 anni. È autore del libro, “Il sax: lo strumento, la storia, le tecniche” (Muzzio editore, 1989). Per Dodicilune ha pubblicato, con varie formazioni, “Un Dio Clandestino” (2008), “Arcthetics. Soffio Primitivo” (2013), “Forgotten Matches. The Worlds of Steve Lacy” (2014), “Astrolabio” (2015), “Eternal Love” (2018), i due dischi dell’anno per Top Jazz (referendum indetto dalla rivista Musica Jazz) “Sideralis” (2017) e “Resonance & Rhapsodies” (2020), “Charlie’s Blue Skylight” (2022) e “A che punto è la notte” (2023). È stato eletto musicista italiano dell’anno per Top Jazz 2022, referendum annuale indetto dalla storica rivista Musica Jazz.

Cantante, cantautrice, musicista, ricercatrice, autrice e attrice, Ninfa Giannuzzi è stata voce dell’orchestra della “Notte della Taranta” collaborando, tra gli altri, con Piero Milesi, Tosca, Carmen Consoli, Vittorio Cosma, Stewart Copeland, Ambrogio Sparagna, Mauro Pagani, Noa, Gianna Nannini, Franco Battiato, Francesco De Gregori, Beppe Servillo. Dal 2008 al 2014 collabora con i Cantieri teatrali Koreja nella messa in scena di un’opera ispirata ai canti funebri delle “prefiche” salentine “La passione delle Troiane” in cui cantante, violinista e attrice ma anche autrice delle musiche dei testi in griko e consulente linguistica. Nel gennaio del 2020, da una sua idea, i Cantieri Teatrali Koreja producono uno spettacolo teatrale ispirato alla vita e alle opere di Rosa Balistreri “Rosa Rose”. Si dedica anche alla scrittura di colonne sonore e nel 2019 in particolare delle musiche del film “L’abbraccio” di Paola Manno. Ha all’attivo due collaborazioni in progetti internazionali. Nel mese di ottobre 2022 ha partecipato al Festival mondiale dell’arpa in Paraguay insieme all’arpista Giuliana De Donno. A gennaio del 2023 è uscito un documentario sulla sua storia di musicista e di donna Grika: “Mia fonì grika”. Nel 2023 è diventata Docente per la Musica Popolare al Conservatorio Statale di Musica “Lorenzo Perosi” di Campobasso. Ha all’attivo più di 40 partecipazioni a produzioni discografiche. A suo nome ha pubblicato i cd “Tis klèi” (2007), “Funzione preparatrice di un regno” (2011), “Àspro” (2014) e “Amartia” (2023) con Valerio Daniele, “Rosamarino” con Rachele Andrioli, Simona Gubello e Meli Hajderaj (2016), “Astrolabio mistico” con Michel Godard, Roberto Ottaviano, Luca Tarantino, Anita Piscazzi (2023). Da segnalare anche il concerto|spettacolo Azadi con Shadi Fathi, Valerio Daniele e l’artista visivo Egidio Marullo.

Luca Tarantino, leccese, a sette anni inizia a suonare la chitarra diplomandosi a Bologna, quindi studia musicologia, liuto e musica elettronica. Svolge costante attività concertistica e di ricerca, collaborando con alcuni tra gli ensemble barocchi più importanti (Cappella Neapolitana, Concerto de’Cavalieri, I Barocchisti, Dramatodia, Cappella della Pietà dei Turchini, Dramatodia) affiancando solisti del calibro di Daniela Barcellona, Anna Caterina Antonacci, Mariagrazia Schiavo, Pino De Vittorio, Gabriele Cassone, Luigi Piovano, Vivica Genaux, Roberta Invernizzi, Anne Hallenberg, Ana Quintains, Silvia Frigato, Federico Guglielmo, Gemma Bertagnolli. Polistrumentista, ha intrapreso anche percorsi di confine con artisti provenienti da altri ambienti sonori, tra cui Angelo Branduardi, Ludovico Einaudi, Canzoniere Grecanico Salentino, Bryce Dessner, Piers Faccini, Michel Godard, Avi Avital. Sin dal 2005 partecipa a Sound Res, residenza artistico-musicale al cui interno si è esibito con i più importanti esponenti della musica contemporanea newyorkese. Ha composto colonne sonore per cortometraggi, teatro, balletto. Nel 2019 il suo primo disco solista Il più bel fiore – presentato presso il Green Space di Manhattan grazie alla compositrice Paola Prestini del National Sawdust, riceve un’ottima accoglienza da parte della critica e del pubblico. Tra i nuovi progetti. Con Mauro Squillante nascono La Virtù Temporale, dal manoscritto per Mandolone e Chitarra Battente; Quartetto Pizzicarco, musica da camera per mandolino settecentesco; Con Vito De Lorenzi e Marco Bardoscia Los Impossibles e un CD sull’incontro tra nomadi indiani, mori e spagnoli nel sud della Spagna al tramonto del XVII secolo; VoltAstella, repertorio arsnovistico medievale. Nel 2020 fonda e dirige l’Ensemble Montesardo – dal primo compositore chitarrista della storia – con cui esegue e incide pagine di maestri pugliesi del XVI sec. Nel 2023 partecipa al Between Worlds – Italia creato dal mandolinista Avi Avital, con Alessia Tondo, coprodotto da Pierre Boulez Saal – Berlin e Deutsche Grammophon. Svolge attività di volontariato per avvicinare i detenuti alla musica attraverso il canto corale. Ha inciso per Sony, Deutsche Harmonia Mundi, EMI Classica, CPO, Brassland, Ponderosa, Brilliant Classics, CGS, Stradivarius. Dal 1994 insegna Chitarra classica e Liuto presso varie istituzioni statali di istruzione musicale e dal 2017 tiene masterclass di storia, prassi e letteratura liutistica e chitarristica.

