Intervista ad Elizabeth Cappa, romanziera con nel cuore Red Hot Chili Peppers, Rage Against the Machine e Radiohead

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Il suo esordio con Sommersi, edito da Bookabook. Una storia d’amore milanese tra Arianna e Flaviano, tossicodipendente ma con un’intelligenza pazzesca. Tra i loro amici ci sono quelli che cercano di sfondare i cancelli per assistere al concerto del 1984 degli Yes al Palasport di Milano. Vista la bontà del suo esordio letterario, ho fatto di tutto per intervistare Elizabeth Cappa ..

Elizabeth, fatti i complimenti per il tuo romanzo, vorrei farti delle domande per capire su che humus nasce Sommersi. Partiamo da come/quando ti è venuta l’ispirazione per scriverlo? L’idea stava dentro di me da allora, da quegli anni Ottanta vissuti in una Milano per metà “da bere”, per l’altra metà “strafatta”. Una città come molte altre venata dal dolore di un’intera generazione che faticava a inserirsi (allora come oggi) nel sistema sociale. Alle spalle generazioni in lotta, quella del ’68, quella degli anni ’70, intorno un atteggiamento edonistico che preannunciava, a ben vedere, il nichilismo del domani, quello che attualmente attanaglia le generazioni più giovani. Arianna, la protagonista del romanzo, ricorda la ragazza che sono stata (non è un dettaglio casuale che lei ed io abbiamo la stessa età anagrafica). Per me, è stata più che altro la paura di morire a farmi scansare l’eroina. Le altre droghe, cosiddette psichedeliche, chissà perché non le temevo. Forse perché ritenevo rappresentassero un pericolo, comunque non alto, solo nell’immediatezza dell’uso, non alla lunga. Non provocavano dipendenza. Oggi mi rendo che si trattava di considerazioni del tutto infondate, davvero assurde. Resta il fatto che quella paura mi ha impedito di provare anche una sola volta l’eroina. Lo avessi fatto, magari anch’io come moltissimi tra i miei amici e conoscenti ci sarei caduta. Allora, poi, dell’AIDS non si conosceva per nulla, nemmeno lo si nominava!


Hai descritto bene un panorama drammatico, ma su cui la storia dei due protagonisti è anacronisticamente un momento sereno .. Credo che Sommersi sia una storia d’amore, anzi, la storia di un primo amore. Il cui sviluppo, però, non può prescindere dal contesto, né dal fatto che l’oggetto dell’amore di Arianna sia Flaviano, un tossicodipendente. Nell’immaginario collettivo, i tossici di quegli anni sono dei fantasmi, che camminavano curvi, che chiedono monetine ai passanti, totalmente piegati dall’uso o dalla scimmia. Ma dietro allo stereotipo si celano persone di ogni tipo. Alcuni, come Flaviano, erano di un’intelligenza pazzesca, e a dispetto della loro tossicodipendenza, avevano una visione molto lucida del mondo che li circondava, e delle prospettive che la società offriva loro. Per questo, agli occhi di Arianna, Flaviano rappresenta comunque un eroe: nonostante sia obnubilato dalle droghe, ha una visione. Una visione estremamente complessa e articolata del mondo, a tratti cinica ma, purtroppo, razionalmente fondata. O, almeno, così pare ad Arianna.


Leggo che sei di Londra e poi sei arrivata a Milano, ma .. il tuo è un cognome italiano? Non mi dire che anche la tua sfera familiare è un altro romanzo… !?!? Le motivazioni del nome e del cognome sono banali: il nome in onore del luogo di nascita, il cognome è quello di mio nonno Peppino, napoletano doc. La mia costellazione famigliare però è più complessa. Mio padre era francese per parte di madre. Mia madre è nata durante la Seconda Guerra Mondiale, da padre di cultura italiana ma nato e residente a Zara, nell’ex Jugoslavia, e da madre ebrea sefardita. Io sono nata a Londra, per via del lavoro di papà, che faceva l’ingegnere. Mia sorella, invece, è nata a Città del Messico…


