Per me fare un disco significa vivere uno straordinario inferno ed è incredibile vedere la trasformazione del tuo universo, come possa concretizzarsi ed essere racchiuso semplicemente in 12 canzoni.. Con queste testuali parole, Nicola Pomponi in arte Setak, dopo l’esordio con Blusanza annunciava la pubblicazione di Alestalé per lo scorso 13 Maggio. Il nome di Setak non mi era del tutto sconosciuto, visto che era tra i finalisti di Musicultura 2020, ma mi sono trovato a votarlo anche l’edizione appena conclusa delle Targhe Tenco, ovviamente nella categoria Miglior album in dialetto. Diciamo perciò che il suo sound ce l’ho nelle orecchie ed ogni tanto canticchio il brano che chiude questo suo album: mi riferisco a Lu juste arvè (Il giusto torna), cantata con Mimmo Locasciulli .. ahuarde sti paure / ma quande pó durà / arcape li pinzìre / chi ‘cchijù ‘ssu ti pó purtà (guarda queste paure/ ma quanto può durare? / scegli con cura i pensieri / che ti possono portare più in alto). Nicola Pomponi / Setak è ora impegnato in una serie di concerti live e questo dimostra che Alestalé è stato apprezzato anche dal grande pubblico e non solo dagli operatori del settore.
Per capire la sua originalità, riflettiamo sulle testuali parole dell’artista che ha dichiarato.. nonostante il periodo disarmante che stiamo ancora vivendo, ho pensato che non avesse più senso aspettare. Non è facile vivere serenamente sapendo che hai un disco pronto da un anno nel cassetto .. Parole che contengo un paradosso: infatti il disco (scritto con l’amico Fabrizio Cesare) ha come titolo Alestalé che possiamo tradurre dal dialetto abruzzese nell’italiano “in fretta”. L’album è stato preceduto dal singolo Coramare con Francesco Di Bella e Fabrizio Bosso, forse il più mediterraneo tra i dodici presenti. Tutto il resto non sfiora minimamente suoni da folklore popolare, ma si muove sulle varie tonalità del blues, su cui il dialetto abruzzese si appoggia con impalpabile reverenza. Il pregio indubbio di Setak è quello di usare lo slang della natia Penne (siamo in provincia di Pescara) e di cercare un continuo rapporto amoroso con il tappeto sonoro: impresa non facile, perché la metrica ha delle regole ferree ed il dialetto (qualunque dialetto) ha nella cacofonia la sua forza espressiva. Vi sono momenti in cui questo “matrimonio” raggiunge un climax veramente alto (dalla scanzonata Picché alla riflessiva Aspitte Aspitte), ma in tutte le dodici canzoni non c’è alcun momento che stride, cigola o sembra implausibile.
Un bravo a Setak: il tuo conterraneo Ivan Graziani sarebbe orgoglioso del lavoro che hai svolto!
Track list del disco: E indande pjove, Alestalé, Picchè, Quanda sj` fforte, Jù` nderre, Coramare, Aspitte aspitte, Ninn`è cchjiù, Ma tu mò chjvvu` da me, Facile, Camillo, Lu juste arvè