Incontro con Celso Valli, produttore storico ed ora autore di un disco tutto suo

Tempo di Lettura: 3 minuti

Bologna è accogliente, intrigante, financo busona: Sette Canzoni al Piano è un disco che viene presentato in un contesto magico ed unico, come il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica. Emerge forte Il binomio musica-immagine si concretizza anche grazie alla Cineteca che concede uno scatto tratto dall’Archivio Nino Comaschi. L’impatto cromatico serve a contenere il nuovo progetto, ma non c’è nulla di meglio che uno scambio di battute per capirne l’essenza …

Celso Valli buongiorno: come è andata la presentazione a Bologna del tuo nuovo disco? Che sensazioni hai avuto? Nuovo disco. Primo e ultimo, credo. Magari se farò delle altre cose saranno diverse. La presentazione a Bologna è andata molto bene ma io sono l’ultimo che dovrebbe dirlo perché in realtà dovrebbero dirlo gli invitati che hanno partecipato. Io ho provato delle emozioni bellissime, incredibili perché non avevo mai fatto una cosa del genere. Sul palco a presentare una cosa mia, solamente mia, completamente mia io non c’ero mai stato. Sono da sempre il co-protagonista per i dischi di altri artisti ma è stata la mia prima volta come protagonista da solo su una cosa solo mia. Mi sono anche commosso e non lo nascondo, perché mai dovrei?
Ti senti più un compositore, arrangiatore o produttore discografico? Oppure con gli anni, questi ruoli hanno assunto valenze diverse? Sono ruoli che hanno assunto valenze diverse e si sono fusi soprattutto. In realtà l’ho poi sempre fatto perché solo produttore non lo sono mai stato, solo arrangiatore mai, solo compositore mai neanche quello. Io sono tutte queste cose insieme. Sono Celso Valli.

Quanto sono lontani i Ping Pong? Ed i Bulldog? Ma anche il mitico 45 giri d’esordio … Pasta e FagioliMa sono lontani anni luce! Pasta e fagioli poi meriterebbe un discorso a parte. Io suonavo nelle band negli anni ’70 perché c’era un bel giro. E’ un momento della vita che ricordo con grande affetto e con grande amore. Com’era diverso! In ogni locale, solo in questa strada qua (quella in cui si trova il suo studio nel centro di Bologna. N.d.R.), in tre posti c’erano tre orchestre diverse. Quindi io suonavo con loro, abbiamo fatto tante cose, abbiamo suonato in tanti locali, tanta musica e lì credo di aver acquisito una grande esperienza che un musicista di altre generazioni non può avere. Ovvio che i tempi cambino, cambia tutto e cambia anche quello.

Ha ricevuto dischi d’oro, platino, diamante ed anche Grammy ed un Leone d’Oro alla carriera: a quale sei più legato e perché? I miei premi sono tutti qui, in studio. Se devo citarne uno allora scelgo il premio alla carriera, semplicemente perché da solo riassume tutta la mia attività, tutti i riconoscimenti ottenuti e tutti gli artisti con cui ho lavorato.

Sette Canzoni al Piano come è stato concepito? Quali risultati ti aspetti? Capisco la soddisfazione personale nel realizzarlo, ma tu sai bene quanto sia importante il riscontro di pubblico e di critica e quindi.. cosa speri che venga detto/scritto su questo nuovo tuo disco? Guarda, a me basta che il disco piaccia e questo mi toglie tutti i dubbi e le paranoie su come sarà accolto: se troppo difficile, se troppo facile, troppo jazz, troppo questo o troppo quello. Perché io sono un po’ tutto. Una cosa che mi piace e che mi imbarazza anche un po’..