Quali sono stati gli scrittori che hai amato da giovane? Quali invece quelli che ora ti convincono di più? Da bambina e da ragazza, i classici. Prima Alexandre Dumas, Emilio Salgari, Jack London, Louisa May Alcott, Dickens, Mark Twain, Jules Verne; poi Jane Austen e le sorelle Brontë, Dostoevskij e Leone Tolstoj, Thomas Mann. In adolescenza ho amato anche scrittori che poi, rileggendo, non ho trovato interessanti come allora. Per esempio, pure se sono giganteschi Herman Hesse e Carlo Castaneda. Tra i miei amori incontrastati e insuperati c’è, oggi, Philip Roth, in tutta la sua produzione. È forse a causa sua se non mi sono mai azzardata ad inviare qualche mio scritto ad editori: al suo cospetto sono troppo piccola cosa. Tra le letture più recenti, ho amato la quadrilogia di Elena Ferrante, L’amica geniale, i libri di Donatella Di Pietrantonio, L’Arminuta e Borgo Sud; Patria, di Fernando Aramburu, i romanzi storici su Mussolini di Antonio Scurati (M. Il figlio del secolo e M. L’uomo della provvidenza). Solo qualche esempio. Sono una lettrice compulsiva. Nel periodo del lockdown sono arrivata a leggere tre, quattro libri a settimana.


Parliamo del tuo editore Bookabook con cui hai pubblicato Sommersi: il loro crowdfunding è davvero una manna dal cielo per chi ha talento e stenta a partire… Sì, Bookabook rappresenta una vera e propria opportunità. In Italia il sistema del crowdfunding è poco conosciuto. La procedura per sottoporre il proprio testo a Bookabook è molto semplice: si invia lo scritto via mail alla redazione che garantisce una risposta, positiva o negativa, entro trenta giorni (non è un dato suffragato direttamente dall’editore, ma pare che passino questa prima selezione il 4% circa delle opere). Se l’esito è positivo, parte la campagna di crowdfunding nella quale si è accompagnati dall’editore, che mette a disposizione la propria piattaforma per i preordini e offre suggerimenti per promuovere il proprio lavoro, in particolar modo attraverso i social. Ci sono alcuni target da raggiungere: passato solo il primo (60 copie) l’editore si limita a stampare e a inviare le copie del libro ai “sostenitori” che hanno effettuato il preordine. Con il secondo goal (200 copie), l’editore effettua un’attività di revisione ed editing dell’opera e promuove l’opera attraverso i suoi canali. Dopodiché il libro sarà ordinabile sul sito dell’editore, sulle piattaforme e in tutte le librerie. Oltre le 250 copie preordinate, saranno messe a disposizione dell’autore attività di promozione aggiuntive. Con 350 copie Bookabook si impegna a mettere a disposizione del libro un’attività di ufficio marketing dedicata. Va poi considerato il fatto, decisivo, che per la distribuzione Bookabook si avvale di Messaggerie, il più importante distributore italiano di prodotti editoriali.


Prima abbiamo parlato di scrittori ed ora invece ti rifaccio la stessa domanda, ma rivolta al mondo della musica: quali i cantanti che hai amato da giovane e quali quelli più moderni che segui… Da ragazza ho amato il rock in generale e nelle sue evoluzioni. Ti faccio qualche nome. Da giovanissima Lou Reed, David Bowie, Rolling Stones, Iggy Pop, Bruce Springsteen, Led Zeppelin, Pink Floyd. Poi c’è stato il periodo darkeggiante, con i Cure e i Joy Division. Poi quello punk e hard-core con i Black Flag, i Bad Religion, i Bad Brains, i Minor Threat, gli adorati Dead Kennedys, per finire con i Korn. Poi il periodo rap: Public Enemy, Run DMC, NWA. Nel mio cuore sempre i Red Hot Chili Peppers, Rage Against the Machine e i Radiohead. Allora come ora amo il cantautorato italiano: su tutti Fabrizio De André. Per i miei gusti di oggi, che equivalgono a quelli di ieri, ti faccio qualche nome italiano: Giovanni Truppi (presente all’ultimo festival), Francesco Motta. Non disdegno la simpatia dello Stato Sociale e la grinta dei Maneskin.

Nel romanzo viene citato il concerto degli Yes a Milano. Non mi dire che c’eri anche tu… !? L’episodio che racconto nel romanzo, con Arianna e il fidanzato Agostino che insieme a molti altri cercano di sfondare i cancelli per assistere al concerto degli Yes al Palasport di Milano (siamo nell’84), senza riuscire, riporta un episodio realmente accaduto… A me. Quindi purtroppo no, quel concerto me lo sono perso.


Quali iniziative stai mettendo in campo per promuovere adeguatamente Sommersi? Ho in programma alcune presentazioni in libreria (qualcuna, online, l’ho già fatta). Sarò intorno a metà Marzo alla libreria Centofiori di Milano (libreria che compare nel romanzo), mentre ai primi di Aprile sarò alla Booklet Le Torri, di Roma. Ma ora che la pandemia sembra recedere spero riuscirò a rendere il mio calendario molto più ricco.