DeaR – Dear me! (Music Force cd MF116)

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E’ planetesimale Davide Riccio al quarto disco con l’abruzzese Music Force (etichetta di Alessandro Carletti Orsini). Ma le curiosità stanno anche nel titolo, perché dear me! è un’esclamazione che in inglese moderno esprime sorpresa ed in italiano potrebbe essere tradotta come povero me! o anche ahimè!.. Con queste premesse, quale disco (dalla copertina semplice, ma spaziale e concentrica) ha sfornato l’iperproduttivo artista piemontese? Lui stesso ha dichiarato che non è un disco concept e non c’è nemmeno una idea di base o un canovaccio lavorativo: i 17 brani però risentono del suo attuale momento riflessivo, dedicato al tempo che scorre inesorabile, portandosi dietro bilanci sulla vita trascorsa e su quel traguardo finale che si avvicina: a DeaR gli dico che sono riflessioni che faccio anche io, avendo poi 7 anni anagrafici più di lui! Simbolicamente l’album è uscito l’8 Maggio, giorno del suo compleanno …
In questo voltarsi indietro per guardare le cose fatte, DeaR mette nel suo nuovo disco brani composti negli anni’80 e ’90 (Shadows: my soul, Otherness, Song to Grace e I’m older than I, Cockles of my heart, Whales weep not!, To Bacharach). In questo momento l’aggettivo planetesimale diventa limpido e concreto: come se fosse un puzzle, il suo modus operandi l’ha portato a registrare frammenti, appunti, ricordi, vecchi brani e solo dopo ha pensato alla fase aggregante, divenendo così compositivo concretamente. In questo si è fatto psicologo, perché vi è un fenomeno osservato da molti medici che viene chiamato reminiscence bump o picco dei ricordi: le memorie più intense riguardano eventi che ci sono accaduti sino ai 30 anni di età e DeaR (essendo nato nel 1966) li ha avuti proprio tra gli anni’80 ed il decennio successivo. Ahimé gli anni passano e la title track del suo disco è un dolce invito, ricolmo di tutti quegli input che hanno attraversato la sua vita, fatta di musica, scritti e tanta comunicazione: 70 minuti sono tanti nel 2023, ma Dear Me! scorre bene, grazie ad una varietà sonora che ci fa gustare i tanti sapori del nostro vivere quotidiano, rafforzando il concetto che non c’è alcuna connessione ideale o concettuale tra i 17 brani. Citando opere assai note, questo disco è ricolmo di quadri di una esposizione, ispirati dall’ipotesi planetesimale di Viktor Sergeevič Safronov: l’astronomo russo (vissuto tra il 1917 ed il 1999) ha affermato che i pianeti si formerebbero da granelli di polvere che collidono e si aggregano per formare corpi sempre maggiori. A noi che siamo seguaci della Sinfonia del Cosmo, questo suo amore per Safronov non può che aggiungere altra emozione …

Tracklist di questo disco: Eight seconds of fame, The art of decluttering, Planetesimals, Axis Mundi, Sequeri, Wind, DeaR Me! (Sweet Philly), The Skyline, Life after life, Whales weep not!, Cockles of my heart, Otherness, Song to Grace, Shadows: my soul, To Bacharach, I’m older than I (With no younger of the two), Crickets (for Klaus).