Olden canta gli anni del silenzio di Gianni Siviero

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A due anni dallo splendido doppio album-tributo a più voci “Io credevo”, la riscoperta della figura e dell’opera di Siviero si arricchisce di un nuovo prezioso capitolo

Olden

La poesia urbana in scala di grigi di Gianni Siviero, acuto interprete dei mali del suo tempo e cantore del fragile passare di ogni cosa, si è sottratta alla luce dei riflettori all’inizio degli anni Ottanta per sfuggire alla progressiva mercificazione della musica e della cultura e opporre un radicale silenzio alla deriva consumistica della società, ma non ha mai smesso di pulsare sotto la cenere, dando vita a numerosi brani inediti, da qualche tempo raccolti sul sito internet dell’artista.

Olden (al secolo Davide Sellari), nativo di Perugia e di casa a Barcellona, frequentatore delle stanze della canzone d’autore così come dei garage del rock indipendente, ha pescato da questi oscuri fondali dieci perle e le ha incastonate in un suono elettroacustico sporco, tagliente e rugginoso, attraversato da plumbei bordoni atmosferici di tastiere alienate.

Dal crescendo allucinato della recente “Non vogliamo capire” al disincanto al vetriolo di “Che bella luna” il pubblico e il privato si incontrano, innescando il tarlo della riflessione o la scintilla dell’invettiva.

“Questi anni” dipinge a tinte fosche un universo orfano di facili consolazioni, in cui l’artista si incammina in solitudine seguendo la stella polare della propria coerenza.

Olden, “Questi anni. Dieci brani inediti di Gianni Siviero”, Squilibri 2022

Approfondimenti: intervista a Olden