Federico Frassi: tra jazz tradizionale, swing e be-bop

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Si intitola “Right Time” il disco d’esordio del pianista toscano Federico Frassi uscito lo scorso anno per l’etichetta Emme Record Label. Un disco che spazia tra il jazz tradizionale, lo swing e il Bebop con un suono fresco e moderno. Ne abbiamo parlato a tu per tu con il leader di questo progetto.

Federico per prima cosa raccontaci come è nato questo progetto e come sei arrivato anche alla nascita del disco. In sintesi tutta l’evoluzione di “Right Time”.
Avevo in mente, da tempo, di realizzare un progetto tutto mio, che rappresentasse ciò che sono, il mio mondo e il mio modo di fare musica. Perciò, in questo disco, volevo inserire, non solo brani che si ispirassero ad un repertorio musicale che ho sempre amato ed ascoltato, e da cui ho tratto ispirazione (gli standards jazz), ma soprattutto volevo proporre della musica originale. La mia intenzione, infatti, era quella di esternare, proporre le mie idee compositive e trasmettere l’amore per lo swing, la bossa nova e le ballads americane. Così ho coinvolto i musicisti che ritenevo più adatti per questo tipo di lavoro e abbiamo cominciato a suonare insieme. Poi, dopo qualche prova ho realizzato che questo progetto avrebbe potuto funzionare. Insomma, ero talmente attratto da questa idea, che, in breve tempo, ho deciso ciò che avremmo registrato in studio. L’idea, perciò è stata quella di inserire nel disco cinque standards che si distinguessero per la bella melodia; brani melodici, lirici e un po’ romantici, con testi interessanti, dove la melodia potesse avere un ruolo fondamentale. Inoltre ho voluto proporre anche quattro brani originali.
“Right Time”: questo titolo ha un significato particolare per te?
“Right Time” per me ha un significato particolare, non solo perché è il mio primo progetto da leader, ma soprattutto perché contiene sia standards jazz che amo da sempre, sia quattro miei brani originali (spero i primi di una lunga serie). Vorrei anche aggiungere che “Right Time” (momento giusto) è un titolo indicativo e simbolico: infatti, rappresenta il tempo giusto, il momento giusto, per me, per iniziare un mio percorso musicale e professionale, sia come musicista che come compositore. Per questo realizzato un progetto che mi rappresentasse al meglio: spero di esserci riuscito!

Parliamo proprio del disco: ti va di fare una breve descrizione per i nostri lettori?
“Right Time” é un disco che spazia tra il jazz tradizionale, lo swing e il be-bop con un suono fresco e moderno. Esso è composto da nove brani (quattro originali e cinque standards) ed è orientato prevalentemente sul “Mainstream”, con lo swing come caratteristica predominante, in cui è palpabile l’amore che, da sempre, nutro per la tradizione e per il linguaggio be-bop. Nonostante questo, ho voluto inserire nel disco anche sonorità nettamente più moderne, come nel brano “Endless Stars” del pianista “Fed Hersch”, che per me rappresenta un modello esemplare di riferimento per il pianismo più raffinato ed evoluto. “Right Time” è uscito nel mese di luglio del 2021 per l’etichetta “Emme record label”: a questo progetto hanno preso parte musicisti come Matteo Anelli al contrabbasso, Edoardo Battaglia alla batteria e Mauro La Mancusa alla tromba, con la partecipazione in qualità di ospite di Nico Gori al clarinetto e sax su quattro tracce.
Quali sono le principali influenze, dunque, che potremmo riscontrare all’interno di questo progetto?
Sicuramente alcuni musicisti che mi hanno influenzato per la stesura di questo progetto sono: Il sassofonista Joe Henderson con il suo quintetto negli anni sessanta, al quale ho dedicato anche un brano “contraffatto” che si basa sull’armonia dello standard “Recordame”. Poi, il pianista Dave Brubeck, che seppe applicare con successo e originalità, alcune forme musicali della musica classica al jazz. Infine il pianista americano Fred Hersch, un modello esemplare di riferimento sia per la composizione e gli arrangiamenti, che per il pianismo più raffinato ed evoluto.
E invece gli artisti che per te sono sati importanti nella tua vita? C’è qualcuno in particolare che ti viene in mente?
Alcuni degli artisti principali che mi hanno influenzato musicalmente sono senz’altro musicisti come Bill Evans, Thelonious Monk, Oscar Peterson, Whinton Kelly, Michel Petrucciani, Keith Jarrett, Dave Brubeck, Fred Hersch, Joe Henderson, Sonny Rollins, Charlie Parker, Miles Davis, Jhon Coltrane eccetera. Molti di essi sono stati fondamentali nella mia formazione musicale jazzistica sia a livello esecutivo che composititivo.
Parliamo adesso del tuo percorso musicale: come ti sei avvicinato alla musica e come questa esperienza si è evoluta nel tempo?
All’ età di nove anni ho cominciato a studiare, privatamente, piano classico e solfeggio. A quattordici anni sono stato ammesso al conservatorio Pietro Mascagni di Livorno, dove ho ottenuto nel 2016, la certificazione pre-accademica di musica classica. Contemporaneamente mi sono appassionato alla musica jazz e ho cominciato ad ascoltarla e studiarla, partecipando a diversi seminari estivi tra cui “La Spezia Jazz” e “Faramusicfestival”, vincendo proprio in questa occasione il premio Best Talent dell’edizione 2015. Poco dopo sono entrato a far parte del “Jazzscape quartet”, che nel 2018 ha realizzato il Disco “Blue Waves”, con due miei brani inediti.
Ho collaborato inoltre con l’armonicista Federico Bertelli, sia in duo, sia in quartetto.
Faccio parte da tempo del gruppo “The Sly Family”, capitanato dalla contrabbassista Silvia Bolognesi, che successivamente si trasforma in “Stand”, realizzando l’album “Thank you for lettin ‘us be ourselves”. Successivamente del 2019 sono stato ammesso alle semifinali del “premio internazionale Massimo Urbani” tenutosi al “Jazz club di Torino”. Nel 2021, dopo aver trascorso un periodo di Erasmus a Rotterdam al “Codarts School”, mi sono Laureato presso il Sienajazz University dove ho studiato con docenti del calibro di Stefano Onorati, Fabrizio Puglisi, Walter Paoli, Paolo Corsi, Silvia Bolognesi, Ferruccio Spinetti, Fulvio Sigurtà, Giovanni Falzone. Oltre al Jazz ho avuto la possibilità di sperimentare altri generi musicali come il Pop, Blues e Funk, collaborando con la “Borrkia big band”, le “Vocisole” e il comico Paolo Ruffini, l’attrice e cantante Drusilla Foer. Attualmente sono alla guida del mio Quartetto jazz formato da Matteo Anelli al contrabbasso, Mauro La Mancusa alla tromba e Edoardo Battaglia alla batteria.
Stai già pensando ad un lavoro successivo a questo? Vuoi darci qualche anticipazione in caso?
Per il momento la mia intenzione è quella di portare avanti questo mio primo progetto, al quale credo molto; in seguito, però, metterò mano ad altri lavori e progetti che ho già in mente da un po’ di tempo a questa parte, e che sicuramente, ho intenzione di realizzare, ma senza fretta!