Il volo libero e allucinato di Pier Adduce

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In uscita per La Chute Dischi il secondo album solista prodotto da Luca Olivieri

Dopo un disco e un romanzo pubblicati pressoché in contemporanea nel 2022, l’incontenibile vena creativa dell’artista brianzolo non mostra segni di cedimento. Non è un caso che il nuovo album a suo nome, il cui titolo rivelatore è “Dove vola la cicogna”, sia una sorta di inno acido alla fertilità, alla folle ebbrezza della creazione e alle iperboli sbandate della giovinezza (del corpo ma, ancor più, dello spirito).

Il disco mette in fila 9 tracce urticanti, in cui il rock infetto del Nostro trova perfetta ambientazione nell’elettricità gravida e nelle inquiete programmazioni allestite da Luca Olivieri (qui in veste di produttore artistico), al quale si deve una scelta dei suoni molto precisa e ricercata, comprendente organo, wurlitzer, glockenspiel, celesta e mellotron. Suoni fuori dal comune, che assalgono alle spalle, di sorpresa, e che spingono l’ascoltatore in un’oscurità minacciosa, fuori dalla sua zona di comfort.

Con voce ineducata, legnosa e aspra, vistosamente estranea ai canoni del belcanto impostato e, dunque, portatrice di verità anche nella forma, l’ex Guignol prende le canzoni per le corna, le monta a pelo con sanguigna sfrontatezza e le conduce nervosamente alla meta attraverso percorsi sghembi e accidentati in cui la furia anarchica e iconoclasta dei testi, capaci di addentrarsi coraggiosamente anche in terreni inconsueti e rischiosi, si trova a fronteggiare il canone antico della rima baciata senza – fatto piuttosto sorprendente – cercare lo spunto per sferrare il colpo finale e scardinarlo. Questa sorta di modernariato futurista frutto della coesistenza di registri espressivi apparentemente inconciliabili tra loro, con la misura metrica a tentare di costringere e ingabbiare una materia incandescente, viva e indomabile, produce un effetto di ulteriore tensione e straniamento che, in barba all’estetica, diventa esso stesso cifra stilistica. Ne risulta un disco radicale, per nulla compiacente e scarsamente incline al compromesso (e pertanto a tratti ostico), che conferma l’integrità artistica e morale di uno degli ultimi veri “cani sciolti” della musica italiana.

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Pier Adduce, “Dove vola la cicogna” (La Chute Dischi, 2024)