Biagio Antonacci: pronti per L’Inizio

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5 anni. Tanta è stata l’attesa per i fan di Biagio Antonacci per poter avere tra le mani il nuovo disco di inediti del cantautore milanese. “L’Inizio”, questo il titolo del sedicesimo disco di studio di Antonacci, sarà disponibile da venerdì 12 gennaio in formato Cd e vinile pubblicato su etichetta Iris e distribuito da Epic Records/Sony Music Italy.

Foto di Paola Cardinal

Antonacci, che del disco ha scritto testi e musiche avvalendosi di collaboratori ormai storici come Michele Canova e Placido Salamone e nuovi come Simonetta e Zef, ha scelto di intitolare il suo nuovo lavoro discografico partendo dal titolo dall’unico brano non firmato dal cantautore, “L’inizio” appunto, scritto per lui da Giorgio Poi. È solo la seconda volta nella ormai trentennale carriera di Antonacci che l’artista milanese non scrive un brano di un suo disco; era successo prima solo nel 2014 con “Le Veterane”, scritto, prodotto e arrangiato da Paolo Conte. In un lungo messaggio Giorgio Poi aveva scritto a Biagio: “Si resta vivi finché si ha l’entusiasmo per iniziare qualcosa, per generare una scintilla e farne un progetto, un amore, un’amicizia, un lavoro, una canzone, un figlio. Riuscire ad entusiasmarsi è riuscire a vivere. Saranno poi altre forze a rendere fiamme quelle scintille, a spingerci a proteggerle con le mani e soffiarci sopra per farle crescere, ma non c’è universo senza un Big Bang”. Antonacci ha fatto sue queste parole tanto da decidere di cantarle e di dare al suo nuovo album il titolo di questa canzone che riassume molti dei contenuti del disco.

Il cambiamento per me rappresenta nuova energia, vitalità, nuovi orizzonti da raggiungere ed invece troppo spesso viene associato alla mancanza di coerenza perché siamo legati agli stereotipi, alle abitudini“, racconta Biagio Antonacci, “Nella società di oggi il cambiamento diventa un atto di coraggio. Domandiamoci quante relazioni vanno avanti per inerzia perché un nuovo inizio è faticoso solo da pensare? Questa canzone è dedicata a mio figlio Carlo. Sono stato padre in epoche diverse e oggi, che ho acquisito maggiore consapevolezza, vivo maggiormente nel presente”. Antonacci aggiunge poi un augurio per sé e per gli altri che possiamo condividere all’alba di questo nuovo anno: “Alla fine, il passato è nostalgia, il futuro è ansia, solo il presente è reale e voglio viverlo al meglio per Carlo, per me stesso, per non avere rimpianti”. “L’Inizio” raccoglie in tutto 15 brani scritti negli ultimi quattro anni e lasciati sedimentare prima diventare da pensieri a vere e proprie canzoni.

Foto di Paola Cardinal

Oltre al nuovo singolo “A cena con gli Dei” (pubblicato il 29 gennaio e accompagnato dal video diretto da Olmo Parenti), i brani pubblicati tra il 2022 e il 2023 (Seria”, “Telenovela” e la collaborazione con Benny Benassi in “Tridimensionale”) e la nuova versione del successo del 2007 “Sognami” (in collaborazione con Tananai e Don Joe nata in occasione della partecipazione come ospite dell’edizione 2023 del Festival di Sanremo), il disco contiene gli inediti: “L’inizio”, “Delivery”, “È capitato”, “Anita”, “Lasciati pensare”, “Dimmi di lei”, “Bastasse vivere”, “Non diamoci del tu”, “Non voglio svegliarti”, “Evoco”, brani che hanno permesso ad Antonacci di muoversi attraverso lunghe riflessioni sulla complessità del mondo che ci circonda (“Viviamo la complessità ma cerchiamo la semplicità perché abbiamo bisogno di sicurezze, di certezze, di punti di riferimento, abbiamo bisogno di sapere di fare la cosa giusta, anche nelle relazioni. Quando prendiamo atto della complessità attorno a noi, quando iniziamo il percorso di consapevolezza, le illusioni cadono e ci sentiamo nudi, spaesati, impotenti. Questo vale per tutto, sia nell’amore che nelle nostre abitudini. Siamo anime semplici in corpi complessi”), sulle contraddizioni insite nel cambiamento (“il mondo è in continuo cambiamento, cos’è che non cambia attorno a noi? Ogni secondo ogni cellula del nostro corpo si rinnova, la natura attorno a noi cambia in continuazione, invece, nel famoso acquario in cui viviamo, nel “regime sociale” che ci siamo costruiti, un nuovo inizio vuol dire spiazzare le persone: è un paradosso ma il cambiamento è un tabù”), sulle relazioni che ogni giorno costruiamo e curiamo, sull’egoismo e sull’amore (“diciamo sempre “è mio figlio” invece di dire “sono suo padre”. Sono due cose ben diverse: nel primo caso rivendico un possesso, un controllo sulla persona mentre dire “sono suo padre” vuol dire che ho contribuito a generarlo ma non è un bonsai, i suoi rami cresceranno come vorranno”), sulle dipendenze emotive, sulle società sempre più connesse ma al contempo sempre più sole (“Ci siamo mai guardati dentro veramente? Chi determina chi siamo? Ci sentiamo soli ed abbandonati se non abbiamo nessuno che riflette una parte di noi”), sul tempo passato, presente e futuro(“A mio padre non ho mai detto ti voglio bene, avrei potuto farlo tante volte ma non l’ho mai fatto ed ora vivo questo rimpianto ecco perché essere di nuovo padre per me è una nuova occasione, un nuovo inizio e non ho più voglia di avere rimpianti. I problemi possono essere corretti ora, le soluzioni possono essere trovate adesso altrimenti vivremo solo di ricordi di bei momenti vissuti, postando sui social le foto di quei momenti, un frame di quei ricordi. Ma le relazioni che viviamo sono qui, ora, non ieri e non domani”).