Leonardo Pieraccioni, Giancarlo Passarella e Simone Olianti inaugurano il Maggio Salesiano 2024 a Firenze

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La Sala Esse in via del Ghirlandaio è piena: con Lunedì 6 Maggio è iniziato il mese di eventi che permettono ai Salesiani Fiorentini di riflettere sulla società moderna. Il primo incontro era intitolato Il linguaggio delle emozioni e serviva a prepararci ad una rassegna denominata Intelligenza Artificiale – Opportunità o Rischio: Lunedì 6 Maggio a partire è don Gino Berto (direttore dei salesiani) che ha illustrato l’intero Maggio Salesiano 2024 passando subito la parola a Giancarlo Passarella, il cui compito è stato intervistare i due ospiti (e dare spazio domande del pubblico), mantenendo quel ritmo giusto tra ogni intervento. Impresa non semplice quando l’argomento trattato è coinvolgente e quando si hanno due relatori diversi (ma entrambi grandi oratori) come lo psicologo Simone Olianti ed un grande attore & regista come Leonardo Pieraccioni.

Quali sono stati i punti di contatto dei loro interventi? Direi numerosi, anche se ovviamente da angolature diverse e non poteva che essere così: entrambi hanno raccontato anche episodi vissuti per far comprendere al variegato pubblico (si passava dai ragazzi della scuola dell’obbligo a giovani 80enni) quali siano i problemi del nostro vivere assieme agli altri, cercando di dribblare i nostri dubbi, non enfatizzando le nostre paure, ma altresì cercando di rendere la nostra vita ricolma anche di slanci verso le nostre passioni. Non dobbiamo vergognarci dei nostri sentimenti, perché non c’è motivo per farlo: forte dei libri che scritto (tra cui l’apprezzato Scegli di vivere. Cambiamento e gusto della vita), Simone Olianti ha schematizzato in modo limpido come alcuni sentimenti si mostrano anche esteriormente e questo ci può aiutare a comprendere quando giungono da dentro noi dei campanelli d’allarme o quando invece non dobbiamo smettere (ad esempio) di crogiolarci della nostra tristezza.

Con un impeto che gli riconosciamo (e spesso rivolgendosi a sua figlia Martina, presente tra il pubblico), Leonardo Pieraccioni ha raccontato della sua vita scolastica, dove la passione per creare situazioni divertenti a volte l’ha penalizzato e nel contempo gli hanno fatto capire quale potesse essere il suo futuro lavorativo e di vita. Citando grandi comici del passato, ci ha fatto ulteriormente capire come sia più difficile fare un film con l’intento di strapparci delle risate, piuttosto che realizzare qualcosa di velatamente triste. E se il nostro sogno è aprire una gelateria in Via Gioberti dove offrire dei coni pistacchio/cioccolato a pochi euro? Ben venga, se questa però è veramente la nostra passione e nel nostro linguaggio di tutti i giorni la facciamo emergere.

Con ritmo pippobaudiano, semplice ed efficace la presentazione offerta da Giancarlo Passarella: alla fine un suo “coup de theatre” ha emozionato tutti. Infatti (forte della sua attività in campo musicale) ha citato due testi di canzoni, chiedendo agli ospiti di prender spunto per alcune riflessioni finali: prima ha letto a Pieraccioni qualcosa della celebre Emozioni (di Lucio Battisti / Mogol) e poi ha recitato queste frasi.. Mi chiedo dove ho lasciato i miei disegni d’amore, se sono ancora un bambino in cui disegno un dottore, potrei guarirti per sempre e poi vederti tornare.. se i se fossero un ponte, unirei il dire col mare .. Il professor Olianti ne ha tratto qualche spunto, mentre Pieraccioni fremeva: infatti questo testo è suo ed inserito nella canzone Non ho parole d’amore (presente nella colonna sonora del film Se son rose del 2018) e questo rapporto che ha con il mondo della canzone è forte, perché è una sua passione, sulla quale Giancarlo Passarella ha raccontato qualcosa in più, meravigliando il pubblico che perciò ha tributato un ulteriore applauso ad un Leonardo Pieraccioni efficace divulgatore di emozioni.