Negli occhi nel cuore c’è un vuoto grande più del mare: la morte di Vittorio De Scalzi…

Tempo di Lettura: 2 minuti

Due i momenti passati assieme: nella mia piccola Calvello il suo concerto con Roberto Tiranti (che ho avuto l’onore di presentare il 9 Settembre 2016, come ci ricorda la foto di Tony Ancarola) e qualche anno prima un convegno fiorentino a Palazzo Vecchio a parlare del futuro della musica e di come organizzare i concerti. Ricordo che il promoter Claudio Trotta ci apparve alle spalle, facendo un paio di battute sul mio ruolo con i fan club italiani: Vittorio De Scalzi lo sommerse con la sua risata, dicendo che lo sapeva bene e che quindi mi controllava a distanza!

Ai primi di Giugno a Chiavari è stato tra i protagonisti del Festival della Parola: da qualche anno si era trasferito a Sanremo con la sua famiglia. Sapevamo che stava male! Domani alle 18:00 presso la sede del Club Tenco, piazza Cesare Battisti a Sanremo avrà luogo il funerale in forma laica. Tutti coloro che vorranno dare l’ultimo saluto potranno farlo fino alle 23:00. Negli anni sessanta ha fondato I Trolls insieme a Pino Scarpettini, con il quale incidono il singolo Dietro la nebbia. Nel 1966 ha debuttato come solista con lo pseudonimo Napoleone in un disco realizzato per l’etichetta discografica ARC intitolato Vietato ai maggiori di pochi anni, eseguendo i brani Norwegian Wood dei The Beatles e Take a Heart.

Nel 1967 costituisce i New Trolls, gettando le basi per una proficua carriera: oltre a De Scalzi (voce e chitarra) sono Nico Di Palo (chitarra), Gianni Belleno (batteria), Giorgio D’Adamo (basso) e Mauro Chiarugi (tastiera). Nello stesso anno la band apre i concerti della tournée italiana dei Rolling Stones e suona in jam session con musicisti come Stevie Wonder. Da quel momento Vittorio De Scalzi entra nella leggenda della musica italiana, sempre con il suo sorriso che abbatteva tutte le barriere…
Le case le pietre ed il carbone dipingeva di nero il mondo
Il sole nasceva ma io non lo vedevo mai laggiù era buio
Nessuno parlava solo il rumore di una pala che scava che scava
Le mani la fronte hanno il sudore di chi muore
Negli occhi nel cuore c’è un vuoto grande più del mare
Ritorna alla mente il viso caro di chi spera
Questa sera come tante in un ritorno.