Festival di Sanremo 2024 Serata Cover-Duetti: Vince Geolier ma l’ovazione è tutta per Angelina Mango

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Amadeus con Gigi D’Alessio, Luchè, Geolier e Gue

Questa serata che intervalla la gara fra le canzoni inedite, ormai è un must gradito ai telespettatori e ai dirigenti Rai: il pubblico è garantito e lo spettacolo, e gli sponsor, anche. Fra problemi tecnici, cadute di stile e di voce, si alternano alcuni momenti di emozione e bravura che lasciano il segno.

Annalisa, La Rappresentante di Lista e il Coro Artemia

Nessuno (si spera) vorrebbe Sangiovanni una meteora ma la scelta di puntare sul suo unico e recente grande successo Farfalle, in versione spagnola con Aitana, in apertura, non gli dona particolari meriti. Vola alta Annalisa con una splendida Sweet Dreams degli Eurythmics accompagnata dai sempre bravi La Rappresentante di Lista con il coro Artemia. Esibizione travolgente. Rose Villain corre il rischio di essere confusa fra Elodie e la Annalisa di cui prima: il repertorio forte ancora non c’è ed è in grado di andare avanti ma il duetto con la Nannini non è fra le esibizioni migliori di questa serata. Gazzelle è un fuoriclasse e non è da meno il partner Fulminacci in Notte prima degli esami. L’emozione semplice di omaggiare degnamente il cantautorato pop di radice romana di Venditti. A proposito di pop ancora più amplificato, l’esibizione dei The Kolors con Umberto Tozzi tocca apici altissimi. Il ricordo ad un autore come Giancarlo Bigazzi è legittimo! Inteneriscono Alfa e Roberto Vecchioni nella splendida Sogna ragazzo sogna in versione essential: per il giovanissimo Alfa è una splendida e fortunata lezione di vita, di arte e di consapevolezza su strade da imboccare.  L’intervallo dedicato alla co-conduttrice della serata, Lorella Cuccarini, è un vero omaggio ad una stakanovista dello spettacolo; la stessa sarà impeccabile in ogni suo intervento durante la lunga maratona della diretta.

BNKR44 con Pino D’Angiò

E’ una gioia rivedere Pino D’Angiò, reduce vincitore da notevoli battaglie di salute minata, coi BNKR44 sul palco a ricordare i primordi del rap italiano scanzonato e senza violenza quale rappresenta la mitica Ma quale idea. Bello ricordare i cinquant’anni di un pezzo struggente tipico di Cocciante in duetto con Irama in Quando finisce un amore. Coinvolgente il risultato ma si rimanda all’ascolto anche di una versione televisiva dell’indimenticabile Mia Martini grazie alla quale il pathos del brano è ancora più accentuato e credibile. Una gradevole e sorprendente Fiorella Mannoia riprende il gioco rivale con Francesco Gabbani che vinse su di lei (che propose Che sia benedetta) con Occidentali’s Karma nel 2017: alternano i due pezzi con ironia  e complicità. I Santi Francesi meriterebbero almeno il podio, hanno personalità talento, carisma e la loro Hallelujah con Skin è da brividi! L’ospitata di Arisa sul Suzuki Stage ripone i riflettori su un gran pezzo come La notte.

Santi Francesi e Skin

La gara fra le cover continua con i Ricchi e Poveri: le versioni dance di Sarà perché ti amo e Mamma Maria in duetto con Paola e Chiara, riportano ai grandi successi italiani noti in tutto il mondo. Brio e ritmo sono garantiti (in primis dall’irrefrenabile Angela dell’ormai duo). Ghali segna le scene ad ogni suo ritorno: con il producer Ratchopper conduce nel mondo arabo senza timori e razzismi ed omaggia ancora una volta l’Italia proponendo sia la propria musica che L’italiano del compianto Toto Cutugno. Da applauso! Clara dà spazio ai suoi ricordi e ripropone Il cerchio della vita con la sua interprete originale Ivana Spagna e il coro delle Voci Bianche del teatro Regio di Torino. Lo scossone arriva con Loredana Bertè ed il reclutato Venerus che dà corpo rock alla già nota e splendida Ragazzo mio, inciso dalla Bertè nell’album Savoir Faire nel 1984. Grande protagonista anche in questo festival, doma bene e in tempo l’incidente tecnico di partenza. Il medley partenopeo in versione rap di Geolier con Gue, Luchè e Gigi D’Alessio vuole fondere la tradizione con il moderno. L’esperimento riesce.

Loredana Bertè e Venerus

L’ospitata di Gigi D’Agostino, reduce anche lui da alcune battaglie personali, riporta ai gradi fasti della musica techno-house. L’attesa è ancor più maggiore per Angelina Mango che non delude le aspettative: con il Quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma omaggia un brano, La rondine, del compianto papà, l’eccezionale Pino Mango. Soave, intensa, commossa e commovente nel pronunciare parole del testo che sembrano oggi un inarrestabile presagio. L’esibizione è ricca di amore. La prova è superata in ogni punto. Ovazione meritata di minuti lunghissimi. Ritmo e suoni salentini tornano sul palco in medley con Alessandra Amoroso e i Boomdabash. Originale l’omaggio di Dargen D’Amico alle musiche di Ennio Morricone grazie al supporto della Babelnova Orchestra. Altra sorpresa di buon esito arriva da Mahmood con I Tenores di Bitti alle prese con un’intensa Com’è profondo il mare di Lucio Dalla. La generazione nata nei Novanta volge lo sguardo ai primi Duemila e lo conferma anche Mr Rain che si cimenta in Mary con i Gemelli Diversi e le Farfalle Azzurre. Molto banale la scelta dei Negramaro di cantare un pezzo blasonatissimo quale La canzone del sole di Battisti in coppia con la lodevole Malika Ayane. Emma in coppia con Bresh omaggia Tiziano Ferro in un medley di tipiche ballad quali Sere nere, Non me lo so spiegare, Imbranato. Il Volo continua il desiderio di volersi spogliare del lirico e virare al pop-rock appena si può e con il chitarrista Stef Burns si dedicano ai Queen con Who wants to live forever.

Angelina Mango

Diodato e Jack Savoretti entrano nel mondo di Fabrizio De Andrè con la stranota Amore che vieni, amore che vai. Torna anche la Rettore sul palco sanremese accompagnando i La Sad nella sua Lamette mentre Il Tre si diletta ad omaggiare uno dei suoi idoli, Fabrizio Moro nel tipico medley di successi. Big Mama torna a dare colore e ritmo con Gaia, La Nina e Sissi. Un women-power in una coinvolgente Lady Marmelade. Maninni riprende con padronanza il brano Non mi avete fatto niente con Ermal Meta. Anche Fred De Palma naviga nel mondo dance con gli Eiffel 65 nel medley di successi mentre Francesco Renga e Nek come hanno fatto altrove, ripropongono i reciproci successi. Fiorello riporta al Festival il maestro Beppe Vessicchio e gli imploranti Jalisse. I dati della gara di questa serata sono stilati attraverso i voti del televoto, delle radio e della stampa. Tra le contestazioni del pubblico del teatro, vince la performance di Geolier amatissimo dalla generazione Z e quindi tenuto d’occhio dalle radio, seguito da Angelina Mango, sempre più candidata alla vittoria di questa edizione; terza Annalisa, quarto Ghali e quinto, Alfa. I telespettatori che hanno resistito a questa serata sono quasi dodici milioni: un’altra vittoria per il quinto festival targato Amadeus!