Sticky And Sweet Tour – Madonna tour a Roma: tutti pazzi per Maddy?

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Abbiamo atteso prima di recensire il “Sticky & Sweet Tour” di Madonna, l’evento live che ha portato a Roma oltre 60.000 fans. Desideravamo leggere i pareri della stampa “autorevole” prima di pronunciarci. Non sono mancate le solite esagerazioni, divergenze e futilità, non effettivamente riscontrate dai fan: playback, noia, solito fritto misto, i vip che hanno assistito al concerto, bla bla bla..
Per tale ragione Musicalnews.com ha approfondito l’importante punto di vista dei fan, vivendo una giornata tra di loro. In particolare tra i fortunati possessori dell’ “Hot Ticket”, il biglietto messo in vendita dall’organizzazione ufficiale Live Nation alla modica cifra di 200 euro! Quello stesso biglietto che garantiva l’esclusivo accesso alla zona transennata vicino al palco.
Procurarselo è stata un’impresa titanica: ore e ore di appostamenti sul sito ufficiale tra giovedì 22 e venerdì 23 Maggio 2008, ed infine l’onore è toccato a solo 400 fortunati, il sottoscritto tra questi.

Sabato 6 Settembre 2008 è arrivato, si fa soprattutto sentire. Giornata all’insegna del calore più assoluto, non solo umano come quello che accoglie Madonna, ma decisamente “atmosferico”: un’umidità come non mai avvertita dai romani e dal pubblico, qualche svenimento prima dell’inizio del concerto è il segno più evidente.
I possessori dei biglietti destinati alle tribune dormono sogni tranquilli, i posti per loro sono numerati e l’entrata può essere rimandata anche all’ultima ora. Chi dorme sogni meno tranquilli sono i ragazzi con il biglietto destinazione “Prato”, quello che consentirebbe di avvicinarsi quanto più possibile alla “Regina del Pop”. Appostamenti già da due giorni prima, con tanto di dormiveglia accanto ai cancelli.
Anche gli “Hot Ticket” vivono momenti di vero stress, essendo gli unici non ancora in possesso di biglietto. Per loro la trafila è diversa: il giorno del concerto, muniti di pass con l’immagine del tour e la lettera d’accompagnamento dell’organizzazione, ritirano il biglietto vero e proprio e un braccialetto di carta numerato con valenza di “lasciapassare”.
Il botteghino in via dei Gladiatori è preso d’assalto da oltre un centinaio di persone, un referente di Live Nation chiede di non accalcarsi, di ritirare biglietto e braccialetto e poi recarsi al cancello numero 24 dell’Olimpico. Alla domanda se sarebbero stati fatti passare prima di tutti quanti (avendo anche pagato profumatamente) non è in grado di fornire una risposta esauriente, scatenando urla e proteste.
All’ingresso del cancello numero 24 il popolo dell’ “Hot Ticket” chiede delucidazioni alla security appostata: loro confermano che l’apertura dei cancelli è fissata alle 17 per tutti. Il timore di vedere la zona transennata vicino al palco occupata dai possessori del biglietto più economico alberga in ognuno di noi.

Qualche minuto dopo le 17 il primo ostacolo è presto superato: il cancello per l’accesso al numero 24 si apre, dopo appena pochi metri e qualche corsa troviamo l’ingresso con la scritta “Biglietti Hot Ticket”. Qui la coda si arresta per 10 minuti, preoccupata. Il nulla osta ad entrare presto arriva, con una scalinata in discesa si arriva al prato percorrendo il lato posteriore del palco. Con estrema gioia constatiamo in effetti di essere i primi ad entrare, fortunatamente illesi. Fuori la ressa è preoccupante: spintoni e gente schiacciata intorno ai cancelli.
Appena arrivato vicino al palco mi rendo conto di essere fortunato: solo 4 file di ragazzi davanti e una buona visuale dell’intero stage.
Lo staff tecnico è indaffarato a curare i minimi dettagli, il Dj-Guest Benny Benassi sistema la sua attrezzatura per l’apertura del concerto e infine tre ballerini intrattengono i fan con foto e autografi.
In mezz’ora la famigerata zona transennata è raggiunta anche dai normali possessori del biglietto “Prato”, gli “Hot Ticket” guardano in modo cagnesco gli “avversari” e difendono a spada tratta tutta la zona intorno al palco faticosamente conquistata.
Anche il manager di Madonna, Guy Oseary, si avvicina al pubblico: ascolta le opinioni, accetta consigli e si lascia fotografare.

