Don Davis, da Matrix a X-Files

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Le sorelle Wachowski nel 1999  hanno concepito il film “Matrix”. Nel 1996 al Festival del Cinema di Venezia. Le registe erano presenti alla presentazione di “Bound- Torbido inganno” e a distanza di pochi minuti iniziò la proiezione di “Ghost in the shell” di Mamorou Oshii. Per chi conosce ogni sequenza del film “Matrix”, non c’è da stupirsi se ci sono delle affinità tra le due pellicole. La colonna sonora di Matrix è stata composta da Don Davis (compositore di “X-Files” insieme a Mark Snow) ed inoltre Don Davis ha curato le musiche di “Animatrix”.

Tornando a “Ghost in the shell” (le sorelle Wachowski lo videro in anteprima mondiale a Venezia) dovete sapere che il film si avvale delle note di Kenji Kawai, dove nell’introduzione viene unita l’armonia della musica bulgara con le ritmiche della musica tradizionale giapponese. La colonna sonora di Matrix annovera artisti del calibro di: Marilyn Manson, Propellerheads, The Prodigy, Rob Zombie e gli scatenati ed anarchici Rage Against The Machine che nel finale ci trascinano fino al cielo insieme al nuovo messia Neo. Altro caposaldo cyberpunk che ha ispirato “Matrix” è “Akira” con le musiche di Shoji Yamashiro. Tornando a Kenji Kawai bisogna ricordare che ha curato la colonna sonora dell’anime “Devilman” (1987), che  sicuramente le sorelle Wachowski conoscono molto bene dato le affinità con molte scene d’azione nel loro film. Infine non possiamo riconoscere al film “Matrix” il merito di avere rimodellato l’immaginario fantascientifico di fine millennio, ponendoci dei quesiti ancora irrisolti su come percepiamo il mondo alla luce delle nuove tecnologie (specialmente dopo lo Smart Working forzato di questi mesi), ma d’altronde non è questo lo scopo della buona fantascienza che dai tempi di Kubrick ci illumina sulle molteplici possibilità del nostro futuro. Comunque Don Davis è riuscito a tradurre in musica una sceneggiatura non facile, che inizialmente non riuscivano a comprendere neanche i produttori (solo attraverso uno storyboard certosino). Si è dovuto creare da zero un nuovo mondo e un nuovo modo di fare cinema. Le sonorità di Don Davis sono epiche ed allo stesso tempo dissonanti per trasmettere la disumana lotta tra l’uomo e la macchina.

(a cura di Jean-Pierre Colella)