Album di debutto dei torinesi Smile il 26 Marzo 2021

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Con un sound che ricorda R.E.M. e The Smiths, il quartetto di giovani musicisti ha lo stesso nome della band dove militarono anche Brian May e Roger Taylor, rispettivamente chitarrista e batterista dei futuri Queen, assieme a Freddie Mercury. Gli autoctoni Smile sono invece Michele Sarda alla voce, Hamilton Santià alla chitarra, Francesco Musso alla batteria e Mariano Zaffarano al basso.
The Name Of This Band Is Smile sarà pubblicato da Subjangle / Dotto. Il disco è stato anticipato dai singoli Every New Mistake, Just So You Know, Time To Run e From Here On e rispecchia pienamente lo spirito della band torinese che racconta la monotonia e l’alienazione della vita contemporanea attraverso canzoni da tre minuti, capaci di unire al nervosismo post-punk della sezione ritmica e la melodia di una chitarra jingle-jangle una voce empatica,  potente e riflessiva.

La musica degli Smile è permeata da uno strato di alienazione e straniamento: un indie rock con accenni jangle e post punk che racconta un disagio tanto personale quanto collettivo di una società sospesa senza apparente via d’uscita. Gli Smile creano musica al tempo stesso melodica ed esplosiva per raccontare un quotidiano fatto di burocrazia, incapacità di azione, bollette da pagare e precarietà. La band racconta .. Le canzoni di questo disco sono nate quando ancora la musica poteva essere una via di fuga rispetto al grigiore di una quotidianità fatta di palazzi tutti uguali, una routine sempre uguale a se stessa e lavori di cui non vediamo il senso. Adesso che stiamo vivendo tutti questa nuova normalità, dove quelle che erano costrizioni sono diventate le nostre uniche attività, sono diventate una testimonianza fuor di sesto di una quotidianità ancora più irrisolta. Siamo di Torino, e la nostra è una musica che nasce grazie a quella tensione nervosa che solo le città incastrate tra un passato industriale e un presente incerto e depresso possono avere. Detroit, Manchester, sono tutti luoghi che negli anni hanno avuto modi ottimi di reagire artisticamente alle crisi economiche: il punk, l’elettronica… adesso che i fantasmi della città industriale vivono come centri commerciali e appartamenti di lusso, li osserviamo come trentenni con uno scarso potere d’acquisto e senza nessuna aderenza agi status symbol di questo periodo storico. Non è nostalgia: è cercare di stare nel presente senza prendersi per il culo ..