L’attesa è snervante, la carenza di liquidi si fa sentire. Se ne approfittano gli avventori che vendono acqua partendo dai 2 euro fino ad arrivare ai 3 euro. L’organizzazione passa al contrattacco con acqua gratis, che però non basta a spegnere l’afa di un sabato tremendamente umido, e a soddisfare le persone in attesa lungo il Golden Circle. Qualcuno sviene, altri piuttosto che ingerire acqua se la spruzzano addosso.

Alle 19.30 le luci sono più soffuse, pronte ad accogliere Benny Benassi . Il fortunato supporter della Ciccone nella tournee italiana parla italiano ma suona internazionale. Non dimentichiamo la “Satisfaction” che ha fatto bella mostra di se alla numero 2 della chart inglese alcuni anni fa, nonché il recente Grammy Award per un remix dei Public Enemy. Lo stadio si riscalda in attesa della “Queen of the Pop”! Nelle prime file i ritmi dell’house elettronica sono trascinanti, ma lo spazio per ballare è davvero poco, si tenta comunque…

Alle 20.45 si avvicina a Benassi un membro dello staff di Madonna, chiedendo di concludere immediatamente. Lo spettacolo deve incominciare e tutto deve essere perfetto: elettricisti che sistemano le luci, cameramen a lavoro con le prove d’inquadratura, la telecamera robot motorizzata posizionata sul pubblico, un ragazzo tatuato occhialuto fa la prova microfono. Qualcuno, scherzando, lo chiama “Rocco”, riferendosi ad un improbabile figlio di Madonna ‘cresciutello’.
In sottofondo si può udire un messaggio diffuso ai megafoni dal Comune di Roma , il quale informa i fan di aver potenziato i mezzi pubblici per il ritorno! Che abbiano letto le nostre critiche sul comportamento poco corretto della precedente tournee?

Una quindicina di minuti dopo le 21 lo “Sticky & Sweet Tour” è ufficialmente avviato. Il video iniziale è un vero concentrato di grafica 3D, mostra i vari ingranaggi di un orologio, inevitabile l’accostamento considerando il tormentone “Tic Tac Tic Tac” che si ascolta nel singolo “4 Minutes”. Il vero portento è l’interazione con la scenografia, il cubo sul quale sono proiettate le immagini si scompone in parti sempre più piccole fino a quando non vediamo Madonna comparire seduta sul suo trono di Regina. “Candy Shop” è la prima delle 19 canzoni che affollano le 2 ore di spettacolo assicurato.

Concerto dopo concerto sono i video a rendere più spettacolare le performance di Madonna e a darle respiro tra un cambio d’abito e l’altro. Sempre più accurati e sofisticati.
Geniale l’idea di assoldare (e riabilitare) una Britney Spears nelle immagini che accompagnano “Human Nature”, impegnata in una danza impazzita all’interno di un ascensore. La Spears ingabbiata nella sua popolarità?
Toccante il video cartoon in 3D rappresentante la natura in movimento, con in sottofondo “Here Comes The Rain Again” degli Eurythmics. L’interazione immagine-scenografia sorprende anche nella performance di “Devil Wouldn’t Recognize You”: una gabbia circolare scende alla fine del palco sulla quale si proietta l’effetto di una pioggia che cade.
Immagini, colori e design hip-hop per accompagnare “Music” e “Into The Groove”.
Immancabili le frecciatine ai potenti e le sue campagne pre-elettorali per le presidenziali USA. Con il video pausa “Get Stupid” accosta Hitler al candidato Mc Cain e Obama a Gandhi. Secondo voi chi voterà?

