Ermanno Labianca: Route 61 Music, in viaggio con la musica da cinque anni

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Compie cinque anni l’etichetta Route 61 Music. Per festeggiare questo evento ci sarà una festa in musica domenica 11 ottobre, dalle ore 21:30 al Big Mama di Roma. Sul palco tanti artisti, tra cui Elliott Murphy, Graziano Romani e Marcus Eaton.

“E’ stata una lunga corsa in tempi non facili per la musica e per chi ancora le offre una casa ma ci siamo tolti diverse soddisfazioni”. Così Ermanno Labianca, uno dei fondatori, sintetizza i primi cinque anni di Route 61 Music. Apprezzato autore tv e giornalista musicale, il nome di Labianca si lega a doppio filo a quello di Bruce Springsteen, artista del quale ha curato svariati libri (“American Skin” uno dei suoi titoli più celebri), oltre ad aver scritto “Canzone per te” con Sergio Bardotti e “Like A Rolling Stone – 40 anni di cantautori americani da Bob Dylan alle nuove generazioni”. Con un passato anche da discografico e produttore, Labianca cinque anni fa, insieme ad un gruppo di amici, ha deciso di fondare Route 61 Music.

Numerosi i titoli pubblicati fino ad oggi e domenica a Roma ci sarà la festa di compleanno con un nutrito gruppo di artisti nel quale spicca Elliott Murphy, di cui l’etichetta ha pubblicato in primavera “Aquashow Deconstructed”. Murphy, di cui il valente Paul Nelson di Rolling Stone disse nei primi anni Settanta “è il nuovo Dylan, il nuovo Lou Reed e anche il nuovo F.Scott Fitzgerald” capitanerà una squadra di songwriter che festeggerà al Big Mama. A fare da contorno alle presentazioni degli album di Marcus Eaton (chitarrista di David Crosby che gli ha co-prodotto il disco) e di Graziano Romani (prima di Ligabue, che ha attinto ai Rocking Chairs di Romani per costituire la sua Banda ai tempi di “Certe notti”, c’era stato questo sanguigno rocker di Casalgrande, provincia di Reggio Emilia, ndc) ci saranno tra gli altri il milanese Daniele Tenca, artista che porta il suo blues anche in America, e Filippo Gatti, cantautore noto per i trascorsi alla guida degli Elettrojoyce.

Quali sono stati i motivi che vi hanno spinto a fondare l’etichetta?

Route 61 Music è nata nel 2010. Volevo dare un seguito a “For You – A tribute to Bruce Springsteen” che avevo prodotto nel 1995 per la Sony e che aveva raccolto intorno alle canzoni dell’autore del New Jersey nomi diversi tra loro come Rossana Casale e Circo Fantasma, Luca Barbarossa e Flor, Io vorrei la pelle nera (il gruppo soul del papà di Giorgia) e Chicken Mambo. Così è nato “For You 2”, più focalizzato su una scena roots-rock italiana, per questo a cantare Bruce sono arrivati i Modena City Ramblers, i Lowlands e Daniele Tenca con Marino Severini dei Gang, dal combat folk al blues, con in mezzo tanta canzone d’autore che guarda all’America. Abbiamo anche fatto tradurre al salentino Luigi Mariano un brano da “Devils & Dust”. Da quel momento è stata una corsa di cinque anni al fianco della tanta musica che ha influenzato me e i miei soci – Joe Slomp, Mauro Coscia e Francesco Lucarelli – che si sono aggiunti quasi subito a darmi una mano.

Da Bruce Springsteen alla musica italiana il passo è stato breve…

Da quell’omaggio alla canzone d’autore americana, l’etichetta ha fatto un po’ di strada, impegnativa e stimolante. Tra i tanti progetti, ha valorizzato il folk capitolino con l’Orchestraccia (il regista Edoardo Leo, Roberto Angelini e altri), ha promosso un altro bel recupero culturale con la carovana Maremma Orchestra, guidata dal cantautore ed ex Elettrojoyce Filippo Gatti. Ha offerto una casa al bel disco musicalmente multiculturale di Piero Fabrizi (ex produttore di Fiorella Mannoia), ha trovato anche sbocchi internazionali con Music is Love, le canzoni di Crosby Stills Nash & Young interpretate da singer-songwriters scelti tra Nordamerica, Australia e Regno Unito (Judy Collins all’ex Dream Syndicate Steve Wynn, dall’ex leader dei Long Ryders Sid Griffin a Willie Nile, Neal Casal, Karla Bonoff e Bocephus King, un parterre del cantautorato USA esteso dagli anni ’60 a oggi). Tutti richiamati e stimolati dalla passione di una etichetta indipendente romana. Tra gli ultimi prodotti, pubblicati la scorsa primavera, il disco della folksinger canadese Kim Erickson e del rocker di lunghissimo corso Elliott Murphy. Proprio lui, che per Route 61 ha pubblicato la riedizione, quarant’anni dopo, del leggendario esordio “Aquashow”, inciso ex novo a Parigi, con al banco regia il figlio ventiquattrenne Gaspard, stessa età che aveva il papà quando entrava per la prima volta in studio a registrare seguito dall’occhio attento della migliore critica rock americana.

Sta per uscire il primo disco dal vivo di Graziano Romani. Qual è il tuo parere su questo grande artista?

Graziano Romani è da sempre la migliore espressione italiana di quella intenzione di coniugare un certo street rock di chiara estrazione americana alla melodia italiana. Prima con i Rocking Chairs negli anni 80, poi con una sostanziosa carriera solista si è imposto come la voce più completa del nostro panorama perché in grado di spaziare, in italiano e in inglese, dal rhythm’n’blues e soul a tante altre espressioni delle tradizione americana. Ha cantato da Springsteen a Woody Guthrie, da De Gregori a Piero Ciampi, ha collaborato con i grandi del cantautorato USA e da noi con i Gang e i Modena City Ramblers. E’ bravo e completo, ed è una vecchissima conoscenza. Il suo primo album dal vivo, “Vivo/Live”, che racconta una carriera molto lunga e diversificata, esce per noi. Doveva andare così.

Cosa mi dici invece di Marcus Eaton?

Marcus Eaton, che già era su “Music Is Love”, abbraccia quasi tutte le buone intenzioni di chi in tanti decenni ha fatto musica d’autore sulla costa ovest degli Stati Uniti. Melodia, armonie vocali, testi intelligenti, una bella voce si abbinano a una tecnica chitarristica di prima qualità. In California, e non solo, frequenta i giri buoni, quelli che piacciono a noi. Un giorno registra con David Crosby (è nel suo album “Croz”), l’altro suona nei club in duo insieme a Tim Reynolds, chitarrista della Dave Matthews Band. Di Eaton pubblichiamo in anteprima mondiale l’album “Versions of the truth”, che all’interno, tra prestigiose collaborazioni (David Crosby, James Raymond, Jeff Young, Lee Sklar e altri) e una scrittura davvero convincente, mostra un tesoro.

Allora tutti al Big Mama domenica 11 ottobre…

Sarà una festa di quelle belle e piene di musica al Big Mama di Roma, locale storico dove hanno suonato decine di autori e band, da Graham Parker a Marc Cohn, dai Del Fuegos al gruppo di James Brown al completo. E’ li che Graziano Romani ed Elliott Murphy si conobbero di persona nel 1988. In città c’era Springsteen e qualcuno disse che quella sera il Boss avrebbe fatto un salto a Trastevere…