Gli anni ’90, che bellezza!!
Gli anni ‘90 sono uno dei momenti più fertili per la musica rock in Italia. Ovunque proliferavano band di ottimo livello, un rinascimento che cancellava un lungo periodo di playback e pop fasullo.
Ed è proprio a quegli anni fertili che i Dharma108 cercano ispirazione e motivazioni, sperando che ci possa essere un nuovo rinnovamento. Anzi ne vogliono essere i propulsori.
E fidatevi, se amate il rock in italiano, il vero rock in italiano, questo è il disco che vi restituirà entusiasmo e certezze.
L’album è infatti un meraviglioso viaggio in quel decennio, alimentato anche grazie al supporto di una sezione ritmica importante (Anna Guglielmini, basso e Andrea Sbrogiò alla batteria), da canzoni che si alzano fiere. La voce di Carlo Cappiotti è inossidabile ed avanza sicura sui riff di Andrea Ferigo in ‘Origine’, ‘‘Ego’ e ‘Senza faccia’, omaggio in chiave grunge ad atmosfere indiane. ‘Incantesimo’ e ‘Il ponte illuminato di occhi chiusi’ i Dharma108 (non siete curiosi di sapere da dove viene il nome?) viaggiano con atmosfere più rarefatte, che si amplificano nella conclusiva “Spacecraft Sarod”, dove impazza il sitar, suonato dal versatile Ferigo.
A suggellare un album, ben suonato e prodotto con cura e lo spirito giusto, citiamo anche la splendida title track, che non a caso vede ospite Sasha Torrisi, cantante dei Timoria e “Terzo Millennio”, cover dei Karma, con l’ospite Diego Besozzi, che dei Karma era il batterista.
Karma, Timoria, Ritmo Tribale e tutti gli altri, insomma torniamo all’inizio, sperando che “L’album sul mio nome” sia un nuovo inizio.