Marco Ongaro “Solitari” (Vrec/Andromeda Relix, 2022)

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In bilico tra musica, poesia e scrittura (lo scorso novembre è uscito il suo ultimo libro “Un poeta può nasconderne un altro – Il senso per la parola di Serge Gainsbourg”), il veronese Marco Ongaro è artista poliedrico, che ha molteplici volti ed un unico comune denominatore: la libertà.

L’arte del compromesso non gli è congeniale, la sua indole di sperimentatore lo porta tra spartiti, pagine di volumi e teatro, a cercare domande piuttosto che risposte, dubbi e non certezze. Ecco perché la sua musica si incunea leggiadra e la sua voce rotonda e bassa, ha un richiamo letterario che incanta.

Questo nuovo lavoro, il dodicesimo in oltre tre decenni di percorso, presenta un ulteriore volto di Ongaro, ad accompagnarlo infatti in buona parte dei pezzi, troviamo la band progressiva dei Logos, che tanti applausi ha ricevuto negli ultimi cinque anni con i due album “L’enigma della vita” e “Sadako e le mille gru di carta” (Andromeda Relix/Pick Up), oltre ad altri bravissimi musicisti, che citiamo a fine testo.

Questa collaborazione offre un ventaglio musicale più ampio rispetto al passato, ecco così che “A ritroso”, “L’atteso”, “Una signora per bene ad Atene”, arricchiscono le parti armoniche e suonano con geniali pastiche pop che il timbro teatrale di Marco rende ancora più affascinanti.

E che dire della splendida rilettura in italiano di “Homburg” dei Procol Harum, che amplifica le citazioni prog di cui sopra.

L’idolo Serge Gainsbourg viene omaggiato, sempre in lingua italiana, con “La canzone di Prévert”, che assume toni meno enfatici rispetto all’originale.

Ma è nelle composizioni originali che si comprende l’impronta personale del cantautore veneto. Ascoltando “Metaforicabionda”, “Parcheggiare a Delfi” o “Solitari”, scritta con Gandalf Boschini, che riveste anche il ruolo di produttore, ci sono spunti che giocano a scacchi tra il bagaglio di giganti come Fabrizio De André e Luigi Tenco e le melodie soffuse e nobili degli XTC e dei nuovi idoli, gli inglesi Black Country New Road, sorta di pop da camera che, a ben vedere, non sono così lontani, come si potrebbe pensare.

A chiudere i conti il rinnovo delle note di “A ritroso”, la melodia che apre il disco, un disco, appunto che pur nelle sue molteplici sfaccettature, ha una sua uniformità, con la scrittura di Ongaro che tende alla perfezione estetica, concedendosi anche un margine di “improvvisazione”, proprio come accade a teatro.

E forse musica teatro è la miglior definizione per questo splendido lavoro – un concept che non è un concept – che (ri)porta Marco Ongaro all’attenzione del pubblico interessato al talento e non solo alla vetrina. Gran bell’album!!

Suonano in “Solitari”:

Luca Zerman: tastiere, Fabio Gaspari: chitarre, Alessandro Perbellini: batteria, David Cremoni: chitarra elettrica, Marisa Pasquali: violino, Giacomo Cazzaro: sax, Adam Clarke cornamusa, Barbara Lorenzato: cori, Erik Boschini: pianoforte, Luca Sanmartin: basso e programmazione.