Fabrizio Tavernelli – Infanti (Lo Scafandro cd) un disco da riscoprire

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Nel 2018 su Musicraiser veniva lanciata la campagna di crowdfunding per permettere di pubblicare questo bel disco. Nel farlo, Fabrizio Tavernelli scriveva .. Loro sono le nostre vittime, messi al mondo per imparare le negazioni, le assenze, la chiusura di confini, le barriere, i muri, il filo spinato. Bambini a cui si nega la terra e il suo attraversamento, che saranno stranieri nello stesso luogo dove sono nati .. In copertina il fotomontaggio enfatizza questi concetti, fatti di sguardi innocenti, di scene di guerra e di una tastiera che rappresenta il mondo moderno iper tecnologico, spesso padre/padrone delle nuove generazioni, considerate semplici consumatori. Sono in attesa che Fabrizio Tavernelli mi invii il suo nuovo disco Homo Distopiens, ma volevo invitare ognuno di voi a considerare l’potesi di riavvicinarsi al precedente Infanti: tra i due dischi c’è la notizia che sono disponibili in digitale i dischi degli A.F.A. Acid Folk Alleanza, band nella quale ha militato, anche se storicamente io sono più vicino ai suoi pasoliniani En Manque D’Autre ed un disco come Cianciulli lo ricordo ancora con piacere. Rispetto alle due band giovanili citate, dentro Infanti c’è molta più maturità lirica e Fabrizio Tavernelli dimostra una vena poetica intima che è molto interessante: l’iniziale Rinascere spiana la strada alla poesia minimale, mentre il sarcasmo busone emerge in Messa in minore, dove ridendo si affronta un argomento scottante come quelli degli abusi sessuali in ambito ecclesistico. Ma anche musicalmente Infanti si fa apprezzare per le idee e la base ritmica spesso si lascia sopraffare da veri e propri giochi chitarristici: Ipocrisia così sia è un brano che diventa struggente ed onirico, mantrico ed introspettivo. Molti altri sono i motivi per gioire e per affermare che Infanti è un bel disco, coraggioso e che segna la logica evoluzione di un autore interessante: ma questa gioia diventa amara, quando analizziamo le poche recensioni uscite sulla stampa specializzata italiana (!) e compagnia bella. Sembra quasi che il suo essere eclettico dia fastidio, negando così la sua indubbia vena artistica: infine un plauso a tutti coloro che hanno finanziato il progetto ed a chi ha curato il package del disco, decisamente professionale. In tredici brani sono tutti firmati da Fabrizio Tavernelli, tranne Tutto quello che ho da dire che viene dal repertorio del grande Claudio Rocchi. Sapete come mai mi è tornato in mente oggi Infanti? Perché ho visto le scene drammatiche di guerra da Kabul ed ho pensato a come soffriranno i bambini afgani: per una semplice associazione di idee mi è tornato in mente Infanti

Tracklist di Infanti: Rinascere, Ipocrisia così sia, Figlia di guerra, Illuminami gli occhi, L’incompiuta di Brendola, 4 atti, Finché son piccoli, Tutto quello che ho da dire, Messa in minore, Alchimia, Cadaveri squisiti, Esperimento di regressione, Infanti