Anteprima del videoclip del brano The Secret di Savelli & Nostress, con intervista psych rock blues ad Alex Savelli

Tempo di Lettura: 5 minuti

Alex Savelli nel corso degli anni ha collaborato con Eddie Kramer, Simon Painter, Paul Chain, David Eserin, Ares Tavolazzi, Massimo Manzi, Andrea Giomaro, Gianpiero Solari, Elyan Fernova: ma quello che risalta nella sua biografia è il fatto che è un riconosciuto polistrumentista e produttore di esperienza ormai trentennale, essendo anche il fondatore dei seminali Pelican Milk. Si trovava a Londra nel 1999..
Radici Music Records pubblica il suo nuovo album Doing Nothing (12 tracce per un totale di 51 minuti), dove è protagonista con la sua voce e la chitarra, avvalendosi della collaborazione di:
Paolo Lapiddi: basso
– Jeanine Heirani: voce, chitarra
– Max Bertusi: batteria

Ci è stato proposto di presentarvi in anteprima il nuovo videoclip The Secret del progetto Savelli &Nostress (grazie al lavoro di Donato Zoppo) mi è sembrato giusto approfittarne per sottoporre Alex Savelli ad un veloce scambio di battute…

1) Buongiorno Alex come potremmo presentare The Secret?
The Secret è un brano speciale… Quando lo ho inciso per la prima volta ero a Londra nel lontano 1999, il mio produttore, tutti i musicisti e i tecnici erano inglesi e sia la musica che il testo li rapirono letteralmente. Ogni volta che ho suonato questo brano live in Italia o all’estero, con qualsiasi formazione, è sempre stato un successo, è il classico winner. Lo dico , modestia a parte, perché ho scritto migliaia di brani per me e per altri a questo punto , e i veri winners sono pochissimi rispetto alla moltitudine. Probabilmente è solo una questione di coincidenze e stelle a favore, o più semplicemente di ispirazione. Sicuramente questo brano si è fatto vivo perché sentiva il bisogno di uscire nuovamente, noi gli abbiamo semplicemente dato nuova voce e aveva ancora tanto da dire. Per quello che riguarda il video devo ringraziare Roberto Ceré per le riprese e soprattutto Jeanine Heirani che oltre che membro prezioso della band, ha fatto un grande lavoro di montaggio ed editing.
2) Ho letto che l’album Doing Nothing avete fatto in tempo a finirlo al volo, prima del lockdown…
In effetti siamo riusciti a terminare tutte le fasi della produzione giusto in tempo, lo stesso mastering è stato realizzato da Alex Elena con un piede a Los Angeles dove ha i suoi studi e l’altro a Cuba dove ha i suoi affetti… è riuscito a masterizzare il lavoro proprio un attimo prima di rifugiarsi a Cuba per sfuggire al virus. Evidentemente l’album andava fatto!

3) Un album di storie a cavallo tra rock, folk e blues all’insegna dell’autenticità… ma davvero c’è così tanta magia in questo disco?
Questo giudizio spetta sicuramente a chi ascolta, per quello che mi e ci riguarda sì, è un disco veramente magico; averlo inciso live in una torre medievale del 1300 è parte di questa magia, ma il fatto che si sia creato spontaneamente un forte spirito di band è l’altra parte fondamentale del lavoro. Le band ormai non esistono più per tanti ovvi motivi, siamo soliti ascoltare bravi, o bravissimi, musicisti che si aggregano per fare musica, per ragioni più o meno nobili, nella maggior parte delle volte venali o professionali diciamo. Una vera band è, soprattutto oggi, di per sé qualcosa di magico e speciale.
4) 12 brani , di cui 3 composti 20 anni fa con i Pelican Milk, come mai questa scelta?
Uno dei pilastri di questa produzione è stato che ogni brano doveva essere non solo gradito a tutti, ma anche un brano che tutti avrebbero avuto piacere a suonare live (sia perché il disco sarebbe stato inciso live e sia perché pensavamo già ad un set da suonare di fronte al pubblico). Abbiamo scelto tra tanti brani per arrivare alla scaletta definitiva ed è stato sempre un processo condiviso. See you later era una ghost track di un disco del 2005 di Pelican Milk (Sowego) mentre le altre due appartenevano al primo album (South Enough, 2001). Sono canzoni che hanno premuto per tornare fuori, una buona storia è sempre una buona storia ancora fanno La traviata, Il barbiere di Siviglia etc… è stato bellissimo donare loro una nuova veste e riportarle alla luce.

5) Quando nasce questa collaborazione con il trio Nostress?
Siamo diventati molto amici con Paul, Jeanine e la mia compagna Miriam, ci siamo frequentati assiduamente per un paio di anni perché avevamo molto in comune, ci piaceva passare tempo insieme. Non abbiamo mai parlato di suonare insieme, il tema è uscito dopo uno splendido pranzo la scorsa estate, quasi per scherzo; abbiamo potuto suonare insieme, vorrei fosse chiaro, solo perché ci piaceva passare tempo insieme, questo si ricollega allo spirito di band di cui parlavo prima. Suonare insieme è stato uno scherzo, sono bravissimi musicisti ed hanno saputo arrangiare ed interpretare le mie storie alla grande, non è mai stato così facile e spontaneo produrre un album per me.
6) Logico chiederti cosa ti aspetti da questo nuovo album: il periodo sai è abbastanza particolare…
Dopo tanti anni di attività posso definire la mia una non carriera, ho lavorato e lavorerò con nomi importanti della scena italiana ed estera, ma questo non fa purtroppo differenza quando parli con gestori, organizzatori, curatori, giornalisti o critici che non hanno cultura musicale. Questo per dire che le mie aspettative sono molto modeste, continuo a credere in quello che faccio e a coinvolgere altri che con me sognano e volano, ma so perfettamente che il valore di una proposta non è dato né da quanti follower o like o reazioni social collezioni, ma da quello che il tempo ed il pubblico sapranno riconoscerti. Non illudersi è chiaramente un buon viatico contro le delusioni. Sono quasi trent’anni che sento dire che la musica è in crisi, forse è il settore più abituato alle crisi a questo punto, quando un artista vero si spende per una produzione o un progetto, deve mettersi il cuore in pace ancora prima di iniziare; paradossalmente credo che la musica dovrebbe essere anonima, senza volto e senza pubblicità. Sarebbe il solo modo per dare a tutti le stesse possibilità e soprattutto per dare al pubblico solo quello che gli piace veramente, senza condizionamenti inutili e senza operazioni di marketing volte a pilotare  il consenso. La Musica dovrebbe essere solo Musica.