Speriamo Bene, il nuovo libro su Lucio Battisti uscirà il 29 Settembre

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Il titolo prende spunto da una lettera che Lucio Battisti invia nel 1964 a Roby Matano: dopo avergli raccontato a quali brani stava lavorando, il celebre artista la chiude con la sua firma e l’augurio in un futuro roseo. Questo il comunicato stampa appena diffuso… Roby Matano, dopo avere intuito, seppur grezze, le potenzialità ed averlo preso nel complesso, si prese cura del giovane chitarrista e lo spronò a cercare dentro se stesso e far risaltare quella vena artistica che con acume dato dalla sua grande esperienza, lui aveva già intuito. Il carteggio fra i due intercorso è fitto e pieno di speranze, provini portati alle case discografiche e regolarmente rifiutati, editori musicali che non avevano bene capito chi fosse veramente quel ragazzo dalla voce sgraziata, una serie infinita di “ripassi fra qualche mese e vedremo …”. Ansie, fiducie, apprensioni e aspettative di un ragazzo come tutti noi che facevano chiudere regolarmente le sue lettere a Roby con uno …. Speriamo Bene…

Aggiunge il nostro Giancarlo Passarella (visibilmente emozionato)… Questo libro esce per edizioni Freccia d’Oro e va subito prenotato. Anche io ho fatto qualche ricerca sulla nascita di Lucio Battisti come artista, intervistando Frank Petrignani (con cui suonarono nei night club romani e che gli fece da guida nel suo viaggio negli States nel 1976) e l’inossidabile Enrico Pianori, citato più volte nel libro di Roby Matano e Richard Milella..

Nel libro di Roby Matano & Richard Milella c’è anche la preziosa prefazione di Michele Neri ..
Nel luglio del 1966, Lucio Battisti pubblicava il suo primo singolo, iniziava così la carriera discografica di uno dei più importanti artisti che la musica italiana abbia mai avuto. Negli anni Sessanta era abbastanza facile arrivare ad incidere un disco, ma Battisti, a differenza di tanti altri, aveva alle spalle una lunga gavetta fatta di concerti, i concerti duri del night: ore e ore sul palco suonando di tutto. È questa una delle scuole che hanno permesso a Battisti di presentarsi all’appuntamento con il proprio destino di grande autore e interprete con tutti i mezzi adatti a far emergere il proprio spaventoso talento. L’altra scuola che ha tanto aiutato Battisti a scoprire le proprie capacità artistiche ha un nome e cognome: Roby Matano.
Il cantante de I Campioni, il complesso in cui Battisti ha esordito come professionista e in cui ha suonato per quasi quattro anni, ha intuito in Battisti – e questo è fatto noto – quelle capacità che poi tutti hanno potuto vedere, ha spinto il giovane chitarrista a comporre e lo ha consigliato anche sugli aspetti artistici della sua attività di compositore. Altri aspetti invece di quei primi anni di carriera sono meno noti e Roby ha deciso di raccontarceli senza censure (o quasi), senza cedere ai sentimenti e alla violenza dei ricordi (se qualcuno crede che sia possibile distaccarsi da tante emozioni provate). In queste pagine c’è il Battisti degli esordi, delle delusioni e delle prime grandi soddisfazioni raccontato da colui che rappresenta l’unica testimonianza diretta di quella timida camminata, diventata poi una corsa irresistibile, che ha portato Battisti così lontano, così avanti anche se, diciamocelo tranquillamente, tutti noi lo sentiamo sempre in mezzo a noi: la sua voce, le sue musiche, le sue canzoni immortali.