La morte di Fernando Ranalli

Tempo di Lettura: 2 minuti

Presidente della Federazione provinciale aquilana di ciclismo da oltre trent’anni, il padre del nostro Antonio era sempre pronto ad aiutarti. Mi diceva .. Gianka: che te serve? Ti va bene se ti aiuto così? La prima volta che l’ho sentito telefonicamente, mi parlava della lettera che (l’allora minorenne) Antonio mi aveva scritto per parlarmi della sua passione di scrivere di musica. Poi ci siamo incontrati diverse volte e casa sua a Sulmona era sempre aperta per ospitarmi; interveniva nei discorsi che facevamo con suo figlio, voleva sapere chi erano questi Dire Straits che ci facevano macinare chilometri e chilometri ed anche spendere un sacco dei nostri risparmi.. chiedeva e domandava.. sino al momento in cui suo figlio Antonio (o sua moglie) gli dicevano garbatamente che doveva frenare la sua curiosità. Ma lo faceva, solo perché la bontà del suo cuore lo invogliava a dare .. e non a pretendere!

La scena che ho in mente è il giorno della laurea di Antonio a La Sapienza: a causa della neve, alla discussione in Aula Magna c’ero solo io. Tutti gli altri invitati sono arrivati in ritardo e vedo ancora questa variegata comitiva che marcia verso di noi con passo spedito, anche se la tesi era già stata discussa. In testa c’era Fernando, perché arrivare a sentire suo figlio per lui era fondamentale: in testa al gruppo .. come se fosse una gara del suo amato ciclismo e lui (da buon gregario) tirava la volata. Ieri sera purtroppo un auto a forte velocità l’ha travolto: all’ospedale della sua Sulmona hanno fatto di tutto per salvare questo gigante buono di soli 70 anni. Stamani alle due ha finito di soffrire, perché l’emorragia interna era troppo vasta.