Alice, Claudio Baglioni, Gualtiero Bertelli, Angelo Branduardi, Fabio Concato, Giorgio Conte e Mike McDermott vincono i Premio Tenco 2022

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Festeggiando il cinquantennale dalla fondazione del Club Tenco, ne sono stati assegnati sette. Ancora negli occhi quello che abbiamo visto Lunedì 6 Dicembre su Rai2 ossia lo special sul Premio Tenco 2021, ma ora è il momento di organizzarsi per la nuova edizione in programma al Teatro Ariston di Sanremo dal 20 al 22 Ottobre. La prima serata della Rassegna è dedicata ai vincitori delle Targhe Tenco 2022 (riconoscimento attribuito dal 1984 ai migliori dischi italiani di canzone d’autore usciti nel corso dell’anno trascorso, votati dalla più ampia giuria in Italia composta da giornalisti e critici musicali). Si potranno vedere sullo stesso palco: Marracash (Miglior album con “Noi, loro, gli altri”), Ditonellapiaga (Miglior Opera Prima con “Camouflage”), Simona Molinari (Miglior album interprete con “Petali”), Elisa (Miglior Canzone con “O forse sei tu” scritta insieme a Davide Petrella), gli ‘A67 (Miglior album in dialetto con “Jastemma”) e il produttore Ferdinando Arnò che ritirerà il Premio per il Miglior album a progetto “The Gathering”. Ancora da definire le date degli interventi dei Premi Tenco 2022.

Sottolinea il nostro coordinatore Giancarlo Passarella (tra l’altro da un decennio nella giuria delle Targhe Tenco) .. Non devo certo io stendere le lodi di grandi nomi come Alice, Claudio Baglioni, Angelo Branduardi, Fabio Concato e Giorgio Conte. Mi piace invece enfatizzare la scelta caduta su Gualtiero Bertelli e Mike McDermott, forse non da tutti conosciuti a dovere ..
Con la chiusura di industrie e di cantieri, negli anni ’60 la classe operaia veneziana spariva dal centro storico e a poco a poco la città si trasformava in un suk per il turismo più selvaggio. In italiano, e soprattutto in dialetto, Gualtiero Bertelli è stato, ed è ancora, il cantore di questa metamorfosi con canzoni di lotta e con storie di ordinaria e proletaria vita quotidiana tra acqua alta, disoccupazione, condizionamenti culturali e religiosi. Quasi a mostrarci come le sue “barche de carta” della fantasia siano state, purtroppo, solo le navi-grattacielo entrate in laguna. Mike McDermott con i suoi venticinque album racconta sé stesso, la sua famiglia e le persone che hanno attraversato la sua vita, di cui proprio St. Paul’s Boulevard è la testimonianza più recente. Se scegli di fare la rock-star potresti non avere vita facile, anche se un maestro di best-seller come Stephen King dice di te che sei “forse il più grande talento del rock and roll da scoprire degli ultimi vent’anni”. Come tale si segnala subito, all’inizio degli anni ’90, ma le complicazioni esistenziali sono in agguato: droga, alcool, vita notturna vagabonda per il St. Paul’s Boulevard della natale Chicago. Poi un lento e faticoso reinserimento e il ritorno a una dimensione artistica che conferma il giudizio di Stephen King.