Marco Del Bene aka Korben Mkdb ci racconta Resilienza 2020

Tempo di Lettura: 4 minuti

Una colonna sonora semplice, evocativa, elettronica e visionaria, dalle indubbie influenze cinematografiche, per raccontare le emozioni di questo “film fantascientifico” che è la vita. Resilienza 2020 è una composizione contemporanea che dà forma sonora all’attualità e al
percorso personale dello stesso autore attraverso brani strumentali tra mindfullness e rock.

Il progetto è un alternarsi di quadri ispirati alla vita e agli accadimenti per raccontare i protagonisti e le emozioni: l’arrivo, la paura, la perdita, il dolore, lo smarrimento, le coincidenze, la resilienza dell’essere umano, la trasformazione in guerrieri, la cura, se ce n’è, e i titoli di coda. Un percorso valido per ogni genere umano e ancora oggi reso più vivo dall’esperienza che stiamo vivendo tutti con la pandemia.

Link all’ascolto del brano: https://soundcloud.com/korbenmusic/sets/resilienza

Resilienza 2020, una colonna sonora dei nostri tempi.

Scritto e prodotto da Marco del Bene aka Korben Mkdb, per Instant Crush Records, Resilienza 2020 è un album strumentale che ti trasporta nel “film fantascientifico” della vita ai tempi del Covid19. Da cosa nasce il progetto e perché una colonna sonora?

Le tracce propongono una storia, quella dell’essere umano e della sua capacità di ritrovare un equilibrio dopo aver subito un colpo ferale. La resilienza è un concetto che trovo meraviglioso, a metà tra il fisico e il metafisico. Da questa idea nasce la soundtrack, il concept album Resilienza 2020: una possibile colonna sonora di una evoluzione umana, dall’arrivo del colpo alla reazione e cambiamento fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio, una nuova consapevolezza. Il tutto nasce chiaramente da un percorso personale che ho fatto in questi anni, un’evoluzione.

Il booklet che accompagna il tuo disco, e che è pubblicato sul tuo sito, racconta traccia per traccia un mondo come a volere una identità ad ogni singolo momento rispettando una coerenza del progetto.

Ho voluto accompagnare i diversi momenti musicali a dei pensieri, delle immagini evocative. L’album può essere letto, come hai detto giustamente, una possibile colonna sonora di questi tempi, in realtà è qualcosa di estremamente intimo. Mi sarebbe piaciuto anche dipingere dei quadri, non ne sono capace. Ne ho scelto uno come copertina del lavoro, un bellissimo dipinto anni settanta di Marzulli, quattro uccelli volano nel cielo notturno indaco,  sullo sfondo una luna rossa. Un quadro che trovo molto potente e pieno di energia.

Un album totalmente strumentale dove si percepisce una grande libertà espressiva.

Ultimamente ho avuto la fortuna di lavorare con un regista e autore di talento: Matteo Raffaelli che mi ha permesso di collaborare su progetti internazionali con protagonisti l’Africa e sui colori, le alte vette delle nostre alpi o l’oceano. Scrivere su queste immagini, farlo in grande libertà, ti porta in un certo senso a ritrovare te stesso ed anche una certa serenità, almeno espressiva. L’album è nato su quelle immagini. Ne sono il produttore ed esecutore, una navigazione totalmente in solitaria a cui sono abituato e che permette una certa introspezione. Il percorso non è stato mentale ma totalmente istintivo con una grande attenzione soprattutto al suono, inteso come vibrazione, e tanto divertimento. La musica è questo.

Nell’album utilizzi sonorità elettroniche e classiche con estrema disinvoltura, alcuni brani sono renznoiani altri ti portano in atmosfere alla Interstellar, un disco che potrebbe essere prodotto in un’altra parte del mondo pur mantenendo una radice italiana. Ci racconti il tuo percorso?

Quando scrivi qualcosa lo fai prima di tutto per te stesso e Resilienza 2020 è una foto di me, oggi. Dentro ci sono i miei amori e passioni. Il mio percorso nasce dal teatro, sono passato per il rock, il chitarrismo anni 90, il grunge, pop, il songwriting fino ad approdare all’audiovisivo nelle forme più diverse e con diversi pseudonimi. Quello che dici è corretto, amo il cinema e i NIN ma allo stesso tempo rimango ancorato alla nostra radice melodica, ai grandi temi della lirica e alla sinfonica, nell’album ci sono io. Volevo fare una colonna sonora un po’ alla Blade Runner, l’ho fatta senza film, il momento è perfetto come hai detto tu!

Nell’album un’unica ospite, Sherol Dos Santos in una traccia molto particolare Codogno.

Sono il producer di Sherol da qualche mese. Lei è una giovane straordinaria donna di talento. Ha un dono meraviglioso ed è una bellissima persona. La sua voce è uno strumento perfetto per questo brano che mi piace definire una preghiera laica.

Chi vorresti ascoltasse il tuo Resilienza 2020.

E’ diretto a tutte le persone che amano ascoltare, pensare, scrivere, creare. Ho cercato di fare un disco intenso ma allo stesso tempo godibile anche in momenti di vita quotidiana. Qualche tempo fa ti avrei potuto dire che era un album da viaggio…

Quali sono i tuoi progetti per il futuro, musica vita.

Sto lavorando su un delicatissimo film americano che mi sta parecchio a cuore. Ha una bellissima storia, bravi attori ed è legato sentimenti molto belli. Inoltre mi propone una sfida totalmente acustica, un’altra pagina rispetto a resilienza che nell’elettronica vede il suo focus. Per il futuro non mi preoccupo più di tanto, amo vivere nell’oggi, e la mia vita è ricca di quello che per me conta: rapporti umani.