La scomparsa del folksinger Sixto Rodriguez

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Nel 2012 il documentario Searching for Sugar Man era a lui dedicato, perché si diceva fosse morto! Nativo di Detroit, suo padre era messicano, mentre sua madre era statunitense di origini native americane ed europee. La sua biografia racconta che (fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, mentre lavorava come operaio nell’industria automobilistica) pubblicò tre album nei quali trattava soprattutto temi sociali, suonando la chitarra nei locali della sua città natale. Quei dischi però non portarono ad alcuna notorietà negli States, ma non in alcuni altri paesi: in Australia e in Nuova Zelanda tutti lo conoscevano, ma soprattutto in Sudafrica i suoi album cominciarono a girare clandestinamente ed ebbero una forte diffusione. Ricorda il nostro fondatore Giancarlo Passarella .. I suoi brani divennero inni contro l’apartheid, seguendo la stessa sorte di Johnny Clegg e soprattutto del celebre brano Anotrher brick in the wall pt.II dei Pink Floyd, censurata dal Governo locale e cancellata dalle copie vendute dell’album The Wall ..

Sixto Rodriguez non sa della propria fama in Sudafrica fino al 1997, quando un suo fan e un giornalista musicale realizzano un sito web (The Great Hunt Rodriguez) proprio per cercare sue notizie: una delle sue figlie trova il sito e via e-mail spiega che il padre è vivo e ne comunica il telefono. Rodriguez è subito contattato e lo stesso anno effettua un tour di sei concerti in Sudafrica arriva a Città del Capo con le tre figlie e la sola chitarra. Non ha una propria band e così il gruppo che avrebbe dovuto aprire il concerto diventa la sua band. Rodriguez torna in Sudafrica altre due volte, nel 2001 e nel 2005, poi effettua un tour in Australia nel 2007 e negli USA nel 2010.