Mimmo Cavallo pubblica l’interessante nuovo brano U’ Vurpe

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Artista basilare della musica italiana (autore per Mia Martini, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni, Loredana Bertè, Syria e Albano), ma anche per la sua produzione personale. Sostiene il nostro coordinatore Giancarlo Passarella .. L’annoso problema della questione meridionale e di quanto sangue sia costata l’Unità d’Italia, trova spazio nella sua vena compositiva: primo paroliere con cui abbiamo iniziato il percorso didattico al Liceo Classico Galileo di Firenze, lo ricordo ospite di un convegno sulle brigantesse e mentre sul palco della mia Calvello cantiamo assieme Siamo Meridionali

Non si può parlare di Mimmo Cavallo prescindendo dal suo luogo di appartenenza, il Salento, terra di primitivo e di taranta. In questo senso la sua musica è palesemente figlia delle danze frenetiche risalenti al medioevo (ma le cui radici sono ben più remote) influenzata e mixata dalle sue esperienze successive. Ecco la novità al vetriolo con Taranto nel cuore: U’ vurpe anticipa un nuovo album ed il videoclip si basa srogetto grafico di Valentina Calvani e Fabiana Iacolucci per IACA studio.

Nato a Lizzano, in provincia di Taranto, Mimmo Cavallo forgia la sua vena artistica trasferendosi prima a Torino e successivamente a Roma. Il suo esordio nel 1980 quando pubblica, per CGD, “Siamo Meridionali” album che rappresenta un modo nuovo e fresco, soprattutto vitale, di parlare del Sud. La particolarità della sua musica e dei suoi testi, una miscela di rock ironico e graffiante unito a ballate dolcissime, ne fa subito uno dei cantautori più originali della sua epoca. Dopo l’hit iniziale di Siamo Meridionali pubblica “Uh, mammà” e “Stancami stancami musica”. Scrive con Enzo Biagi “Ma che storia è questa”, sigla della trasmissione televisiva La storia d’Italia a fumetti. Importante la sua collaborazione con Zucchero Sugar Fornaciari con cui di recente ha scritto “Vedo Nero” e “Non illudermi così” terza traccia inedita presente nella versione deluxe di D.O.C., il brano è la versione, riadattata, di “Don’t make promises” di Tim Ardin, canzone folk del 1966.