Dalle piste da ballo alle sale di registrazioni: Questo è Solveig!

Tempo di Lettura: 3 minuti
Martin Solveig

La French House non si esaurisce di certo con David Guetta e Bob Sinclar. Martin Solveig, alla pari dei colleghi riempiclub national-international popolari, riesce a tenere la scena Disco con onore: “Consideriamo che il successo varia a seconda del genere. Abbiamo artisti deep come Grecory, Franck Roger, Dimitri, con le loro vibrazioni disco, mentre Bob Sinclar e David Guetta sono più orientati verso la club”.

Martin segue l’house che piace ai Dj, meno commerciale e con sonorità che variano dall’afro al rock e il soul, e sa il fatto suo. “I DJ amano il ritmo, ma possono anche aver un cuore…Oltretutto, I miei DJ sets oggi sono un po’ meno incentrati sulla musica ripetitiva. Mi sono reso conto che i frequentatori dei club conoscevano a memoria le strutture del 100% dei brani proposti nelle sequenze. Aggiungere un tocco live, proponendo una hit disco, soul o rock, li sorprende e produce una reazione”.

Ma chi è Martin e come ha saputo conquistare le piste da ballo? Martin Solveig è classe 1977, piena era Disco se pensiamo a Donna Summer, Gloria Gaynor e altri miti dell’epoca, un segno premonitore, “sono figlio degli anni ’80, della crisi economica e della generazione dei condoms…La cosa buffa è che da bambino cantavo in un coro della scuola, adesso mi sembra una cosa lontanissima rispetto a dove sono arrivato”.
La passione per i dischi e la musica all’età di 13 anni, con i primi prodotti in arrivo dagli States come Public Enemy e altro del movimento Hip-Hop, cioè altri tempi: la Francia era più permessiva e non imponeva il prodotto nazionale a quello import. “Successivamente, verso i 16 anni, ho scoperto la musica house, ed è allora che ho iniziato, prima diventando Dj di house, ed in seguito, produttore di house”. E che salto di qualità. Grazie al DJ Claude Monnet può contare sulla sua prima residency al Le Palace, diventa anche art director del Queen. Bob Sinclar si accorge di lui e lo coinvolge nel progetto Africanism.

La scena afro rende fortunato Solveig, singoli come “Linda” del 2002 fanno furore in pista, ma bisogna attendere il 2003 per la consacrazione grazie al remix di “Madan” realizzato per Salif Keit, che non tarda ad arrivare grazie alla certificazione “Miami Winter Music Conference 2003” che attesta Martin come “Dj rivelazione dell’anno”.

Il rock e il soul animano la fase crescente dei suoi lavori successivi: “Rocking Music” e “Everybody” spiccano tra i singoli gettonati dai Dj di tutta Europa, mentre gli album (“Sur la Terre”, “Suite”, “Hedonist”) mettono in luce il talento di produttore discografico e le conoscenze musicali dell’artista, che vanno ben al di la della scena puramente dance: “Un album è inevitabilmente qualcosa di personale, ed e’ per questo che sono cosi’ affezionato al formato LP. Ci si può esprimere meglio, e anche se il pubblico mi conosce di piu’ dal lato DJ/club, desideravo poter dire queste cose. Lavorando su una vera ballad, ad esempio, senza basare tutto esclusivamente sull’impatto ritmico”.

In musica è vietato ripetersi: “Proporre brani che ricalcano i propri precedenti successi rende certamente le cose più semplici e porta a risultati più immediati, ma c’e’ il rischio che l’artista si trovi ingabbiato in una sorta di micro- stile e non ne possa più uscire. La cosa migliore è quella di avere un proprio inconfondibile sound, che suggerisca che sia I brani vecchi che quelli nuovi sono stati modellati dalla stessa mano, anche se non si possono paragonare tra loro”.

A questo punto è d’obbligo sapere come lavora Solveig in studio e la sua filosofia di concepire la musica. “Inizio spesso con un’idea di base molto rozza, ed un semplice accompagnamento ritmico.
La maggior parte delle volte butto giù solo una linea di basso e la voce. Per me è molto facile cantare qualcosa che ho in mente, canto prima tutte le parti al microfono, anche quella del basso, il sax e gli elementi ritmici. Tutto cio’ che puo’ essere cantato, e poi continuo ad incidere e sovraincidere i loops e le tracce finchè non ottengo una demo abbastanza chiara per un musicista o un cantante, in modo che la possa ricreare. E’ un procedimento abbastanza rapido, deve essere così, se resto bloccato su un’idea lascio stare per un pò, a volte per sempre“
.

Per avere un’idea della vasta evoluzione artistica di Martin Solveig è uscita in Francia e si appresta ad uscire nel nostro paese “So Far”, una sorta d’antologia che ripercorre le fasi salienti della sua attività musicale.
L’attuale riempipista e’ “Something Better” che riassume lo stile Solveig: c’è l’anima soul e rock e l’house. “Sono ancora giovane e spero che la mia personalità si consoliderà nel tempo, ma al primo ascolto ho spesso sentito dire “questo è Solveig”, ed è una cosa che mi riempie di soddisfazione”.

Si ringrazia per la collaborazione Alessio Primavesi della Energy Productions.

Articolo apparso anche sul numero di febbraio 2007 di “Goodnight Magazine”