Ieri sera Sabato 4 Dicembre la prima puntata di Uà – Uomo di Varie Età su Canale 5. Sabato 11 e Sabato 18 Dicembre le altre due puntate ed alla fine saranno 60 gli artisti che con lui vivranno uno spettacolo che ha altri numeri impressionanti: un palco di 1.000 metri quadrati (illuminato da 800 corpi luminosi e valorizzato da più di 200 professionisti di produzione) con la direzione artistica del fedele Giuliano Peparini, con lui anche nelle ultime tourneé live del 70enne (!) artista romano.
La prima puntata è durata sino a 20 minuti all’una di notte, ma gli sbadigli sono stati pochi: perché il ritmo è serrato, le chiacchiere si alternano alle canzoni, i balletti sono il giusto contrappunto a tanti ricordi, molti dei quali ricostruiti con veloci siparietti in cui un giovane Baglioni accende la radio, si inoltra in un magazzino di ricordi e riporta tutti noi a rivivere un momento storico dell’Italia che forse non dovremmo mai scordarci. Claudio Baglioni è perfetto nel suo aplomb, nel cambiare le tonalità delle sue canzoni (pur di venire incontro agli ospiti canori) e dimostra una presenza di palco da vero intrattenitore che (pur sfiorando a tratti l’impostazione americana da crooner) lo rende professionale ai massimi livelli.
Personalmente alcuni duetti/sketch mi hanno convinto più degli altri, ma questi sono pareri del tutto personali: con Neri Marcorè si sfiora l’avanspettacolo di buon lignaggio, Pierfrancesco Favino è la spalla ideale che ogni artista vorrebbe avere, mentre con Renato Zero la complicità è azzeccata e la scelta di entrare uno nei panni dell’altro non lascia alcun dubbio. Musicalmente emozionante l’esibizione con Giorgia e la performance con Ultimo, dove è stata la musica (e qualche ricordo di come sono cambiate le periferie romane) la vera protagonista. Mi hanno convinto di meno i momenti in cui l’improvvisazione ha avuto poco spazio e quindi il siparietto/duetto è stato buono, ma leggermente “sintetico”.
Tre serate di vita vera ed arte varia che lo stesso Claudio Baglioni ha così presentato… Ho sempre amato la televisione. Non solo perché è, in assoluto, la platea più vasta di fronte alla quale un artista possa desiderare di esibirsi, ma anche perché è il più popolare dei media. L’unico davvero capace di raggiungere tutti con un linguaggio semplice ed immediato, che sa far riflettere e sognare ma soprattutto regalare emozioni grandi e sempre nuove. In questo, somiglia molto alla canzone: un’arte povera ma universale, diretta e poetica, in grado di affascinare, farsi comprendere e diventare di tanti. Per questo ho accolto l’invito di Mediaset a pensare per lo schermo uno show sulla mia vicenda umana e artistica che comprendesse molte forme di espressione e di spettacolo, tra concerto e performance, musical e happening, intrattenimento e fiction, racconto e varietà. In un moto perpetuo che lega ogni storia e ogni età allo spazio e al tempo in cui vivono ..
Direi che ha ragione Silvio Berlusconi a gongolare per queste tre serate su Canale 5: mi auguro che anche i dati d’ascolto diano ragione, anche se è difficile battere programmi super fidelizzati. Poi continuo a chiedermi come mai costringerci a fare sempre le ore piccole…