Il 25 Aprile celebrato dalla cantautrice pratese Matilde

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Il nuovo brano della Rosati è dedicato a Liliana Segre. Mette in musica la testimonianza della Senatrice in qualità di sopravvissuta all’Olocausto. Unl dramma visto dagli occhi terrorizzati di una Liliana bambina, dal momento del suo arrivo nel campo di Auschwitz e fino alla tristemente famosa “marcia della morte”. Durante questo momento così terribile Liliana ha la possibilità di raccogliere da terra una pistola caduta inavvertitamente a un soldato nazista e di sparargli. Decide però di non farlo: la sua vera libertà è di non essere come loro. Novecentomila persone. Tanti sono stati gli italiani deportati in Germania o nei territori del Reich durante la Seconda guerra mondiale. Liliana Segre era una di quelle. All’età di tredici anni fu arrestata e deportata al campo di concentramento di Auschwitz, dal quale fece ritorno alla fine del conflitto. Dopo un lungo periodo di riflessione e silenzio, negli anni ’90 iniziò a raccontare pubblicamente la propria esperienza, impegnandosi per sensibilizzare le nuove generazioni contro il razzismo e l’indifferenza dilagante.


Liliana e Janine, due destini differenti

Il brano di Matilde ripercorre parallelamente anche la storia di Janine, la ragazza francese compagna di Liliana durante i lavori forzati al campo. Quell’amica e compagna di sventura che, durante la selezione in cui i nazisti decidevano chi doveva vivere e chi morire, fu mandata alla camera a gas. La fantasia di Matilde immagina che Liliana pensi a Janine come ad un grande ed incancellabile rimorso interiore: non potrà mai perdonare a sé stessa di non essersi voltata a rivolgere un saluto a quella ragazza condannata a morte, senza nemmeno il coraggio di dirle “addio”. La canzone ha vinto il premio Botteghe d’Autore 2022 come “miglior testo” e ora viene rilasciata su tutte le piattaforme.

Un videoclip per riflettere

Il videoclip è realizzato in collaborazione con ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti, impreziosito dalle illustrazioni e animazioni di Giulio Peranzoni. La cantautrice, dopo qualche istante reale, si trasforma in un disegno e viene inglobata in una storia illustrata, realizzata da Peranzonidisegnando in presa diretta durante l’ascolto del brano. Peranzoni, milanese, ha lavorato come fumettista e illustratore per i più importanti quotidiani nazionali come la Repubblica, Corriere della Sera e  l’Unità. Per questo clip un ringraziamento particolare va anche a Dario Venegoni, Presidente nazionale di ANED (che ieri ha parlato dal palco di Piazza Duomo a Milano), al brand fiorentino di moda Patrizia Pepe – che da tempo si sta interessando al percorso artistico di Matilde – e all’etichetta discografica Beng! Dischi di Pisa.


Per non dimenticare, mai

Una canzone che intende far emergere con durezza e intensità – a partire dall’arrangiamento – la disumanità di quanto accaduto in una delle pagine più tristi della nostra storia. Con la speranza di veicolare, attraverso il messaggio universale della musica, la memoria di ciò che non dovrà mai più ripetersi. E la scelta di pubblicare la canzone e il relativo video – realizzato in collaborazione con ANED – Associazione Nazionele Ex Deportati nei campi nazisti – proprio nell’anniversario della liberazione d’Italia, sottolinea ulteriormente questo doveroso auspicio. ANED è un’associazione senza scopo di lucro con sede centrale a Milano, i cui aderenti sono i sopravvissuti allo sterminio nazista, i familiari dei deportati e coloro che – come Matilde – dichiarando di accettare tutti i valori della lotta contro il nazi-fascismo, della guerra di Liberazione e della Costituzione.

Matilde è presente qui: https://linktr.ee/matildemusic