Chris Catena’s Rock City Tribe – Truth In Unity (Grooveyard Records, 2020)

Tempo di Lettura: 2 minuti

Torna il rocker romano, con un grande disco internazionale!

Nonostante una lunga carriera questo è solo il quarto album per il cantante e compositore romano Chris Catena, un’artista che sin dagli esordi ha scelto di offrire una visione cosmopolita della sua musica. E che arriva a distanza siderale dal precedente “Discovery”.

In questi dodici anni Chris ha lavorato per creare il disco perfetto che sognava. Ha diviso questo onere con il chitarrista e compositore svedese Janne Stark, coinvolgendo numerosi musicisti, per un lavoro dipanato in studi sparsi in tutto il mondo e pubblicato dalla prestigiosa label americana Grooveyard.

Il risultato è eccellente, le quindici tracce offrono una visione omogenea, nonostante le tante figure coinvolte, per un cifra artistica di alto livello. Il riferimento è innegabile: i Deep Purple del periodo ‘Come Taste The Band’, quelli influenzati dalla chitarra funky di Tommy Bolin, con un taglio più moderno nella produzione, avvicinandosi quindi al Glenn Hughes solista.

Ma si tratta di un punto di partenza, perché “Truth In Unity” splende di luce propria, con rimandi al rock americano degli anni ’80, quando le rockstar calpestavano fiere il Sunset Boulevard. Chris è cantante di razza ed ha il coraggio di dividere il proscenio con bravi colleghi, senza mai perder di identità, con il supporto di un parterre di musicisti stratosferico. Alcuni nomi? Kee Marcello (ex Europe), Doug Aldrich, Stu Hamm, Blues Saraceno, per non dire di Tony Franklin e del compianto Dick Wagner.

L’album è un cavallo di razza nella sua interezza, ma è impossibile non citare il micidiale trittico iniziale il rock deciso di “Angel City”, l’energia heavy blues di “The Trickster” (condivisa con la voce di Paul Shortino, Quiet Riot/Rough Cutt) e il funky prepotente di “Down In The Black” che riesuma John Sloman, straordinario e sottostimato cantante che qualcuno ricorderà in ‘Conquest’ degli Uriah Heep. Bellissimo anche l’impatto di ‘Motorcycle Killers’, la melodia audace di ‘The Seventh Son’ dove splende l’ugola di Bobby Kimball (ex Toto). Ma da ‘Freedom’ a ‘My Angel’, il power blues di ‘Get Ready’, fino a ‘Ridin’The Freebird Highway’, è un fiorire di grande hard rock, diviso tra energia e melodia, suonato con tecnica preziosa.

‘Truth In Unity’ è un disco intenso e potente, che si ascolta tutto d’un fiato e che sposta i brani preferiti di giorno in giorno, proprio come i grandi album di una volta.

Senza ombra di dubbio uno dei migliori album dell’anno nei territori hard rock e dintorni!!