Alteria – Vita imperfetta (Vrec, 2021)

Tempo di Lettura: 2 minuti

La maturità artistica ed emotiva

Il singolo “Guerra” aveva acceso aspettative alte per il nuovo album di Alteria, il terzo solista di una carriera che si divide con il ruolo di stimata conduttrice radiofonica, che dopo un girovagare oggi è a Virgin Radio.

Difficilmente vado in conflitto – afferma Alteria – preferisco trovare un punto d’incontro. Ma delle volte è urgente e necessario andare in guerra, se questo serve per sentirsi meglio, più autentici.

“È tempo di svegliare il guerriero che è dentro di te”. Così canta Alteria, e il disco è di fatto una dichiarazione di intenti: ritrovarsi per ripartire. Dal tambureggiare potente dell’iniziale “Benvenuto bene”, passando per l’elettro rock di “Apnea”, fino a “Punto di rottura”, un brano in crescendo, potenziale hit.

Questo trittico apre un album intenso, in cui Alteria sfoggia una vocalità sicura e variabile, capace di adattarsi anche al velluto ruvido della ballata “Senso opposto”, per poi passare al coro micidiale di “Zero necessità”, che chiama in causa i Casablanca di Max Zanotti, qui nelle vesti di attento produttore.

La seconda parte dell’album se possibile è ancora più bella, dimostrando che è possibile scrivere ancora grande musica rock, se ci sono le idee. Da “Nessuna pietà”, cantata in coppia con Francesco Setta e “Arma a doppio taglio”, ai ghirigori orientali di “Paura di niente”, fino alla chiusura di “Giove, Saturno e tutti contro”, costruita su una linea di chitarra fluida, si ha la certezza che “Vita imperfetta” è un disco vero, senza filtri, dove rock e lingua italiana, trovano un punto di spontanea unione, per merito della protagonista che utilizza il canto come emozione e non come esibizione tecnica.

“Vita imperfetta”: il rock come autoanalisi!!

In questo nuovo capitolo artistico Alteria forse non si è spogliata emotivamente, ma ci ha mostrato parte delle sue fragilità e la volontà di andare oltre, di non fermarsi e di guardare oltre le paure.

Stupida arroganza, e non averne mai abbastanza, si poteva anche aggiustare, si poteva anche tentare, ma che fatica anche solo parlare” (Da “Punto di rottura”)