Poeta, pianista e ricercatrice, Anita Piscazzi si occupa di studi etnomusicologici e didattico|musicali. Nel corso degli anni ha pubblicato le raccolte poetiche “Amal” (Palomar, 2007), “Maremàje” (Campanotto, 2012), “Alba che non so” (CartaCanta, 2018) e “L’erranza” (peQuod, 2023) e il romanzo “Canto a silenzio. Anna Magdalena Bach” (Florestano, 2022). Tradotta in diverse lingue, le sue opere sono presenti in “Ossigeno Nascente” (Atlante dei poeti contemporanei italiani – Università di Bologna), “Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea” (Raffaelli, 2018), “RaiPoesia” e in altre antologie e riviste italiane ed internazionali. Ha curato l’antologia poetica “Sotto traccia” (Latitudine 41, 2022). Impegnata in numerosi festival in Italia e all’estero ha collaborato ai progetti poetico-musicali “Alda e il soldato rock” con il cantautore Eugenio Finardi e “Ferma l’Ali” con il musicista e compositore francese Michel Godard (pubblicato nel 2020 da desuonatori) e al progetto teatrale “Miss Kilimangiaro” in Kenya per “Avis for Children”. È redattrice di LaboratoriPoesia e collabora con diverse riviste culturali.

Track List
1 – Astrolabio Mistico
2 – Nel racconto di tutte le notti
3 – Light the Earth
4 – L’occhio nell’occhio
5 – Ecco sei qui
6 – Spinosa Lacrimae
7 – Sette nello scrigno
8 – Il respiro di Bianca
9 – Ogni cosa
10 – Amor sospeso
11 – Rosa del ciel
12 – Far away
13 – Al fuoco del mondo
14 – Bianca

Compositions by Roberto Ottaviano (1, 6, 9, 12), Ninfa Giannuzzi (2, 4, 13, 14), Michel Godard (3, 5, 8, 10, 11), Luca Tarantino (7). All lyrics by Anita Piscazzi. Arrangements by Michel Godard (2, 13), Luca Tarantino (4)

Personnel
Michel Godard – serpent/el. bass
Roberto Ottaviano – soprano sax
Ninfa Giannuzzi – vocals
Luca Tarantino – theorbo
Anita Piscazzi – acting voice

Recording Data
• PRODUCTION DATA
Total time 54:29 STEREO DDD
(p) 2023 DODICILUNE (Italy)
(c) 2023 DODICILUNE (Italy)
www.dodicilune.it
CD DODICILUNE DISCHI Ed556
8059772565561

Produced by Maurizio Bizzochetti, Dodicilune, Italy (www.dodicilune.it)
Recorded 11, 12 September 2023 at Castello Normanno-Svevo, Gioia del Colle (Ba), Italy. Mixed and mastered October 2023 at TomTom Studio, Bari, Italy. Sound engineer Angelo Pantaleo. Cover painting “Bianca” from Egidio Marullo, egidiomarullo.com. Photos by Maurizio Bizzochetti
Contact: facebook.com/michel.godard.96, instagram.com/mgodardmusic/, facebook.com/samarcanda.sonori, instagram.com/roberto_ottaviano_/