Gianni Resta: con RestArt la mia lettera al futuro

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“Questo disco nasce perché a un certo punto mi sono messo in testa di dare un senso a quello che stavo facendo. La musica oggi sta perdendo un po’ la forza che aveva in quelli della mia generazione. Quando io compravo un disco me lo ascoltavo tutto il giorno chiuso nella mia stanza. Oggi questo non accade quasi più. Allora ho pensato di scrivere qualcosa che rimarrà anche dopo di me. Queste nuove canzoni sono lettere aperte a mia moglie, a mio figlio e alle persone cui voglio bene, per lasciare qualcosa”. Così il cantautore Gianni Resta racconta la sua ultima fatica RestArt (Altro Records), che arriva a distanza di diversi anni da “Discorocksupersexypowerfunky”.

Per chi ama il rock italiano Gianni Resta è sicuramente un nome di culto, e probabilmente avrebbe meritato un posto più alto tra i protagonisti del rock italiano. Dopo gli esordi in contest come “Rock Targato Italia”, Resta divenne noto con il suo album di esordio “Vinco e torno”, pubblicato nel 2004 dalla V2 Records. Un disco che ebbe ottimi riscontri di critica e di pubblico e, se non fosse stato per la fine della gloriosa etichetta (che nelle intenzioni del suo fondatore Richard Branson, doveva essere una nuova Virgin, dopo la vendita di quest’ultima alla Emi), probabilmente sarebbe diventato un evergreen. Resta è un’artista poliedrico, in grado di spaziare tra generi e stili, ma soprattutto dimostra di avere un’ampia cultura e conoscenza di quella che è l’arte in tutte le sue espressioni. L’artista con questo “RestArt” dimostra di aver trovato la sua cifra artistica e di non accontentarsi di quello che si trova in giro. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare questa sua ultima fatica.

Gianni mi ha molto colpito il titolo che hai dato a questo album: “RestArt”. La prima cosa che viene in mente è una ripartenza. C’è qualche attinenza con l’uscita dalla pandemia che tutti abbiamo vissuto in maniera drammatica?
In realtà avevo trovato questo titolo molto prima del Covid. Ovviamente quando c’è stata la pandemia ho detto “Cavolo, sembra scritto apposta!”. Però leggendo attentamente, il titolo è giocato connubio tra il mio cognome (Resta) e la mia arte (Art). E’ per me molto significativo. Questa è la vera spiegazione del titolo. Poi però mi sono reso conto che poteva essere un augurio a tutte le persone che stanno incontrando delle difficoltà. Un augurio per avere una nuova chance e ripartire.
Il singolo scelto per il lancio dell’album è “Il tempo non esiste”, di cui è stato realizzato anche un video. Come è nato questo brano?
Ho tentato di scrivere una lettera aperta. “Il tempo non esiste” dice che le persone cui vuoi bene e i rapporti più importanti della tua vita rimarranno per sempre. Sono destinati a vivere anche nei ricordi delle persone che ti hanno conosciuto. Parla di vivere ogni attimo. Il tempo è un’illusione, una convenzione… E allora, perché non facciamo qualcosa di importante ora e che sopravviva al tempo?

Nell’album ci sono tante collaborazioni importanti. Penso ad Andy dei Bluvertigo, Massimo Martellotta (Calibro 35) e Doriana Bellani (violinista dell’Orchestra del Festival di Sanremo). Come sono nate queste collaborazioni?
Sono artisti che io conosco da molto tempo e abbiamo trovato l’occasione di collaborare insieme. Massimo Martellotta ha scritto l’arrangiamento delle chitarre del primo brano del disco. Andy ha suonato tutti i sax. C’è grande stima tra i musicisti veri.
Sono previsti concerti?
Sono uno che ha sempre fatto tanti concerti. Dopo la pandemia ho notato però che sono diminuiti i posti in cui fare musica d’autore. Comunque ci stiamo organizzando e ho deciso di iniziare dopo l’estate per riprendere concerti nei club che sono rimasti.
Nell tua discografia a quale lavoro sei più affezionato?
Potrei risponderti “Il prossimo”, ma non so se avrò le energie per farne uno nuovo, visto che mi ha impegnato molto questo disco. Sicuramente “RestArt” è il mio disco più rappresentativo, perché ci ho messo dentro tutto me stesso. Parla di me, delle mie passioni, del mio essere nerd, visto che ho citato pure Star Wars e il romanzo “Guida galattica per gli autostoppisti” di Douglas Adams. E’ venuto fuori questo mio lato più romantico e sensibile. Nei dischi precedenti ho fatto più il guascone.
Per concludere come sono state le reazioni del pubblico?
Fino a ora sta andando bene. Ricevo molti messaggi. Anche l’etichetta Altro Records di Bologna, che ha pubblicato il disco, è contenta. Io invece ragiono molto alla giornata. Ci vado con i piedi di piombo. Per me è importante fare soprattutto cose buone.