Rispondendo alla questione “playback”: qualcuno avrà spiegato ai giornalisti della carta stampata e TV, annoiati e accreditati ai loro posti in tribuna, che Madonna utilizza la sua voce registrata per i cosiddetti “controcanti”? Se si, avrete sicuramente ascoltato un’agguerrita Madonna che ha fornito una performance vocale sicuramente più soddisfacente della tournee precedente.
La troviamo statica ma energica e pimpante, con la solita chitarra in mano, nelle performance solo voce niente balletto di “Borderline”, “Miles Away”, “You Must Love Me”, “Ray Of Light”, “Hung Up”.
A sorpresa improvvisa con il pubblico “Like A Virgin”, dedicandola a Papa Ratzy! Scomunica imminente?
Ma la vera sorpresa è la maggiore interattività con il pubblico, Madonna fa spesso cantare il pubblico, lo rende partecipe: lancia occhiali, stringe la mano ai fortunati delle prime file, afferma di sentire l’energia presente all’Olimpico. Un pubblico che riesce a strapparle qualche lacrima umana alla fine della performance vocale di “You Must Love Me” accompagnata dal coro dei fans “Evita Evita”, ricordando il film da lei tanto amato e interpretato. Anche in questo tour, non vi è canzone che non sia cantata a memoria.

Idee e stravaganze? Sono poche e davvero originali. Come ad esempio l’irruzione di una cadillac decappottabile in scena. In “She’s Not Me” si proiettano le vecchie Madonne dei videoclip, che lei afferma non la rappresentano, compaiono di seguito quattro ballerine che la immortalano con vecchie pose e abiti da videoclip, ma Lei fa capire chiaramente chi comanda e invita a farsi da parte.
In “Music”, con l’ausilio di un video proiettato, la scenografia si apre come fosse una porta del metrò.
Inquietante i ballerini con le toghe nere da frati durante la performance di “Spanish Lesson”.
Originalità anche negli arrangiamenti: la stessa “Music” si fonde con la fortunata base della hit House del dj Fedde Le Grande “Put Your Hands Up To Detroit”. Suggestiva “Like A Prayer” che fa medley con il brano Dance dell’italiano Dinno Lenny “Feels Like Home”.
Non è originale, trattasi di idea importata dal Live Earth, ma piace tanto al pubblico: l’accostamento di “La Isla Bonita” alla danza gitana “Lela Pala Tute”. Il pubblico è in delirio quando la canta.
Madonna per questa performance si fa guidare da un gruppo romeno, a cui dedica un momento dello spettacolo. La band esegue dal vivo anche un brano popolare, la cui performance è accompagnata dalla danza gitana di una ballerina, mentre Madonna vi assiste riposandosi e sorseggiando del liquore dal tappo di una borraccia. Gli applausi del pubblico sono incessanti, ma lei con fare molto gentile invita a seguire la sua ballerina e ad applaudire lei. Una vera “gentle-lady”.

L’energia dell’Olimpico si arresta con il “Game Over” proiettato sul cubo della scenografia iniziale ora pronto a richiudersi. Il concerto è terminato, ma Madonna ha promesso un suo ritorno. Che canti in presunto playback, che sia fritto misto, non importa. Al pubblico non serve la mia opinione o quella dei Media in generale, sa di aver trascorso 2 ore di sano intrattenimento.
Al di la dei momenti di tensione all’ingresso in stadio, il pubblico “Madonnaro” nelle prime file si è comportato civilmente non spingendo, non fumando durante lo spettacolo, non alzando troppo spesso in alto le fotocamere digitali, e gli alti come il sottoscritto hanno fatto passare avanti le ragazze basse di statura, alle quali coprivano la visuale. Magari questi comportamenti civili fossero invece seguiti nei derby di calcio, da quella minoranza che rovina quanto di bello e sano possa esserci in un evento spettacolo …

Si ringrazia per il supporto foto Giorgio Preziuso e il suo blog-site www.super-pop.it