Ø-MARS, incontri ravvicinati del terzo tipo!!

Tempo di Lettura: 2 minuti

L’uomo, la musica, l’universo, civiltà aliene. Il futuro è domani o forse ieri. Ne parliamo con Omar Cremon, in arte Ø-Mars, che ci racconta del nuovo disco “Lumina” e di come il punk sia uno stato della mente.

Ciao Omar! Ti rinnovo i complimenti perché “Lumina” è un gran bel disco!!

Grazie, modestamente lo è, sarò un po’ di parte ma è vero,  è un bel disco, vorrei girasse di più come tanti altri dischi belli ma un po’ nascosti.

Ma cosa succede perché un batterista punk scopra di amare David Sylvian, XTC e Joy Division? O c’era già tutti prima e ti piaceva fare il ribelle a prescindere o forse è questa la vera ribellione?

Come batterista punk e psycho mi sono divertito molto, si cavalcava l’onda ribelle per essere contro e anche per divertimento ma dentro sono un gentleman, Sylvian me lo ha insegnato prendendo delle polaroids che poi ho eleborato nel disco.

La fantascienza, il cielo, la Luna, in che modo porti questa fascinazione nella tua musica e i testi seguono la logica del concept?

Essere affascinati da una storia, o da un argomento è una passione che alimenta e guida il pensiero creativo. La musica e il testo ne traggono beneficio anche attraverso immagini lunari e cosmiche.

Come scrivi i tuoi brani: sei più istinto o studio dei particolari?

Comporre un brano equivale a sperimentare e ad elaborare un processo di gioco e di metodo fatto di ingredienti vitali come il tempo, lo spazio, e un tema.

“Ink On The Water” per me è meravigliosa, con quel tocco da jazz club. A cosa ti sei ispirato per scrivere questo brano?

Grazie, sono felice di averti portato dentro ad un ambiente affascinante, qui c’è una visione un po’ sarcastica di come intendo la religione e la spiritualità; ne sono attratto ma senza farmi abbagliare, come in un locale del diavolo, il jazz club!

A parte il punk hai un altro tipo di formazione artistica?

Si può essere punk anche ascoltando musica classica, forse Beethoven lo era. L’altra formazione l’ho assorbita dai compositori di colonne sonore.

Una domanda classica, ma inevitabile in questo periodo: artisticamente che mosse prevedi per il tuo futuro? Hai scovato nuovi pianeti musicali?

La prima cosa che mi viene da dire è la difficoltà di preparare un live e poi dal 13 settembre, da quando mi sono imbarcato in questo viaggio (come nella luna di spazio 1999) credo che incontrerò molti pianeti e nuove civiltà musicali per un contatto del terzo tipo. Lo spero almeno.